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Poco dopo, decido di lasciare la biblioteca e di tornare al mio dormitorio. L'idea che Tom e io abbiamo una stanza separata dagli altri perché siamo considerati pericolosi mi fa rabbrividire. È come se l'orfanotrofio sapesse qualcosa di noi che noi stessi non comprendiamo appieno.

Mi chiedo cosa abbiano visto in noi per giustificare una misura così estrema. Forse è il nostro isolamento, la nostra tendenza a evitare il contatto con gli altri ragazzi. O forse c'è qualcosa di più oscuro, qualcosa che sfugge al nostro controllo.

Entro nella nostra stanza e trovo Tom seduto sul letto, circondato da un'atmosfera strana e tesa. I suoi occhi sono fissi su qualcosa davanti a lui, e seguo il suo sguardo per vedere cosa stia guardando.

Quello che vedo mi lascia senza fiato: un serpente, lungo e sinuoso, si muove silenziosamente sul pavimento della stanza. Il suo corpo scivola in modo elegante, mentre la sua lingua biforcuta assaggia l'aria.

Tom sembra completamente assorto nella conversazione con il serpente, come se fosse l'interlocutore più naturale del mondo. Parla con voce morbida e tranquilla, mentre il serpente sembra ascoltare con attenzione, la testa leggermente inclinata.

Mi avvicino lentamente, incerta su cosa fare. Non ho mai visto niente del genere prima d'ora, e mi chiedo se sia sicuro. Ma Tom sembra tranquillo e padrone della situazione, quindi decido di rimanere e osservare.

Il serpente emette un sibilo sommesso, e Tom risponde con un sorriso malizioso. Mi avvicino lentamente, osservando il serpente con una strana mescolanza di timore e fascino. "Tom, cos'è questo?" chiedo, cercando di nascondere la mia preoccupazione sotto un velo di calma.

Tom mi guarda con un'espressione enigmatica. "Questo è Asmodeo," risponde, la sua voce morbida e tranquilla. "È un amico."

"Un amico?" ripeto, incapace di nascondere il mio stupore. "Ma... è un serpente!"

Tom sorride, ma c'è qualcosa di sinistro nel suo sorriso che mi fa rabbrividire. "Gli animali possono essere dei compagni fedeli, Lilibeth," dice, con un tono che mi fa rabbrividire. "A differenza degli umani, non giudicano."

Mi sento a disagio, come se ci fosse qualcosa che sfugge al mio controllo. "Ma... come hai fatto a... a parlare con lui?"

Tom si alza in piedi, e il serpente si avvicina a lui, come se lo stesse seguendo. "Non è questione di parole," risponde Tom, con un sorriso enigmatico. "È questione di comprensione. Asmodeo e io ci capiamo a livello più profondo."

"Tom, è un serpente!" esclamo di nuovo spaventata a sapere che un rettile è poco lontano da dove io dormo. "E Chelsi ha un ratto di compagnia nel dormitorio comune; non penso sia un problema avere un serpente in camera" mi risponde Tom mentre il rettile si arrotola sul suo polso.

"A me fa schifo comunque" preciso tenendo la distanza per quanto mi è possibile. Tom osserva il serpente con un misto di affetto e orgoglio, come se fosse l'unica cosa al mondo che lo comprenda veramente. "Asmodeo è diverso dagli altri animali. Ha un'intelligenza e una sensibilità che va oltre ciò che gli umani possono percepire."

Mentre Tom parla, il serpente si avvicina a me con un movimento sinuoso, la sua lingua biforcuta danza nell'aria. Sento un brivido lungo la schiena, ma cerco di mantenere la calma. "Non ti farà del male," assicura Tom, notando la mia esitazione. "È curioso di conoscerti."

Mi avvicino lentamente al serpente, osservandolo con cautela. Nonostante il mio timore iniziale, riesco a percepire una sorta di calma emanare da lui, come se fosse consapevole della mia presenza e non rappresentasse alcuna minaccia.

"Mi chiamo Lilibeth," dico, cercando di mantenere la mia voce ferma nonostante la mia ansia. Il serpente mi osserva con occhi lucenti, e sento un leggero contatto contro il mio polpaccio mentre si avvicina a me. Sorprendentemente, non provo repulsione, ma una strana sensazione di connessione, come se ci fosse un'intesa tacita tra noi.

Tom osserva la scena con interesse, il suo sorriso si allarga leggermente mentre osserva la mia interazione con il serpente. "Vedi?" dice, con un tono trionfante. "Asmodeo sa riconoscere un'anima affine quando la vede. Avere gli stessi occhi, rossi come il fuoco" afferma poi mentre il serpente sale sul mio braccio.

La mensa dell'orfanotrofio è immersa nel consueto trambusto durante la colazione, con gli altri ragazzi che chiacchierano e ridono mentre mangiano. Mi siedo al mio posto abituale, cercando di ignorare gli sguardi sprezzanti e le risate sommessamente sussurrate che sento provenire dagli altri tavoli.

Mentre sto per afferrare un pezzo di pane raffermo, il frastuono della mensa viene interrotto da un'insolita presenza. Un gufo entra dal finestrino aperto e vola con grazia sopra le nostre teste, attirando l'attenzione di tutti i presenti.

La sua presenza è strana e inaspettata, e tutti i ragazzi si voltano a guardarci con curiosità e interesse. Mi sento improvvisamente a disagio, come se fossimo sotto i riflettori di una scena che non vogliamo davvero condividere.

Il gufo si posa sul mio tavolo con un movimento elegante e maestoso, e mi guarda con occhi luminosi e penetranti. Le ali battono leggermente mentre estrae una lettera da una tasca nascosta tra le piume, e la poggia delicatamente davanti a me.

La lettera è sigillata con un sigillo di cera rossa, e il mio cuore batte veloce nel petto mentre la afferro con le mani tremanti. È evidente che questa non è una lettera ordinaria, e il timore mi fa rabbrividire mentre mi chiedo cosa possa contenere.

Con gesti incerti, rompo il sigillo e apro la lettera con cautela. Le parole stampate sul foglio sono scritte con eleganza e precisione, e i miei occhi scorrono rapidamente le righe mentre cerco di assorbire il loro significato.

"Signorina Lilibeth,

Siamo lieti di informarla che è stata accettata alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Le nostre lezioni inizieranno il prossimo autunno, e ci auguriamo di darle il benvenuto nel nostro istituto.

Si prega di leggere attentamente le istruzioni allegate per quanto riguarda l'equipaggiamento necessario e il trasporto per Hogwarts. Attendiamo con impazienza il suo arrivo e il suo ingresso nel mondo della magia.

Cordiali saluti,

Albus Silente
Vice Preside"

Le mie mani tremano mentre tengo la lettera tra le dita, incredula di ciò che sto leggendo. Hogwarts... la scuola di magia e stregoneria di cui ho sentito parlare solo nei racconti e nelle leggende. È una cosa reale, e sembra che io sia stata accettata come studentessa. È l'opportunità di una vita, un'occasione per abbandonare il mio passato e questo posto terrificante.

Ma il mio momento di gioia e speranza viene interrotto bruscamente quando vengo richiamata dalla direttrice con severità. Con il cuore che batte velocemente nel petto, mi dirigo verso il suo ufficio, pregando silenziosamente che questa convocazione non significhi guai.

La figlia del diavolo Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora