PARTE SECONDA - 40 - HACHE

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Scendete, sn qui😎​


Invio il messaggio a Vane e aspetto.

Finalmente è giovedì. Ora sì che ci divertiremo! Non vedo l'ora di arrivare a Portals Nous.

Poco dopo, il portone di ingresso si apre, e le due ragazze escono. Le saluto e do loro una mano a caricare le loro piccole valigie in macchina. Mi accorgo che Cara è una visione molto deconcentrante. Il suo prendisole arancione è molto leggero e trasparente, tanto che si riesce a vedere distintamente il bikini sottostante. Ed è pure molto aderente, evidenziando le sue curve ancora lievemente adolescenziali, ma non per questo meno sviluppate.

Avevo organizzato questa gita fuori porta apposta per dimenticarla e togliermi ogni possibile pensiero di lei dalla testa, e invece me la sono ritrovata nuovamente in mezzo ai piedi. Accidenti a lei e alla sua voglia di seguirci. Spero solo che non si riveli un accollo insopportabile...


Il tragitto fino a Portals Nous richiede meno tempo del solito. A quest'ora di giovedì mattina non c'è troppa gente in strada. Le ragazze parlano per tutto il tempo, soprattutto chiedendomi cosa faremo in questi giorni.

«Voi volete organizzare troppe cose» dico. «State calme, e godetevi il viaggio.»

È una bella giornata. Sole, cielo azzurro accecante e neanche un alito di vento. Il tempo ideale per percorrere la costa di Maiorca in macchina.

Arriviamo a Portals Nous alle nove e mezza. Il cancello della casa al mare dei miei genitori si delinea davanti a noi, una villetta su due piani con un giardinetto di ciottoli ed erba. La distesa azzurra del mare si staglia a duecento metri, scendendo lungo la collinetta. Ho portato così tante ragazze qui da averla ufficialmente eletta come mio rifugio anti-accollo.

«È bellissima, Hache» mormora Vane, guardandosi attorno. «Proprio come me la ricordavo...»

«Quanti ricordi, eh?» faccio. «Dobbiamo ricominciare a frequentarla più spesso.»

«Dopo averla rivista così, mi sa che concordo con te. È proprio... Cara, esci o resti lì?» Batte l'unghia sul finestrino, provocandomi un mezzo infarto.

«Scusate, stavo avvisando le mie amiche. Bel posto!»

«Non te la ricordi, amore? Siamo venuti in vacanza qui tutte le estati fino ai tuoi otto anni.»

Certo. Fino ai suoi otto anni. Me li ricordo bene. Allora io, Vane e Felipa potevamo uscire quando volevamo, senza pericolo che a casa mancasse qualcuno a badare a Cara. Il pensiero che, ai miei quasi diciotto anni, lei mettesse ancora i braccioli gonfiabili per fare il bagno... mi fa rabbrividire.

«Vogliamo andare, cugino?» Vane mi riporta al presente dandomi una pacca sulla spalla.

«Eh? Oh, sì.»

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