Cap.45 - il nome del mostro

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-Domani me ne andrò, My Lord- riuscì a dire Jane tra i singhiozzi.- sono spiacente di tutto, ma non volevo fare male a nessuno! Io volevo solo farcela da sola, riprendere in mano la mia vita!

-Perchè?- protestò lui - perché volete andarvene?

-Io non voglio andarmene…  mi manderete via.

-Io non voglio che voi lasciate questa casa, Jane! Come potrei prendermela con voi che siete la vittima di un pervertito! Quell' uomo non può farla franca! Voi dovete dirmi il suo nome!

-Vi prego, My Lord. Vi prego…

John Risewell sbuffò. Che cosa stava facendo? Respirò profondamente, si sforzò di calmarsi. Poi riprese a parlare.

-Sono uno sconsiderato. Vi ho costretta a raccontarmi il vostro passato e ora vi angustio con la mia ossessione. Vi chiedo perdono, Jane. Volete perdonarmi?

La giovane alzò gli occhi grondanti, sorpresa. 

-Voi dovete perdonarmi! Vi ho mentito!

-Allora ci perdoneremo a vicenda. Io non voglio perdervi, Jane e neanche i bambini.

La ragazza lo guardò confusa. Allora poteva restare? Era un sogno. Ma aveva ancora male al petto e il viso congestionato per il pianto violento.

John Risewell le prese dolcemente la mano.

-Come volete che vi chiami, Jane?

Iniziò ad asciugarle gli occhi con delicatezza mediante un fazzoletto tirato fuori dalla tasca del panciotto. 

-Solo voi, my lord, conoscete la verità. -rispose la giovane -Potete continuare a chiamarmi miss Julie?

-D’accordo. Ma quando saremo soli vi chiamerò Jane.

La ragazza annuì e sorrise.

-Perchè non vi siete sposata, Jane?- le domandò all' improvviso -per quella cicatrice? Non è così terribile come la vedete voi.

-Oh sì, lo è- ribadì lei - ma non è quello il motivo principale. Io non sopporto di avvicinarmi a un uomo, my Lord. Non potrei mai giacere con un marito poiché il solo pensiero mi dà la nausea.

Il marchese ammutolì.

Aveva già compreso da tempo di essere invaghito della sua nuova istitutrice ma cercava di evitare il problema. Primo, per la sua condizione fisica, secondo, per i pregiudizi che si portava appresso; pur essendo molto liberale con i dipendenti, non confondeva le classi sociali molto diverse. Perciò si accontentava di starle accanto e di osservare come lavorava con i nipoti, per conoscerla meglio certo, ma anche perché lo voleva. La sua simpatia cresceva a dismisura, il bisogno di lei era diventato esigenza pressante e anche il suo corpo aveva iniziato a mostrare dei riflessi. Ciò non solo lo aveva autorizzato a sperare che il medico  avesse torto nel valutare la sua situazione inguaribile ma anche a sperare contro ogni suo pregiudizio che lei provasse verso di lui le stesse emozioni. Poi si era verificato un evento imprevisto: aveva saputo del ritorno ad Hatfield da vedova di Violet e la notizia, insieme al suo apparente recupero fisico, gli erano sembrati un segno. Forse poteva coronare il sogno che il fantasma aveva voluto distruggere quindici anni prima. In realtà rivedendola si era subito accorto che la situazione era cambiata e non la bramava più. Tutti i suoi pensieri e desideri erano focalizzati su quella ragazza sfigurata che conosceva da così poco tempo eppure era come se l’avesse sempre aspettata. Sapeva che quella giovane donna celava un segreto, un segreto che poteva creare dei problemi. Ma mai si sarebbe aspettato una realtà così drammatica.

La situazione si era molto complicata. Mentre per lui si stava aprendo la possibilità di recuperare la sua funzionalità di uomo, quella ragazza non sopportava di essere toccata da un uomo

-Vi siete mai innamorata, Jane?- azzardò -Forse vi ingannate sul vostro corpo. Forse con la persona adatta potreste riuscire a …

La giovane lo interruppe.

-Sì, My Lord, mi sono molto affezionata ad un carissimo ragazzo a cui devo la salvezza, forse la stessa vita. Se non fosse stato per lui che mi ha nascosto presso la sua famiglia, mio zio mi avrebbe già ripreso tra le sue grinfie. 

-E con questo giovane voi avete avuto… -Il marchese sentì un impeto di gelosia avvolgergli il cuore.

-No, no … mi infastidivo se tentava di toccarmi.

-Questo ragazzo vi cerca ancora?

Il viso di Jane si contrasse in una smorfia di rincrescimento.

-Lonny è morto, il giudice l' ha fatto uccidere. Ha pagato cara la sua disinteressata generosità e io non potrò mai perdonarmelo.

John Risewell strinse le labbra dalla rabbia.

-Dunque si tratta di un magistrato!- esclamò - è per questo che avete timore di rivelare il suo nome?

-My Lord, è un magistrato ed è un visconte. Ma è soprattutto invischiato con la criminalità del luogo. Non vi permetterò di correre nessun rischio per me.

-Non siamo stati già esposti a questo rischio, Jane?

-Sono stata prudente, My Lord. È una possibilità remota che lo zio mi cerchi presso di voi. Ma se scoprisse che mi proteggete non trascurerebbe nessuna occasione pur di farvela pagare. Per questo ho taciuto, My Lord.

-E se vi promettessi- insisté il marchese -Se vi promettessi di non fare nulla senza la vostra approvazione, potreste rivelarmi il suo nome?

-Se avessi la vostra parola, sì. Mi fido ciecamente di voi.

-Allora avete la mia parola! Non farò nulla senza il vostro consenso! Ma spero che mi permetterete di difendervi.

-Non ci sarà bisogno. Mio zio è il visconte Willard Corbeld.

-Non ne ho mai sentito parlare. Ditemi del vostro zio materno. Che ne è di lui?

Jane scosse il capo. Che era successo allo zio Robert? Non aveva sue notizie dal funerale dei genitori. Sapeva solo che non aveva voluto prenderla con sé. Nemmeno Hanna le aveva dato informazioni su di lui e lo zio Willard non l’ aveva mai nominato. Che fosse morto?  La sua malattia era destinata ad aggravarsi nel tempo.

-Non so nulla, My Lord - rispose. -Potrebbe essere morto, sono passati tanti anni.

-Forse. Ma se fosse vivo potrebbe aiutarvi a liberarvi di quel depravato!

-No, come potrebbe? Non era in grado di prendersi cura di me allora, come pensate lo farebbe adesso?

Jane si alzò in piedi. Era esausta, desiderava soltanto rifugiarsi nella sua stanza e dormire.

-Mi permettete di ritirarmi, My Lord?- pregò -Sono molto stanca.

John si alzò anch’egli e con un cenno acconsentì.

-Vi accompagno- disse.

-Non è opportuno, My Lord,-obiettò lei -Ci sono gli ospiti. Qualcuno potrebbe vedervi in mia compagnia e spettegolare.

Il marchese sorrise sardonico.

-Stanotte nessuno uscirà dalla sua stanza, Jane. Tutti sanno che Eleanor verrà a farmi visita e sono terrorizzati d’incontrarla. Ogni anno è così.

-Volete dire che il fantasma viene sempre a trovarvi il giorno del vostro compleanno?

-Sempre. Non l’ho mai temuta fino all' ultima volta in cui mi ha lasciato mezzo morto. Vi confesso che non sono più tranquillo come gli anni passati.

-Oh My Lord! Permettete a Glenn di dormire nella vostra stanza!

Il marchese sorrise ancora. Era lieto che mostrasse interesse per la sua salute.

-Non state in ansia per me. Fate come gli altri: serrano bene la porta e non escono qualunque cosa succeda. In genere le mie urla contro il fantasma non durano molto.

-Non scherzate, vi prego.

-Non scherzo. È una prassi del mio compleanno, Jane.

Tuttavia sono almeno dieci giorni che Eleanor non appare, forse se n'è andata. Forse il suo vero desiderio era che scoprissimo il luogo in cui è sepolta.


👻Sarà vero che Eleanor se n'è andata? Mmh ... Voi cosa ne pensate?
Se vi piace votate il capitolo, grazie!👻

Il fantasma di Hatfield CastleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora