Cap.44 - confessione

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Dopo aver messo a letto i bambini che esausti si erano subito addormentati, Jane si specchiò e si pettinò poi chiuse la porta e notò che, nonostante il corridoio fosse vuoto, ancora si udiva vociare dalle stanze degli ospiti. Lieta di non essere vista arrivò alle scale e le discese in silenzio perfetto. Sobbalzò al vedere Charles alto e compito venirle incontro.
-Lord Risewell vi aspetta miss Cawley- disse.
Jane lo seguì col cuore in gola. Aveva promesso di rivelare al marchese il segreto della sua cicatrice ma era spaventata. Il suo racconto poteva cambiare tutto. Intanto doveva manifestare la sua vera identità e sapeva quanto Lord Risewell odiasse le menzogne. Poteva accusarla di averlo ingannato e licenziarla in tronco. E poi c'era la sua sordida storia con lo zio. Lei era una sorta di prostituta. Con lo zio aveva sperimentato ogni perversione possibile. Cosa avrebbe pensato il marchese della sua moralità? Infine c'era il fatto che lo zio Willard la stava ancora cercando ed era un uomo molto pericoloso. Lord Risewell poteva indignarsi con lei per aver messo in grave pericolo la sua vita e quella dei nipoti. O per una cosa o per l'altra, Jane era persuasa che il marchese l'avrebbe cacciata via e lei non voleva andarsene, non voleva lasciare i bambini, quel posto di lavoro e soprattutto non voleva lasciare lui, Lord Risewell. Era stata imprudente a fare quella promessa e a ogni passo si sentiva prossima alla fine.
Quando Charles la annunciò al padrone e poi la lasciò sulla soglia, lei avanzò di un passo e si fermò. Era tesa come una corda di violino e le dita artigliavano sopra la carta la cornice del suo regalo. Lo avrebbe buttato via dopo aver saputo la verità su di lei?
Il marchese era seduto ma appena la vide le andò incontro. C'era un caminetto acceso con fiamme guizzanti che mandava un dolce e gradito tepore. Nonostante la primavera, l'aria notturna era frizzante e il fuoco ardente stemperava l' umidità della notte.
-Miss Julie, prego, venite a sedervi qui accanto a me.
Le indicò la poltrona davanti al focolare vicina alla sua.
Jane si accomodò titubante e lui la imitò subito dopo.

-Volete darmi il vostro regalo?- disse.

La giovane glielo porse.

-Vi confesso di essere stato sorpreso del regalo dei miei nipoti, miss Julie. So che è tutto merito vostro e voglio che sappiate che vi sono molto grato.

Jane cercò di sorridere ma il pensiero che lui avrebbe presto cambiato opinione sul suo conto non le permise di rallegrarsi. Il marchese cominciò a svolgere il pacco e si prese il tempo necessario. Appena riuscì a levare la carta gli apparve il ritratto. La sua fronte si increspò e le sopracciglia si alzarono al cielo.

-Oh mio Dio, miss Julie!- esclamò -Sono io! Sono proprio io!

-Sì, My Lord.

-Come avete fatto? Mi sembra di guardarmi in uno specchio!

Lei lo fissò con rammarico. Le sarebbe mancato quell' uomo, immensamente. Dopo un' attimo di esitazione rispose:

-Ho faticato un po', My Lord, ma io sono una persona ostinata. Desideravo cogliere la vostra espressione consueta e mi sembra di esserci riuscita bene.

-Siete straordinaria.

-No- sospirò Jane - non lo sono.

-E adesso volete raccontarmi come vi siete procurata quella cicatrice, miss Julie?

Jane fece un profondo respiro. La sua reticenza era chiara al suo interlocutore i cui occhi intensamente azzurri la fissavano esigenti.

-Il mio nome è Jane Walsham - cominciò -Julie Cawley è la falsa identità sotto cui mi nascondo per sfuggire a mio zio.

Lord Risewell si accigliò.

-Vi prego, My Lord, di credere che non vi ho mentito per inganno ma per necessità.

Il fantasma di Hatfield CastleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora