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Il tempo passa lentamente, con le tensioni tra me e Tom che continuano a bruciare sotto la superficie. L'autunno sfuma lentamente in inverno e, quando finalmente arriva Natale, la maggior parte degli studenti si prepara ad andare a casa per le vacanze. Il corso dei miei pensieri si interrompe mentre osservo il gruppo di ragazzi impacchettare i loro bagagli, pieni di entusiasmo per le vacanze imminenti. Tuttavia, io e Tom rimaniamo indietro, entrambi con i nostri motivi personali per non tornare a casa. Mentre gli altri studenti partono, lasciando Hogwarts immersa in una quiete irreale, io e Tom ci troviamo ad affrontare il periodo festivo insieme, isolati dagli altri nell'immenso castello.

Fuori dalla finestra, la neve inizia a cadere dolcemente, aggiungendo un tocco di magia all'aria natalizia. Siamo seduti di fronte al tavolo nella Sala Grande, circondati da un'atmosfera di tranquillità e solitudine. Tom osserva attentamente la scacchiera, con la mente concentrata sulle possibili mosse da fare.

Le risate e le voci allegre creano un sottofondo piacevole alla nostra partita. "La scuola sembra così diversa durante le feste," osservo, lasciando vagare lo sguardo sulla sala comune decorata con festoni e luci natalizie.

Tom solleva appena lo sguardo dalla scacchiera, un'espressione di disinteresse attraversa il suo volto. "Non mi interessa molto l'atmosfera festosa," ammette con voce neutra, tornando subito alla partita.

Con un sorriso di soddisfazione, guardo la scacchiera e realizzo di aver vinto. "Scacco matto," annuncio con un tono di trionfo, spostando con un gesto vittorioso il mio pezzo finale.

Tom solleva lo sguardo dalla scacchiera, un'espressione di sorpresa e ammirazione sul volto. "Brava," ammette, con un leggero sorriso che si fa strada sulle sue labbra. "Hai giocato bene."

Mi sento orgogliosa della mia vittoria, anche se so che Tom è un avversario formidabile. "Grazie," rispondo con un sorriso radioso, godendomi il momento di trionfo.

Mentre torniamo alla sala comune, una voce chiara e melodiosa risuona nell'aria, catturando la nostra attenzione. Ci fermiamo entrambi per ascoltare, cercando di identificare la provenienza del suono.

"Che cosa sarà?" chiedo a Tom, notando il suo sguardo attento mentre cerchiamo di individuare la fonte del suono. Il mio cuore inizia a battere più velocemente mentre ci avviciniamo alla fonte del suono. "Tom, senti?" dico, cercando di controllare l'ansia nella mia voce.

Lui annuisce, gli occhi fissi nella direzione da cui proviene la voce. "Sì, sembra provenire da laggiù," risponde, la sua espressione diventa seria mentre ci avventuriamo più in profondità nella sala comune.

La voce diventa sempre più chiara man mano che ci avviciniamo, ma la tensione nell'aria aumenta. Ci fermiamo di fronte a una porta chiusa, la voce sembra provenire da dietro di essa. "Cosa facciamo?" chiedo, guardando Tom per un'indicazione su come procedere.

La porta si apre lentamente, rivelando un vuoto oscuro al di là. Con un'espressione perplessa, Tom e io ci scambiamo uno sguardo confuso. "Ma... dov'è andato?" chiedo, il mio respiro accelerato mentre cerco di capire cosa sia successo.

"Sangue" sento sibilare. Mi stringo a Tom, sentendomi vulnerabile e spaventata di fronte a questa minaccia invisibile.

Tom sembra concentrato, ma la tensione nel suo sguardo è palpabile. "Dobbiamo tornare in sala comune," suggerisce, prendendomi per mano con fermezza mentre ci allontaniamo dalla porta.

Continuiamo il nostro cammino in silenzio, ma sento il peso dell'ignoto e dell'oscuro che ci circonda, mentre il richiamo di quella voce malvagia risuona ancora nelle mie orecchie.

"Tom, credo che... non voglio dormire da sola stanotte," confesso, la mia voce appena sopra un sussurro mentre ci avviciniamo alla sala comune di Serpeverde.

Tom mi guarda con compassione, comprendendo la mia paura. "Va bene, Lilibeth," risponde gentilmente "sali da me".

Seguo Tom in silenzio mentre ci dirigiamo verso la camera che durante l'anno condivide con Black, Malfoy e Burkes. È strano vedere la stanza così vuota, Tom apre la porta e ci lasciamo entrare.

La stanza è illuminata debolmente dalla luce del fuoco che danza nel camino, creando un'atmosfera accogliente. Mi siedo sul letto di Tom che si siede accanto a me, guardandomi con un'espressione premurosa. "Ti senti meglio qui?" chiede con gentilezza, posando una mano sulla mia spalla.

Annui, sentendomi un po' più rassicurata dalla sua presenza. "Sì, grazie," rispondo con gratitudine. "Non so cosa ci fosse là fuori, ma mi ha spaventata."

Tom annuisce comprensivo, le fiamme del camino danzano riflesse nei suoi occhi scuri. Poso la testa sul cuscino e chiudo gli occhi, lasciando che la stanchezza della giornata mi porti via. "Buona notte, Lilibeth," sussurra Tom con dolcezza, la sua voce soffice nel silenzio della stanza. "Buona notte, Tom," rispondo con un sospiro, sentendomi finalmente avvolta dalla tranquillità del sonno.

La figlia del diavolo Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora