8 - HACHE

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Tornando a casa guido più piano del solito. Che serata... Quante chiacchiere e quanti ricordi.

Vane, Vane... Povera donna. Una leonessa ormai addomesticata. Dubito fortemente che tornerà quella di prima, ma se non altro riprenderò a frequentarla, e tanto mi basta.

Un pensiero mi fa scuotere la testa. Dare consigli a Carmen? Questa è buona! Non avrei mai creduto che fosse alle prime armi. Certo, potrei consigliarle qualcosa, ma ho quasi il doppio dei suoi anni e, in effetti, fin troppa esperienza rispetto a lei. Ormai non ricordo più come ho approcciato le mie prime volte. Adesso ritengo di avere eccessiva confidenza e sicurezza, cose che lei, a quanto pare, non ha, o non ha abbastanza. Rischierei di farle fare una brutta figura, peggiorando solo la situazione. Spero proprio che madre e figlia non ne abbiano parlato...

Il telefono della macchina squilla. Sul display dell'infotainment leggo Bernardo, il mio meccanico di fiducia. Che coincidenza, avevo in mente di ringraziarlo per l'upgrade alla mia piccola.

«Ciao, bello!» rispondo.

«Ehi, Hache! Allora, come va la belva?»

«Siete stati fantastici, come sempre! Senti qua.»

Premo a fondo l'acceleratore, facendo ruggire il motore. Probabilmente nessuna ibrida fa un suono del genere in tutte le Baleari. Devo aver fatto sobbalzare metà dei pedoni in strada.

«Perfetta» commenta lui. «Era proprio ciò che volevamo!»

«Mi hai chiamato solo per questo?»

«No. Io e Gonzalo abbiamo finito di lavorare adesso; sai, la contabilità. Vieni a bere qualcosa con noi?»

«Sai che non dico mai di no a un'uscita. Dove ci troviamo?»

«In officina da noi, c'è un locale dietro l'angolo.»

«Non ci sono mai stato.»

«Da stasera diventerai un frequentatore abituale! Ti aspettiamo qui fuori.»

«Arrivo. A dopo.» Riaggancio e metto la freccia, cambiando direzione. Non importa l'ora o il momento della giornata. Horacio Martinez ha sempre tempo per due cose: il sesso e un'uscita fra amici.


Il locale ha l'aspetto di un pub irlandese. Ambiente scuro, bancone lungo e stretto, panche di legno, un grande televisore sulla parete in fondo, dove stanno trasmettendo un'amichevole di calcio. Barcellona-Siviglia. È molto diverso dai locali sulla spiaggia con i tavoli all'aperto a cui sono abituato. Più adatto a Bernardo e Gonzalo, ma non mi dispiace.

Ordiniamo un tanque di birra a testa e occupiamo un tavolo davanti al televisore. Gonzalo si gira subito a guardare la partita e a esultare, lasciando me e Bernardo a chiacchierare da soli.

«Come ti va il lavoro?» mi domanda.

«Molto bene. Oggi ho chiuso un altro contratto. Se non lo facevo, il mio capo moriva.»

«A proposito: grazie ancora per avermi fatto entrare. Con gli interessi sul fondo ho dimezzato la mia rata del mutuo.»

«Vedi che non ti prendevo per il culo?»

«Tra qualche giorno venderemo una commessa di alberi a camme. Appena mi arrivano i soldi ti faccio uno squillo e me li depositi sul fondo.»

«Certo. Vedo che hai già capito come funziona.»

«Ho solo un dubbio...» Tira fuori il cellulare e apre l'app della nostra banca. «Questa roba è sicura?»

«Non preoccuparti, sei in una botte di ferro.»

PROBLEMI IN PARADISODove le storie prendono vita. Scoprilo ora