Cap.46 - Eleanor è furiosa

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Jane era confusa, ma provava una grande leggerezza poiché non doveva più nascondersi. Aver parlato con il suo datore di lavoro, era stato faticoso, impegnativo ma liberatorio. Si fidava di lui, sapeva che avrebbe mantenuto la promessa di non cercare il giudice. Poi l'aveva perdonata. Non l'avrebbe mandata via, era contento del suo lavoro con i bambini. Il pianto incontrollato le aveva regalato un forte mal di testa e desiderava solo sdraiarsi e riposare anche se dubitava di riuscire ad addormentarsi facilmente. I pensieri le frullavano in capo senza controllo. Il marchese le aveva chiesto se era mai stata innamorata, perché? Perché gli interessava che lei non potesse più avvicinarsi ad un uomo? Era una curiosità spontanea o aveva qualche intenzione nascosta? Dato che lei provava per lui dell' affetto profondo, sperava che anche il marchese nutrisse stima e considerazione per lei. Non l'aveva giudicata in nessun modo e Jane gli era immensamente grata. Il sentimento che provava per lui la coinvolgeva, era intenso, inedito ed ella, pur essendone consapevole, non avendo mai provato niente del genere, non riusciva ad associarlo all' amore. Si accorgeva della brama di vederlo, di parlare con lui, di essere guardata e di guardarlo occhi immersi negli occhi. E cercava la stessa brama in lui e se non la trovava il suo cuore pativa una sofferenza sconosciuta.
Provò a calmare la mente per riposare ma c'era un altro pensiero, diverso dagli altri, che la terrorizzava: l' idea che Eleanor gli facesse del male. Si sforzava di credere che il marchese avesse ragione e che il fantasma si fosse saziato d'aver fatto rintracciare la sua tomba. Tuttavia non ci credeva: quella donna voleva il figlio. Prese la decisione di chiedere il permesso di continuare a leggere il libro che aveva cominciato nella biblioteca cittadina. Rammentò che in quel testo mancavano alcune pagine che potevano essere presenti nel volume conservato al castello, forse erano importanti. Si propose di leggere tutta la storia di Eleanor e George nella speranza di trovare altri indizi su Edward.
D'un tratto una folata di aria gelida le passò sul viso. Si sollevò di botto e si guardò intorno pensando di vedere il fantasma. Il buio era attenuato dalla luce lunare che penetrava dalla finestra.
Un sospetto le attraversò la mente.
Indossò la vestaglia da camera, accese il lume e lo sollevò per illuminare la stanza, ma non c'era nessuno. Aprì la porta e sollevò la lucerna per rischiarare il corridoio. Allora la vide. Le dava la schiena e si avviava verso la stanza del marchese senza toccare il pavimento, col suo abito nero e l'alone luminoso che la circondava interamente. I capelli scuri e dritti come fili non erano raccolti come al solito ma sciolti sulla schiena.

-Eleanor! No! - la chiamò.
Giunta alla porta cercata, il fantasma con lentezza esasperante si voltò verso di lei. Il cuore di Jane saltò con violenza fino alla gola minacciando di soffocarla. Il volto di Eleanor era quello della tomba, il teschio dalla mascella spalancata, i denti sporgenti. Solo le orbite non erano vuote ma bruciavano di luce oscura. D'improvviso cominciò a canticchiare e mentre lo faceva la mandibola vibrava rendendola ancora più spaventosa.

-Oh mio Dio!- esclamò Jane.

Il fantasma attraversò la porta sparendo gradatamente come inghiottita dal legno dell' anta.
Terrorizzata, la giovane spalancò la porta della stanza dei bambini, sollevò il lume per trovare Glenn che dormiva girato su un fianco. Poggiò la lucerna sul pavimento e dolcemente ma con urgenza lo chiamò:

-Glenn! Glenn, piccolo mio, svegliati ti prego, sono Miss Julie!

Il bambino aprì gli occhi insonnoliti fissandola con stupore.

-Cosa c'è, miss Julie?- domandò con la voce impastata dal sonno.

-Tuo zio è in pericolo, Glenn! - gli bisbigliò Jane -Il fantasma è appena entrato da lui. Vuoi salvarlo?

Glenn sollevò la coperta e il lenzuolo e saltò fuori dal letto, si sfregò gli occhi e afferrò la mano che Jane gli porgeva.

-E Cécile?- domandò.

Il fantasma di Hatfield CastleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora