45 - CARA

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Finalmente! Sono così felice!

Hache si sta lasciando andare. Mi balla praticamente attaccato. La mia tattica del ballo sensuale ha funzionato.

«Beviamo qualcosa?» gli propongo, dopo due ore di ballo. Hache solleva il pollice. Ho veramente bisogno di bere. La cosa positiva è che sono in buone mani, qualora dovessi ubriacarmi...

La barlady non si prende la briga di chiedermi i documenti. In dieci minuti siamo già al secondo sex on the beach. Mi sento brilla, con la mente leggermente offuscata, ma ancora vigile.

«Molto meglio di Portals Nous, eh?» fa Hache, divertito.

«Puoi dirlo forte, ¡hombre!»

Si guarda in giro, lo sguardo pericolosamente interessato verso le molte ragazze che ballano sulla spiaggia. Io lo guardo sognante. È così bello e naturale, nei suoi vestiti casual. Sembra ancora più giovane.

«Non male!» dice. «Aspettami qui, arrivo subito.»

"Ma cosa..."

Sul lato opposto del bancone ci sono due ragazze che stanno bevendo e ridacchiando. Sembrano poco più che ventenni, forse nemmeno spagnole, belle da matti. E purtroppo Hache le ha adocchiate. Merda, sono una stupida! Avevo quasi sperato di aver fatto colpo su di lui, ma ho dimenticato la cosa più importante: lui mi vede al massimo come un'amica e una lontana parente. Non potrà mai vedermi più di così. Sono troppo giovane e inesperta, per uno come lui.

La rassegnazione sta prendendo possesso di me, ma non è niente, in confronto alla gelosia che sto provando nel vederlo stringere la mano e presentarsi alle due ragazze.

No. Non può finire così!

Sollevò la mano per chiamare la barlady.

«Altro giro?» domanda.

Allungo dieci euro sul bancone. «Una Coca-Cola con ghiaccio. E... Hai qualcosa di forte? Intendo, davvero forte?»

«Non voglio prendermi responsabilità...» fa, scuotendo la testa.

«Non è per me. È per...» Indico Hache col mento. Lei fa un sorriso sbarazzino.

Guardo Hache, che sta già facendo ridere le due ragazze come matte. Una lo sta iniziando a toccare sul braccio. Stringo i pugni sul bancone.

Per fortuna, la barlady ha finito. Mi allunga due bicchieri di liquido nerastro davanti. Quello a destra sembra più un intruglio di acqua arrugginita. Ho una mezza idea di cosa può avermi preparato.

«Long island iced tea» dice, quasi allusiva. «Ho messo meno cola e più alcol.»

«Muchas gracias» sorrido. Lei mi fa l'occhiolino.

Prendo i miei due bicchieri. Si va in scena.


«Hache, quanto ci metti?!» esclamo, piombando come un falco in mezzo al gruppetto.

Le due ragazze mi fissano sgranando gli occhi, poi guardano Hache, altrettanto scioccato.

«Piacere, sono Carmen.» Sfodero il mio sorriso più smagliante e al tempo stesso minaccioso.

Le ragazze se ne vanno, l'espressione indignata in faccia. "Brave, sparite!"

Hache si pizzica la base del naso. «Ma che ti è saltato in mente?»

«Ti ricordo che non devi mai lasciarmi da sola» replico innocentemente, «o mia madre ti ucciderebbe.»

«Perché resti cinque minuti per conto tuo?» Si volta, appoggiandosi al bancone.

PROBLEMI IN PARADISODove le storie prendono vita. Scoprilo ora