Cap.16 - una nuova amica

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-Che succede?-ripeté l' interlocutore del visconte. Jane capì che lui stava guardando verso di lei. Il cuore le batteva così forte che le rimbombava nelle orecchie.
-Ho sentito qualcosa - rispose infine il giudice dopo un lunghissimo istante di silenzio.-Qualcuno ci spia.
-Non c'è nessuno,-replicò l' altro.
-Nella toilette-insisté il giudice facendo cenno col capo.
Jane sbiancò di colpo. Nell' attimo in cui l'ombra avanzò manifestando l' intenzione del visconte di sbirciare all' interno della soglia, una donna anziana piuttosto alta si avviò con passo sostenuto verso i due uomini. I capelli d’un candore uniforme erano acconciati dignitosamente e arricciati come una parrucca e un filo di rossetto rendeva evidenti le labbra sottili all' interno del viso dalla carnagione chiarissima. Il giudice si ritrasse subito con una smorfia di irritazione e lasciò entrare nella toilette la signora che lo scrutò corrugata.
La nuova venuta si diresse verso lo specchio, poi notò Jane incollata all' anta e sollevò le sopracciglia dalla sorpresa. La ragazza si affrettò a farle cenno di tacere battendo più volte l'indice sul naso. L' anziana ritornò verso la porta, spinse indietro Jane per liberare l'anta e dopo aver nuovamente gettato lo sguardo sul giudice che indugiava a un passo dalla soglia, la rinchiuse.
-Che cosa vi succede, signorina?- domandò con voce sommessa.
-Quei due uomini -bisbigliò lei con un filo di voce e scuotendo il capo ripetutamente-Non devono vedermi, la prego.
La donna non chiese altro, andò allo specchio, si sistemò l'acconciatura, si lavò le mani in un lavabo, poi si ritirò dietro un paravento. Jane udì che urinava. L'abbigliamento decoroso ma non di lusso e il modo sbrigativo di rapportarsi le fecero pensare ad una donna della media borghesia.
Quando uscì, si lavò ancora le mani e dopo essersi bene asciugata con delle salviette appese accanto al lavabo, raggiunse la porta. Con il dito fece cenno alla ragazza di celarsi dietro il paravento poi, appena Jane stupita e inquieta obbedì portandosi dietro anche la valigia, spalancò senza indugio la porta. Il complice del giudice era lì davanti e aspettava che uscisse.
-Signora,- la interpellò bruscamente -mia sorella è entrata già da un quarto d'ora e non è uscita. L' ha vista? Ho timore che si sia sentita male.
-Sua sorella?-ripeté l'anziana con la faccia più sorpresa del mondo -nella toilette non c'è nessuno.
-Davvero?- replicò l' altro poco convinto continuando a gettare delle  occhiate furtive sopra la spalla della sua interlocutrice.
La donna si scostò per permettergli di sbirciare agevolmente dietro di sé. Il furfante però avvistò il paravento e insospettito, fece come per entrare a controllare. L' anziana intuì la mossa e lo precedette. Con una rapidità inconsueta per una donna così avanti negli anni, indietreggiò, girò dietro il paravento incrociando gli occhi sbarrati della fuggiasca, afferrò il manico del vaso da notte e si avvicinò all' uomo che aveva varcato la soglia.
-Siete voi che avete l'incarico di svuotare la bourdaloue?- domandò porgendogli il recipiente con l' urina.
Il manigoldo si tirò indietro.
-Vi ho detto che cerco mia sorella!-protestò.
-Allora non potete entrare!-esclamò indignata la donna -Come vedete non c'è nessuno e la vostra presenza qui mi dà molto da pensare. Protesterò con la direzione del locale! Non crediate che io sia un'ingenua! La scusa della sorella per potervi nascondere nella toilette femminile e fare chissà che cosa di indecente, è vergognosa!
Il furfante si ritirò immediatamente e appena fuori bisbigliò al giudice:
-Il bagno è vuoto!
Il visconte Corbeld perplesso annuì e fece cenno allo scagnozzo di allontanarsi.
La donna aveva rinchiuso la porta dietro di sé e Jane poté finalmente sbucare dal retro del paravento. Quell' estranea l' aveva salvata! E adesso? Poteva azzardarsi ad uscire? No! Sicuramente il giudice era ancora nei dintorni. Dove nascondersi? Dove andare? L' unica cosa che le venne in mente fu il terzo colloquio che doveva sostenere nell' Hertfordshire presso il marchese di Hatfield, Lord John Risewell. Una possibilità remota di essere assunta, date le due esperienze precedenti, ma non vedeva altre vie da percorrere. Inoltre il marchese le aveva inviato il denaro per il viaggio ed era giusto che lei lo usasse per raggiungerlo oppure trovasse il modo di restituirlo al legittimo proprietario.
Mentre sostava riflettendo in mezzo alla toilette,  la porta si spalancò e si ritrovò davanti la donna anziana.
-Chi siete?- le domandò quest' ultima puntandole gli occhi addosso-e perché vi nascondete?
La ragazza ammutolì confusa e spaventata. Cosa raccontare? Poteva fidarsi?
Come se avesse intuito le sue preoccupazioni la signora rivelò:
-State tranquilla. Quel bellimbusto con la puzza sotto il naso non vi darà più fastidio. La sua carrozza è partita qualche minuto fa.
-Ne siete sicura?
-Certamente! Ho controllato che si allontanasse prima di tornare da voi. E adesso ditemi, perché state fuggendo? Avete dei guai con la legge?
Jane la guardò sdegnata.
-Assolutamente no!
-Se è così, perché vi nascondete?- insisté la donna.
-Mi nascondo da quell' uomo. Voi, signora, non avete idea di quali nefandezze egli sia capace.
Un sorrisetto furbo comparve sulle labbra rosee della donna che poi si trasformò in compassionevole.
-Vi credo sulla parola. Non ho mai visto nessuno spaventato quanto voi.
Jane sospirò di sollievo. Quella cara persona non solo l' aveva salvata senza chiederle nulla in cambio, ma le credeva! E grazie a lei poteva lasciare senza timore la toilette poiché le aveva annunciato la partenza frettolosa del giudice!
-Bene -concluse la donna -Adesso potete uscire. Avete qualcuno che vi aiuta?
Jane scosse la testa mentre affiancava la sconosciuta che rientrava nella sala da tè.
-Sono venuta a Exeter per un colloquio di lavoro- spiegò.
-Ah sì - annuì la sua interlocutrice -ho assistito alla scena incresciosa. Mi è dispiaciuto per voi.
-Grazie. Siete gentile. Non mi conoscete affatto eppure mi avete aiutato senza chiedere nulla. Posso sapere il vostro nome?
La donna esitò e la fissò stringendo le labbra, come se ragionasse sull'opportunità di presentarsi. Jane subito replicò.
-Vi prego di perdonarmi, non avevo intenzione di pesare ancora di più su di voi ma solamente di conoscere la persona a cui va la mia eterna riconoscenza.
Fece una riverenza per congedarsi.
-Grazie di tutto. Voglia il buon Dio concedermi un giorno di ricambiare tutto il bene che avete fatto per me.
L' anziana donna sorrise.
-Calma, calma, signorina-disse-credo che possiate permettervi adesso un momento di pausa. Sono lady Mary Sanders e qui fuori c'è la mia carrozza. Venite a casa mia e ristoratevi a pranzo. Se volete, mi racconterete il motivo della vostra fuga e se possibile vi aiuterò.
La proposta era allettante. Le troppe emozioni avevano creato in Jane una tensione altalenante che rischiava di farla crollare. Era a pezzi e niente le sarebbe stato più gradito di potersi rilassare in un posto sicuro.
-Accetto volentieri il vostro invito -rispose di getto, poi subito dopo trasalì.
-La mia valigia!-esclamò -l'ho lasciata dietro il paravento!
Corse nel corridoio della toilette e individuò nel fondo una porta che in precedenza non aveva notato, forse perché quando era entrata nel bagno l’aveva trovata chiusa. Adesso era spalancata e si notava che portava all' esterno, su una via, forse nel retro della sala da tè. Ebbe un  brutto presentimento. La porta della toilette era aperta e dentro non si vedeva nessuno. Con ansia crescente girò dietro il paravento e il cuore le si gelò nel petto. La valigia era sparita! Lady Sanders comparve sulla porta.
-Tutto a posto, cara?
-Mi hanno rubato la valigia!- gridò.
-Oh santo cielo!- esclamò la donna -ne siete certa?
-Era qui dietro!
Lady Sanders scosse il capo.
-Qualcuno è entrato di nascosto. Capita, è già successo. La padrona dovrebbe chiudere a chiave quella porta! Chiunque dall' esterno può decidere di entrare a rubare. Spero che non abbiate perso niente di prezioso che non possiate ricomprare, mia cara.
Jane esplose dalla disperazione. Aveva già ingoiato le delusioni di due colloqui di lavoro che l' avevano umiliata. L' incontro successivo con colui che l’aveva ridotta in quello stato pietoso era stato devastante e adesso il furto la privava di ciò che aveva messo da parte con pazienza per costruire il suo nuovo futuro.
-Ho perso tutto!-gridò-I risparmi di dieci anni di lavoro! Non è possibile! Non è possibile che mi stia capitando anche questo! Non ce la faccio più! Dio mio, aiutami!
La sua prostrazione era così profonda che lady Sanders si spaventò e temette che quella ragazza sfortunata potesse compiere qualche gesto inconsulto.
Poiché i clienti della sala li scrutavano incuriositi e agitati, la donna si affrettò a spiegare l’accaduto alla padrona del locale ed entrambe accompagnarono Jane alla gendarmeria per denunciare il furto. Il poliziotto le diede poche speranze: senza descrizione del manigoldo ritrovare la sua borsa da viaggio era come cercare un ago in un pagliaio.
"Tuttavia può succedere", aggiunse per consolarla poiché la sventurata, in preda alla più nera disperazione, era scoppiata in un pianto convulso.

🙆

Eccomi qui, Jane è sfuggita al giudice ma non a un ladro. Ha perso tutto! Ma ha una nuova amica!
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