Cap.21 - i nipoti del marchese

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Mrs Dorothy si spostò dall' ingresso della sala da pranzo per consentire a Jane di entrare per prima. La ragazza si bloccò. I suoi occhi timorosi incrociarono lo sguardo sorpreso della governante che allargò un sorriso per rassicurarla.
Non c'è niente di cui avere paura.
Jane varcò la soglia. La prima cosa che notò fu il tavolo di legno laccato al centro della stanza con il marchese seduto di fronte a capo tavola e due bambini seduti alla sua destra, un maschio più piccolo e una ragazzina. Poi il suo sguardo si allargò solo per un attimo per notare la presenza avvolgente di numerosi arredi tra credenze, cassettiere o mensole lucenti che rendevano l’ ambiente molto accogliente. Trasalì quando le apparve di fronte il maggiordomo del quale non aveva notato la presenza. Lo seguì e questi gli scostò la sedia perché si accomodasse al fianco sinistro del marchese che per cortesia si era alzato in piedi. Jane inspiegabilmente arrossì. Non era abituata a tanto riguardo sebbene sia Lonny che i Dwyer si fossero sempre comportati con lei in modo impeccabile. Ma qui c’era un marchese! Che si alzava per salutare un' istitutrice!
Invitata a cenare con lui con l’unico scopo di conoscere i suoi nipoti.
Lo sbirciò con un grato sorriso che egli ricambiò leggermente.
Jane ragionò che John Risewell era un uomo notevole e senza ombra di dubbio poteva definirlo molto attraente.
Gli occhi dei due bambini erano puntati su di lei, i loro volti erano mesti e inespressivi. Fissavano la cicatrice?

-Miss Julie -cominciò lord Risewell -questi sono i miei due nipoti: lui è Glenn e lei Cécile.

-Molto piacere -sorrise Jane abbracciandoli con lo sguardo. Il volto dei due bambini non mostrò nessun cambiamento apprezzabile, sembrava che la presenza della nuova istitutrice fosse un evento privo di importanza.

-Glenn e Cécile sono i figli di mia sorella Jennifer -spiegò il marchese credendo che lei non fosse informata della faccenda -Mia sorella e mio cognato, il conte di Rochester, sono morti circa cinque mesi fa in un malaugurato incidente. I bambini sono rimasti illesi grazie a Dio.

-Sì, My Lord -rispose Jane -sono stata avvisata del grave lutto che avete subito. Mi dispiace sinceramente.

-Grazie -replicò il marchese incuriosito. -Chi vi ha informato?

-Il vetturino, My Lord. Mi disse che in città tutti conoscono le peripezie della vostra famiglia.

John Risewell si corrugò.

-E cos’altro vi avrebbe detto quell' uomo?- la interrogò.

-Ecco … disse che anche voi tempo fa subiste un incidente, ma solo questo, senza nessun altra informazione.
Jane sperò che il marchese integrasse quello che il vetturino non aveva voluto chiarire, ma al contrario l’uomo sembrò irritato da quelle indiscrezioni e strinse le labbra. Senza proseguire sull’argomento, ordinò al maggiordomo di servire la cena, poi si rivolse ai bambini.

-Glenn, Cécile, salutate la vostra nuova istitutrice.

Jane riportò la sua attenzione sui due piccoli sconosciuti che spiavano ogni sua mossa senza muovere un muscolo. Il bambino fece spallucce e iniziò a parlare.

-Benvenuta miss Julie -disse con voce atona. Io sono Glenn e ho sette anni.

Cécile lo imitò e si presentò.

-Benvenuta miss Julie, sono Cécile e ho nove anni- poi all' improvviso azzardò -Le fa male quella ferita sulla guancia?

Jane provò un immediato sollievo per quel tentativo di comunicazione. Sorrise.

-A volte -rispose.

Anche Glenn, su esempio della sorella, sciorinò una domanda che gli bruciava sulla lingua.

-Tu hai paura dei fantasmi?

Il marchese lo corresse senza indugio.

-No, Glenn. Devi dare del voi alla signorina Julie. Avete paura dei fantasmi, miss Julie?

Jane guardò il piccolo con tenerezza. Forse pensava all' istitutrice morta di spavento. Forse aveva paura di sperimentare ancora una volta l’orrenda e imprevedibile esperienza della morte.

-No, Glenn -rispose -credo proprio di no. Tu hai paura?

Il bambino scosse la testa.
-Io non l' ho mai visto- disse -e nemmeno Cécile. Da noi non viene mai. Io non sono un Risewell ma un Rochester.
Jane fissò il marchese perplessa. Lui annuì per confermare le parole del nipote.

-L’odio di Eleanor è riservato ai maschi dei Risewell- disse.

-Volete raccontarmi la storia per favore, My Lord?- supplicò Jane sempre più desiderosa di conoscere la verità. Perché il fantasma di quella donna tormentava gli uomini di quella casa? Quale misterioso motivo aveva causato la permanenza di quello spirito inquieto nel castello?
John Risewell sospirò rumorosamente. Le mani grandi dalle dita forti si poggiarono sulla tavola ai lati del piatto che il maggiordomo stava riempiendo con un mestolo di carne in salsa.

-Mangiate, miss Julie - suggerì. -Dopo cena vi rivelerò ciò che desiderate.

Il silenzio regnò durante il pasto. I due bambini non aprirono bocca, il marchese sembrava accigliato e Jane ragionava tra sé ed osservava gli altri commensali. Cécile era bruna e graziosa, troppo gracile forse in apparenza e soprattutto priva di sorriso. Glenn era biondo con due iridi verdi fantastiche ma anch’esse annegate nel vuoto. Dopo le presentazioni avevano ricominciato ad ignorarla. Jane pensò che quei due bambini avevano subito più di un trauma e non sarebbe stato facile conquistare la loro fiducia e aiutarli a recuperare la gioia di vivere.

Il fantasma di Hatfield CastleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora