La festa del Capodanno si estese fino a tarda notte, con risate e felicità che riempivano l'aria. Nonostante il clima teso degli ultimi giorni, quella notte sembrava che tutti i problemi fossero stati momentaneamente dimenticati.
Quando finalmente la festa iniziò a placarsi e la maggior parte degli ospiti si ritirò nelle loro stanze, rimasi sola con Tom, un senso di calma e intimità che avvolgeva il nostro piccolo angolo di mondo.
"Mi dispiace, Tom," mormorai con sincerità, il mio sguardo abbassato mentre sentivo il peso della mia mancanza. "Non ho avuto il tempo di procurarti un regalo quest'anno per il tuo compleanno. Mi dispiace."
Tom mi guardò con gentilezza, un sorriso lieve che danzava sulle sue labbra. "Non preoccuparti, Lilibeth," disse con voce morbida, avvicinandosi a me. "Tu sei il mio più grande regalo."
Un calore diffuso attraversò il mio cuore mentre sentivo il suo abbraccio avvolgermi. In quel momento, non importava nulla se non il nostro amore e la nostra felicità insieme.
Ci scambiammo uno sguardo complice, il suono della festa ancora in lontananza mentre ci ritrovavamo nella tranquillità della nostra stanza. La luce soffusa delle candele danzava sulle pareti, creando un'atmosfera intima e rassicurante.
"Sei tutto ciò di cui ho bisogno, Lilibeth," sussurrò Tom, i suoi occhi scintillanti di affetto. "Nessun regalo potrebbe mai competere con il dono del tuo amore."
Sentii un nodo nella gola mentre mi accorgevo di quanto fosse fortunato ad avere Tom al mio fianco. Con un sorriso tenero, gli presi la mano e la portai alle mie labbra, depositando un delicato bacio sulla sua pelle.
"Ti amo, Tom," sussurrai, i miei occhi che incontravano i suoi con una dolcezza infinita. "Per sempre e sempre."
E così, abbracciati l'uno all'altro, ci lasciammo trasportare dalla dolcezza della nostra unione, pronti ad affrontare qualsiasi sfida il futuro ci riservasse, insieme.
La luce filtrava attraverso le tende pesanti, annunciando l'alba di un nuovo giorno. I servitori entrarono nella stanza con discrezione, rispettando il sonno dei loro signori. Con movimenti lievi, ci svegliarono gentilmente, portando vassoi con tè caldo e piccoli dolci.
"Buongiorno, signore, signorina," dissero con rispetto, porgendo i vassoi con un sorriso cortese. Ci svegliammo lentamente, accogliendo il nuovo giorno con una serenità rinnovata. Con un sorriso di ringraziamento, accettammo i vassoi "Il treno partirà stasera, sei pronta?" mi chiede. La prospettiva di lasciare il castello del diavolo e ritornare nella sua vecchia scuola non sembrava entusiasmante per lui, ma era un dovere che non poteva evitare.
"Almeno avrò una pausa dai tuoi ordini," ribattei, cercando di sdrammatizzare la situazione. "Potrò godermi un po' di tranquillità senza il mio signore al seguito."
Tom annuì lentamente, capendo la necessità di rispettare gli ordini del Signore Oscuro. "Sarà strano non averti intorno per un po'," ammise con sincerità, il suo sguardo incontrando il mio con una certa malinconia. "Ma è importante che tu rimanga qui, al sicuro."
Mi sentii un nodo alla gola, realizzando quanto fosse difficile per entrambi separarci anche solo per un breve periodo. "Lo so," risposi con un sospiro, cercando di nascondere la mia delusione dietro un sorriso coraggioso. "Mi terrò occupata e attenderò il tuo ritorno."
Tom mi prese la mano con gentilezza, i suoi occhi riflettendo una determinazione decisa. "Ti prometto che tornerò il prima possibile," disse con fermezza. "E intanto, farò in modo che tu non ti annoi qui."
Accettai le sue parole con gratitudine, consapevole che, nonostante la distanza, il nostro legame avrebbe resistito a qualsiasi prova.
Con un misto di tristezza e determinazione, mi avvicinai a Tom e gli diedi un ultimo bacio. I nostri labbra si unirono con un'intensità carica di emozioni, unione di amore e separazione, di desiderio e dovere. Era come se quel bacio dovesse durare per sempre, come se potesse trattenere il tempo e fermare la nostra partenza imminente.
Ma alla fine, ci separammo, lasciando nell'aria un senso di addio e promessa. Guardai Tom mentre si allontanava, seguito dai suoi seguaci, e il mio cuore si riempì di una determinazione silenziosa. Avrei aspettato il suo ritorno, pronta a continuare il nostro cammino insieme, indipendentemente dalle sfide che il destino avrebbe posto sul nostro cammino.
Con un respiro profondo, mi girai verso il castello del diavolo, pronto ad affrontare il mio futuro con coraggio e speranza, consapevole che, nonostante la distanza fisica, il nostro legame sarebbe rimasto saldo e indelebile.
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La figlia del diavolo
FanfictionLa figli del Diavolo, Lilibeth Morning cresce in orfanotrofio con Tom Riddle. A Hogwarts le loro opinioni si separano, ma non i loro cuori.