Cap.51 - Distrazione

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Il marchese entrò nella sala da pranzo accolto dall' applauso dei numerosi invitati.

-Caro Risewell, - disse uno di questi-oggi sembrate più fantasma del vostro fantasma!

Il marchese rise e si scusò d’essersi dovuto assentare per necessità urgenti.

-Siete molto misterioso - proseguì lo stesso ospite - Ma vi perdoniamo solo per il banchetto speciale che ci avete preparato!

Ci fu una risata generale.
Lord Risewell si accomodò nel tavolo di lady Elmstone che lo ignorò imbronciata.
Le due figlie al contrario si alzarono e si avvicinarono al marchese suscitando la curiosità della loro madre.
Susan si assicurò di bisbigliare:

-Come sta miss Julie?- domandò.

-Meglio - rispose con un sorriso complice l' uomo. -Se volete potete andare a salutarla. Ci sono con lei i miei nipoti.

Le due ragazzine si mostrarono subito entusiaste.

-Violet- sussurrò il marchese accostandosi in avanti alla donna - volete permettere alle vostre figlie di giocare con i miei nipoti?

Lady Elmstone lo fissò accigliata. All' inizio pensò di non rispondere o di negare il permesso alle figlie, ma ragionò che sarebbe sembrata una ripicca e non sapeva come John Risewell avrebbe reagito. Si sarebbe dimostrato dispiaciuto per averla trascurata o avrebbe  fatto finta di nulla? Preferì non rischiare e rispose:

-Certamente! Sapete che amo i vostri nipoti.

Le due ragazzine si allontanarono dietro il maggiordomo.
Lady Elmstone si alzò e andò a sedersi vicino al suo ex fidanzato. Doveva capire se lui era interessato a riprendere la loro relazione oppure no. Temeva che l' averlo abbandonato quindici anni prima, anche se con la sua dolorosa approvazione, avesse lasciato nel marchese delle cicatrici che si sforzava di negare e di nascondere. Ma lei era decisa a riconquistarlo. La sua infermità non era più così importante, era stata sposata, era stata madre e adesso le serviva un marito ricco e generoso. E John lo era. Anche troppo. Quando fosse diventata marchesa di Hatfield nessun domestico avrebbe più osato permettersi di oltraggiarlo. Si era accorta di nutrire un vero e proprio astio per quella istitutrice che si era accattivata la fiducia di John e dei bambini, comprese le sue figlie, con un' abilità da astuta intrigante. Era bella anche se la cicatrice molto sgradevole la deturpava parecchio. Se non fosse stato per lei, John probabilmente non l'avrebbe nemmeno cacciata.

-Mio caro, oggi mi avete sorpreso - disse - nessuno sa dove vi siete recato più di una volta durante il pranzo. Era davvero una cosa così urgente?

Il marchese sorrise appena ma non svelò nulla, solo confermò.

-Sì, Violet, molto urgente.

-Mi siete mancato. Vi confesso che mi ha fatto immenso piacere rivedervi e vi sono grata di avermi invitato al vostro compleanno.

-Il piacere è tutto mio. Ho avuto modo di conoscere le vostre figlie e sono lieto che abbiano fatto amicizia con i miei nipoti. Sono due ragazze beneducate, hanno preso  la vostra bellezza.

-Louise, forse mi assomiglia. Ma Susan assomiglia al padre purtroppo, che era tutt’altro che bello.

-Le fai torto; la ragazza ha un bel volto e un carattere ostinato, Violet.

-Non trovi che il naso sia tendente all' aquilino?

-Mmmh, non mi pare.

Violet decise di andare subito al nocciolo della questione.

-Sai, John, stamane ti dicevo della matrigna per i tuoi nipoti - mormorò fissandolo bene in faccia. -Ma anche le mie figlie hanno un disperato bisogno di un padre.

Il fantasma di Hatfield CastleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora