La mattina dopo, mi sveglio con il cuore ancora pesante per quanto accaduto la sera prima. Mi siedo sul letto, cercando di ricordare i dettagli della notte precedente, ma tutto sembra confuso e sfuggente, come un sogno che si dissolve al risveglio.
Guardo le mie compagne di stanza, ancora addormentate nei loro letti. Mi sento in colpa per averle coinvolte in quella situazione, anche se non ero del tutto consapevole di ciò che stava accadendo.
Decido di fare una passeggiata fuori dalla sala comune per raccogliere i miei pensieri e cercare di trovare una spiegazione a ciò che è successo. Cammino lungo i corridoi silenziosi del castello, cercando di mettere ordine nei miei pensieri tumultuosi.
Poco alla volta, la pace e la tranquillità del castello iniziano a calmare la mia mente agitata. Mi sforzo di concentrarmi sul presente, lasciando il passato alle spalle e guardando al futuro con speranza e determinazione.
Mi dirigo verso la Sala Grande, sperando di trovare un po' di tranquillità e forse qualche risposta alle mie domande irrisolte. Quando entro, la sala è sorprendentemente vuota, tranne per una figura solitaria seduta in un angolo buio.
Mi avvicino con cautela e riconosco immediatamente Tom, seduto lì da solo, immerso nei suoi pensieri. La sua espressione è seria e concentrata, e sembra assorto in profonde riflessioni.
Mi fermo un istante, indecisa se avvicinarmi o meno. Poi, con un sospiro di determinazione, mi avvicino silenziosamente e prendo posto accanto a lui. Mi siedo accanto a Tom, cercando di non disturbare la sua concentrazione. "Ciao, Tom," lo saluto con un tono morbido, cercando di rompere il gelo che sembra avvolgere la sua figura.
Tom alza lo sguardo, sorpreso dalla mia presenza. "Ciao, Lilibeth," risponde con un tono neutro, ma vedo un lampo di curiosità nei suoi occhi scuri.
La Sala Grande è avvolta da un silenzio sereno, rotto solo dal crepitio del fuoco nella grande camino. Le fiamme danzano delicatamente, proiettando un'atmosfera rassicurante e intima.
Restiamo seduti lì per un po', immersi nei nostri pensieri, entrambi incerti su cosa dire o fare. Dopo un momento di silenzio imbarazzante, decido di rompere il ghiaccio. "Come hai passato la prima notte qui?" chiedo a Tom, cercando di mantenere la conversazione leggera.
Tom mi guarda per un istante, valutando la mia domanda. "È stata tranquilla," risponde infine, con un tono misurato. "E tu?"
"Anche io," rispondo con un sorriso gentile. "Le ragazze con cui condivido la stanza sono interessanti. Sono sicura che avremo modo di conoscersi meglio."
Tom annuisce leggermente, ma il suo sguardo sembra lontano, come se stesse contemplando qualcosa di molto più profondo. Mentre parliamo, lo sguardo di Tom si distoglie verso la finestra, come se fosse assorto nei suoi pensieri. La luce del mattino filtra attraverso il vetro, illuminando delicatamente i lineamenti del suo viso.
Le ragazze mi circondano con un sorriso caloroso, pronte per iniziare la giornata insieme. Araminta sembra preoccupata, ma cerca di nasconderlo dietro un'apparenza tranquilla. "Buongiorno, Lilibeth," mi saluta Harfang con un sorriso radioso. "Pronta per la prima giornata a Hogwarts?"
"Certamente," rispondo con un sorriso, cercando di nascondere la mia agitazione.
Nel frattempo, i compagni di camera di Tom si avvicinano anche loro, con un misto di entusiasmo e curiosità. Abraxas e Borgin si avvicinano,"Ciao, Lilibeth," saluta Abraxas con un cenno del capo, mentre Borgin mi osserva con un'espressione scrutatrice. L'altro ragazzo, invece, è un volto nuovo per me. "Sono Alphard," si presenta con un sorriso amichevole. "Un piacere conoscerti, Lilibeth," aggiunge con cortesia "Gli altri tre mi hanno parlato di te per tutta la notte" afferma guardando prevalentemente Borgin.
Mi sento leggermente imbarazzata dall'attenzione improvvisa, ma cerco di mantenere un sorriso gentile. "È un piacere conoscerti, Alphard," rispondo con cortesia, notando il suo sguardo che sembra scrutare oltre la superficie.
"Abbiamo avuto una piacevole chiacchierata," conferma Borgin con un sorriso sornione. "Sì, Lilibeth è molto interessante," aggiunge Abraxas con un cenno di assenso.
Mi sento un po' a disagio nell'essere oggetto di conversazioni tra i compagni di Tom, ma cerco di non farlo notare. Mentre la conversazione prende vita nella sala comune, con chiacchiere e risate che riempiono l'aria, noto che Tom si alza in silenzio e se ne va. La sua partenza non passa inosservata, e c'è un momento di silenzio imbarazzato tra noi. "Dove vai, Tom?" chiedo, cercando di nascondere la mia sorpresa.
"Devo solo fare un giro," risponde evasivo, senza voltarsi. La sua risposta è breve e sembra che voglia evitare ulteriori domande.
Lo guardo allontanarsi con una leggera preoccupazione, chiedendomi cosa lo stia turbando. Mentre osservo Tom allontanarsi, noto che gli altri ragazzi si scambiano sguardi interrogativi. "Sapete qualcosa del suo passato?" chiede Abraxas con una voce sommessa, rivolgendosi a me e alle altre ragazze. La sua espressione è seria, e posso percepire una certa tensione nell'aria mentre aspetta una risposta. "Quando vieni escluso perchè più bravo degli altri ti crei delle difese" rispondo pensando alla nostra infanzia. Araminta scuote leggermente la testa con un'espressione di comprensione. "Ha senso," ammette Abraxas, "ma mi chiedo cosa possa averlo turbato così tanto da allontanarsi in quel modo."
Anche io mi pongo la stessa domanda, ma non trovo una risposta Abbiamo una nuova possibilità e non ho intenzione di perderla.
STAI LEGGENDO
La figlia del diavolo
FanfictionLa figli del Diavolo, Lilibeth Morning cresce in orfanotrofio con Tom Riddle. A Hogwarts le loro opinioni si separano, ma non i loro cuori.