18 - HACHE

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Do un'occhiata all'ora. Merda, ma quanto ci mette Carmen a scendere...

Inganno l'attesa guardandomi attorno. Il parcheggio è tranquillo e silenzioso. A una ventina di metri, seduti sui gradini davanti al portone d'ingresso, due ragazzi chiacchierano e bevono da delle bottigliette di vetro. Sicuramente qualcosa di alcolico.

Passano due minuti, poi tre. Il portone si apre e ne escono due figure. Una è Carmen, la riconosco subito. Indossa abiti scuri: un giubbetto e una gonna attillata. L'altro presumo sia un suo amico.

I due ragazzi seduti si voltano a guardarli. Uno di loro si alza. Non capisco cosa voglia, ma poco dopo si avvicina anche il secondo. Forse sono altri conoscenti che li stavano aspettando...

Improvvisamente succede qualcosa di strano: l'amico di Carmen si piazza fra lei e il secondo ragazzo. Quello gli molla una spinta che lo fa cadere a terra. Carmen si getta ad aiutarlo ad alzarsi.

Inizialmente penso si tratti di uno scherzo rude fra amici, di quelli che faccio anch'io con i miei. Qualcosa per cui non valga nemmeno la pena intervenire. Ma quando poi vedo il primo ragazzo afferrare Carmen da dietro, e il suo amico che prova a difenderla, capisco che non stanno affatto scherzando!

"Merda, Carmen!"

Prendo fuori dal portaoggetti lo scaldacollo sdrucito che tengo lì da non so quanto tempo. Me lo infilo coprendomi la bocca e il naso.

Scendo dalla macchina e raggiungo di corsa il gruppo. Non c'è più traccia dell'amico di Carmen, ma non me ne importa niente, visto che uno di quei due stronzi la sta per bloccare spalle al muro.

Arrivato a distanza di tiro, gli afferro la spalla e lo giro. Gli faccio partire un gancio alla mandibola. Ignorando il male alla mano, lo afferro per la camicia, spingendolo contro il muro. Tiro su il ginocchio di scatto, centrandolo in pieno nelle palle.

«Mollalo, stronzo!» Mi sento afferrare da dietro dal suo amico.

Gli mollo un pestone fortissimo sul collo del piede. Lui urla di dolore, allentando la presa. Libero il braccio e lo allontano con una spinta, mandandolo gambe all'aria giù per le scale.

Il suo amico è ancora chino a terra con le mani sulle parti basse. Lo tiro su per la camicia, spingendolo via. «Dileguati, ¡cabrón! Cammina.»

Il suo amico lo afferra da dietro il braccio e si allontanano. Salgono su una vecchia Ford e sgommano via lungo la strada alberata.

"Hijos de puta..."

«Ci conosciamo?»

Mi volto. Carmen mi sta guardando come se le volessi rubare il cellulare. I suoi grandi occhi neri sono inquieti e sospettosi. Le tremano le mani, non so se per l'adrenalina o la paura. Già, avevo dimenticato di essere mascherato...

«Ti sei già scordata?» faccio, abbassandomi lo scaldacollo.

«Hache?» Il suo sguardo si illumina.

«Sorpresa!»

«Ma che ci fai qui?»

«È una lunga storia, sai...»

Vengo interrotto dal rumore del portone che si apre. Tre ragazzi escono di corsa. Uno di loro è il suo amico, quello che l'ha lasciata in balia dei due teppisti. Mi tiro di nuovo su lo scaldacollo, per non farmi riconoscere ed evitare possibili problemi.

«Cara, eccoci!» esclama, ma si guarda attorno come se la scena gli fosse nuova. «Ma che è successo? Dove sono quei due?»

«Abbiamo risolto, ragazzi» rispondo io. «Andate pure.»

I due ragazzi dietro ci guardano confusi e tornano dentro. Lui resta fermo imbambolato, guardandoci come un ebete.

«Cara, cosa...»

«Sto bene, giusto per la cronaca» sbotta lei. Dal tono capisco che è furiosa con lui, e ne ha tutte le ragioni. Abbandonare gli amici durante una rissa è proprio una mossa da stronzi.

«No, ascolta...»

«Fai silenzio» lo interrompo io. «Ringrazia che ero nei paraggi, sennò sai cosa sarebbe successo?»

«Ero andato... Ma scusa, tu chi sei?»

«Quello che ha risolto il problema.»

«Ma che vuoi? Stavo...»

«Fai più bella figura a stare zitto, amigo.» Indico il portone. «Torna in casa, che è meglio. Questo lo sai fare bene, no?»

Lui guarda Carmen, forse in cerca di appoggio, ma lei distoglie lo sguardo, furiosa.

«Ho capito» mormora. «Buonanotte, Cara...»

«'notte» borbotta lei.

Entra nell'ingresso e si chiude il portone alle spalle.

Guardo Carmen, facendo un cenno verso il parcheggio.

«Vieni, ti porto a casa.»

PROBLEMI IN PARADISODove le storie prendono vita. Scoprilo ora