Cap.09 - la scuola del reverendo Barrow

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-Miss Julie! Miss Julie!

Jane si voltò verso Lonny che correva trafelato verso di lei.
Ormai si era abituata alla sua nuova identità e non le capitava più come le prime settimane di restare indifferente quando chiamavano il suo nuovo nome: miss Julie, miss Cawley, miss Julie Cawley.

-Miss Julie!

Lonny la raggiunse ansante. Si passò le dita sulla foresta di capelli ricci color inchiostro e spalancò le labbra in un sorriso sgargiante.
Lonny era l' amministratore del reverendo. Teneva i conti della scuola ma essendo un appassionato di cavalli come il suo datore di lavoro si occupava anche delle stalle. Proveniva dalla bassa borghesia del Kent; per la sua intelligenza aveva potuto frequentare il college finché era stato notato proprio dal reverendo Barrow che l'aveva assunto nella sua scuola. Lonny aveva 25 anni e fin da principio era stato molto gentile con Jane, pareva ignorare quella benda con cui lei  celava la guancia sfregiata.

-Cosa succede, Lonny?- domandò la ragazza incuriosita, notando come il giovane fosse impacciato di fronte a lei. Se avesse saputo di trovarsi di fronte una ragazzina di 17 anni e non una donna di 21 anni, sarebbe stato sempre così imbarazzato ogni qualvolta lo fissava?
Non le era facile fingere un' età che non aveva. Era costretta a vestire in modo molto sobrio e tirare i capelli in una crocchia severa sulla nuca. I pochi abiti che possedeva erano un regalo della vedova Fleming obbligato dall'urgenza della fuga, arrangiati nel tempo per adattarli alla sua taglia più snella.

-Mi manda il reverendo- ansimò lui -C'è una visita per voi!

Una visita! Il cuore di Jane balzò di terrore. Non riceveva visite da quasi un anno e cioè da quando l'avvocato Ferguson l'aveva condotta all' abazia nel cuore della notte per presentarla al reverendo Barrow. Le lettere di lady Hanna arrivavano con frequenza mensile  e le venivano recapitate dall'amico dell' avvocato quando una volta al mese si recava a trovare la figlia. Nessuno la cercava, non per disinteresse nei suoi confronti ma per la sua sicurezza. La vedova Fleming le aveva scritto che il giudice Corbeld continuava a sorvegliare la casa e che anche Michael, ogni qualvolta veniva a trovarla, le riferiva della certezza di essere pedinato. Inoltre l'annuncio della sua scomparsa compariva regolarmente nel giornale ogni mese insieme con la promessa di una bella ricompensa per chi avesse fornito informazioni preziose per rintracciarla.

-Che cosa avete, miss Julie?- Lonny si allarmò dell' improvviso pallore nel volto della sua insegnante preferita. L' afferrò appena in tempo per evitare che il capogiro dovuto all'emozione violenta la facesse cadere al suolo priva di sensi.
Jane si scosse dalle braccia del giovane e lo allontanò gentilmente.

-Sto bene - s'affrettò a dire per rassicurarlo. -Un malessere improvviso, ma è già passato- chiarì.

Lonny aveva le folte sopracciglia corrugate dalla preoccupazione.

-Volete che chiami il dottore, miss Julie?- disse. -siete bianca come un cencio. Vado ad avvisare il reverendo.

-No! No!- replicò lei -Ditemi piuttosto chi è che mi sta cercando. - sollecitò.

-Di chi avete paura, miss Julie?- insisté il ragazzo perplesso. I suoi occhi la fissavano guardinghi-Io non permetterò a nessuno di farvi del male!

Jane sospirò. Raddrizzò il mento per rassicurarlo ancora, poi ripeté.

-Sapete, Lonny, chi è venuto a trovarmi?

Il giovane annuì.

-L'avvocato Ferguson, miss Julie. È stato lui a presentarsi quando il reverendo mi ha chiesto di chiamarvi. 

Il volto della ragazza si rianimò all' istante.

-Oh Lonny! È fantastico! Devo correre da lui!

-Chi è, miss Julie?- domandò il giovane tallonandola mentre la ragazza a passo sostenuto si dirigeva verso l'ufficio del reverendo Barrow.

-Un amico, Lonny, un caro amico. Che non vedo da troppo tempo!

Quando raggiunse l'abitazione, sulla soglia apparve la figura snella e gradita dell'avvocato che sorrideva nel venirle incontro.

-Miss … Julie- disse. -Vi trovo bene. Avete un bel colorito e questo sole giova sicuramente alla vostra salute.

-Avvocato Ferguson!- esclamò la ragazza -Sono così felice di vedervi!

Michael la raggiunse.

-Venite Jane - le bisbigliò prendendola a braccetto-passeggiamo insieme. Devo riferirvi delle ottime novità.

Si allontanarono dalla casa, ritornando verso il giardino da dove lei era appena rientrata.

-Ho saputo di voi e lady Hanna - cominciò Jane -Sono così lieta che vi sposiate! Appena ho letto la lettera, ho sperato tanto di poter partecipare al vostro matrimonio!

-Forse sarà possibile, Jane. Sono ormai due mesi che la casa di Hanna non è più sorvegliata. E due mesi che l'annuncio sulla vostra scomparsa non appare sui giornali. Ho buone speranze che il giudice Colbert abbia smesso di cercarvi in Winchester. Per questo sono qui.

-È un tale sollievo per me, avvocato!- esclamò la ragazza. -Credete che finalmente io possa considerarmi al sicuro?

-È presto per dirlo, meglio essere prudenti ancora per un po'. Oggi ho voluto venire a vedervi di persona, Jane. Per essere certo della vostra salute. Ditemi, allora, come state veramente Jane?

La ragazza abbassò gli occhi per terra. Come stava? Era giusto raccontare che viveva ancora nel terrore di quel mostro? Che ogni notte sognava di essere rinchiusa in quella stanza prigione dove lui l'aveva segregata? Che si svegliava dall' incubo gridando?

-Io sto meglio - mormorò - ditelo a lady Hanna. Io sono grata a entrambi per questo lavoro che mi ha restituito una vita e una dignità. Il reverendo è contento di me. Le mie alunne mi vogliono bene. Sono riuscita anche a mettere da parte qualche soldo. Sono felice, avvocato e lo devo alla vostra bontà.

-Ma siete così giovane, Jane- Michael le carezzò il capo. -Avreste potuto fare il debutto in società e conoscere tanti giovani della vostra età. Invece siete costretta a rimanere nascosta qui a causa di un criminale. Ma io non dispero. Sono certo che prima o poi riuscirò ad incastrarlo.

-State attento, vi prego. Anche voi rischiate la vita per proteggermi, non sottovalutatelo. È un essere malvagio.

Michael assentì.

-Ho una brutta notizia purtroppo per quanto riguarda la vostra eredità: ho saputo che non c'è più nulla, Jane.

-Com'è possibile? Mio padre aveva molto denaro in banca!

-E certamente era così. Vostro padre guadagnava bene e aveva messo da parte una somma cospicua che alla sua morte è stata amministrata per vostro conto da vostro zio. Ma adesso di quel denaro non c’è più traccia. Grazie a un amico ho potuto avere delle notizie riservate sull’accaduto. Il giudice ha ritirato somme ingenti per settimane fino ad esaurire il patrimonio di vostro padre, ma non si sa che cosa abbia fatto di quei soldi. Ho dei sospetti… tutto quel denaro non può sparire in questo modo!

Jane scosse il capo sconsolata.

-Non ho più nulla - mormorò -quel mostro mi ha tolto tutto: la verginità, la dignità, la bellezza … e ora anche la mia eredità. Cosa mi resta avvocato Ferguson?

Michael si arrestò.

-La vita! La possibilità di ricominciare un’esistenza migliore. Non disperate Jane … sono fiducioso di scoprire la verità. Può darsi che si riesca a recuperare qualcosa.

Quando infine l'avvocato Ferguson la lasciò con la promessa di farsi vivo al più presto, Jane si trattenne a passeggiare in giardino per riflettere su ciò che era successo.

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Il fantasma di Hatfield CastleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora