L'atmosfera nel castello era carica di tensione e attesa mentre l'ora del parto si avvicinava. Tom era al mio fianco, la sua presenza mi dava conforto e forza mentre affrontavo le contrazioni. Il nostro piccolo castello diventava il luogo in cui la nostra famiglia cresceva e si sviluppava, anche nei momenti più intensi.
Quando finalmente arrivò il momento, con il sostegno di Tom e dell'equipe medica, diedi alla luce il nostro figlio. La sala si riempì di gioia e sollievo quando il neonato emise il suo primo pianto, segno che era in buona salute.
Tom e io ci guardammo con amore e meraviglia mentre stringevamo tra le braccia il nostro piccolo miracolo. Il bambino, con i suoi occhi rossi come i miei, sembrava una promessa di futuro e speranza per la nostra famiglia.
"Benvenuto nel mondo, piccolo," sussurrai, stringendolo delicatamente contro di me.
Tom posò delicatamente una mano sulla testa del nostro figlio, i suoi occhi brillavano di emozione. "Guarda quanto è bello," disse con voce sommessa, il suo volto trasudava orgoglio paterno.
Le gemelle, Merope e Seraphina, entrarono nella stanza, sorridendo radiosi mentre la balia le accompagnava con dolcezza. I loro occhi si illuminarono di meraviglia quando videro il loro fratellino per la prima volta. Marvolo, così lo avevamo chiamato, giaceva tranquillo tra le nostre braccia, inconsapevole dell'attenzione che attirava.
"Merope, Seraphina, venite a vedere il vostro fratellino," li chiamai con un sorriso tenero.
Le gemelle si avvicinarono cautamente, osservando il piccolo con curiosità mista a un tocco di timidezza. La balia le incoraggiò dolcemente, assicurandosi che fossero delicate mentre si avvicinavano al neonato.
"Guardate, è il vostro fratellino," disse la balia con un sorriso affettuoso.
Merope si avvicinò per prima, osservando Marvolo con occhi ammirati. "È così piccolo," sussurrò con un sorriso incantato.
Seraphina la seguì da vicino, studiando attentamente il nuovo arrivato. "Sembra così tranquillo," commentò con una nota di meraviglia nella voce.
Tom e io guardammo le nostre tre meraviglie con un misto di orgoglio e amore. La nostra famiglia era completa, e nulla poteva essere più prezioso di quel momento di unità e felicità.
Lucifero entrò nella stanza con un sorriso beffardo, osservando il neonato con curiosità. "Ah, Marvolo," disse con un tono di approvazione. "Un altro erede per portare avanti il nostro sangue."
Mi irrigidii leggermente alla sua presenza, ma poi ricordai che, nonostante tutto, era ancora il nonno dei miei figli. "Sì, è il nostro piccolo Marvolo," risposi con una nota di cautela nella voce.
Lucifero si avvicinò con passo sicuro, osservando il neonato con un interesse che non potevo decifrare. "Ha gli occhi come la madre," osservò con un sorriso tagliente. "Ma la sua volontà... quella appartiene a me."
Guardai Tom con un'espressione preoccupata, ma lui mi afferrò la mano con fermezza, mostrandomi che non saremmo mai soli di fronte alle sfide che ci attendevano. La nostra famiglia, con tutti i suoi legami complicati, era più forte di qualsiasi minaccia potesse presentarsi.
Tom si avvicinò con un sorriso radioso, gli occhi brillanti di felicità mentre osservava la sua famiglia riunita. Prese la mia mano e la baciò con affetto, i suoi occhi incontrando i miei con amore e gratitudine.
"Siamo una famiglia completa ora," disse con voce tenera, il suo sorriso ampliandosi. "Non potrei chiedere di più dalla vita."
Guardai le nostre figlie, che giocavano felici con il loro fratellino appena nato, e sentii il mio cuore gonfiarsi di gioia. Avevamo superato così tante sfide insieme, ma ora eravamo finalmente insieme, uniti nel nostro amore e nella nostra determinazione a proteggere ciò che avevamo costruito.
"Sei tutto ciò che ho sempre desiderato," risposi, il mio cuore traboccante di amore per lui e per la nostra famiglia. "E insieme, possiamo affrontare qualsiasi cosa la vita ci riservi."
STAI LEGGENDO
La figlia del diavolo
FanfictionLa figli del Diavolo, Lilibeth Morning cresce in orfanotrofio con Tom Riddle. A Hogwarts le loro opinioni si separano, ma non i loro cuori.