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Le fiamme divorano tutto intorno a me, danzando con una ferocia che fa ribollire il mio stomaco di terrore. Mi trovo intrappolata in un inferno di fuoco, circondata da un'atmosfera soffocante che mi avvolge come una morsa. Ogni respiro è un affanno, un tentativo di inghiottire l'aria arsa dalle fiamme. La sensazione di panico mi stringe il petto mentre cerco disperatamente un rifugio, un modo per sfuggire a questa visione spaventosa. In mezzo alle fiamme, sento una voce che mi chiama, lontana e indistinta come un sussurro nel vento. "Lilibeth..." mormora, il suo tono carico di significato e mistero. Mi volto, cercando di individuare chi sta parlando, ma tutto ciò che vedo è un mare di fuoco avvolto in un vortice infernale. La voce continua a sussurrare il mio nome, sempre più vicina e sempre più penetrante. Nel buio fumoso, riesco appena a distinguere le sagome indistinte che si muovono nell'oscurità. Sono creature terribili, dai contorni sfumati e i movimenti sinistri. La voce continua a chiamarmi, come se volesse guidarmi verso qualcosa di ancora più oscuro e terrificante.

Tom mi scuote delicatamente, interrompendo il mio incubo. Con un sospiro di sollievo, apro gli occhi e mi trovo di fronte al suo volto preoccupato. "Lilibeth, stai bene?" chiede con voce ansiosa, la sua mano ancora posata sulla mia spalla. Riesco a respirare di nuovo, sentendo il calore della sua presenza dissipare lentamente l'orrore del sogno. "Sì, sto bene," rispondo con un filo di voce, mentre mi sforzo di ricordare che sono solo le fiamme dell'incubo a bruciare nella mia mente.

Asmodeo sale sul letto con movimenti sinuosi, la sua figura serpentiforme avvolta nell'oscurità della stanza. Il suo sguardo è penetrante, quasi come se potesse scrutare nelle profondità della mia anima. Con un leggero sibilo, si avvicina a me "Presto, quando sarà il momento, ciò che hai visto sarà realtà" afferma il serpente. "Cosa hai visto?" mi chiede Tom. "È stato solo un brutto sogno."

Tom si irrigidisce leggermente, la sua espressione diventa più seria. "Non puoi continuare a nasconderti dietro a queste scuse, Lilibeth," dice con voce decisa, il suo sguardo penetrante. "Se c'è qualcosa che ti preoccupa, devi affrontarla."

Mi sento imbarazzata e un brivido di paura mi scivola lungo la schiena. "Tom, non è così semplice," balbetto, cercando di spiegare senza rivelare troppo.

Asmodeo, nel frattempo, emette un leggero sibilo di disapprovazione. "Tom, dovresti pensare alla tua eredità," lo rimprovera con voce grave. "che si aggira tra le mura mentre tu, piuttosto che liberare il tuo potere, stai qui a fare ciò che non ti compete"

La tensione nella stanza diventa palpabile mentre le parole di Asmodeo risuonano nell'aria. Tom stringe i pugni, il suo sguardo diventa ancora più cupo. "Non so di cosa stai parlando," mormora tra sé, visibilmente confuso.

Asmodeo osserva silenziosamente mentre Tom si alza di scatto dalla poltrona e esce dalla stanza con passo deciso. Il serpente rimane immobile vicino alla finestra, la sua figura sinuosa avvolta nell'oscurità della stanza.

Un senso di solitudine mi avvolge mentre mi ritrovo sola con Asmodeo. "Cosa significa tutto questo?" chiedo, rivolgendomi al serpente con un'espressione di confusione dipinta sul viso.

Asmodeo mi fissa con i suoi occhi lucenti, emettendo un leggero sibilo. "Il destino di Tom è intricato," risponde misteriosamente. "Ma è lui che deve scoprirlo da solo."

Mi sento ancora più confusa di prima, ma decido di non insistere ulteriormente. Rimango seduta sul letto, perduta nei miei pensieri, mentre Asmodeo continua a vigilare silenziosamente sulla stanza. "Quel sogno non è un semplice incubo, Lilibeth," sibila con gravità. "È un presagio, una profezia che si staglia nel tuo futuro."

Le sue parole mi gelano il sangue mentre cerco di assimilarle. "Cosa vuoi dire?" chiedo, la voce tremante per l'emozione e la paura che mi avvolgono.

Asmodeo annuisce con solennità, i suoi occhi lucenti fissi su di me. "Il tuo destino è intricato con eventi oscuri che stanno per manifestarsi," continua il serpente, la sua voce un sussurro carico di significato. Senza dire una parola, mi alzo dal letto e attraverso la stanza, ignorando lo sguardo fermo del serpente.

"Non puoi scappare dal tuo destino," sibila Asmodeo, la sua voce riecheggia nella stanza mentre raggiungo la porta.

Mi fermo un istante, sentendo una folata di aria fredda sulla mia pelle. "Non sono pronta per affrontarlo," rispondo con fermezza, la mia voce tremante ma risoluta.

Senza aspettare una risposta dal serpente, apro la porta e lascio la stanza, desiderosa di allontanarmi dalla sua presenza inquietante.

La sala comune di Serpeverde mi accoglie con le sue fiamme danzanti nel camino e le ombre che si agitano sulle pareti. Mi siedo su una poltrona vicino al fuoco, lasciando che il calore mi avvolga mentre cerco di mettere ordine nei miei pensieri. Le parole di Asmodeo continuano a riecheggiare nella mia mente, ma cerco di respingere la sensazione di oppressione che mi avvolge.

Mentre mi perdo nei miei pensieri, sento il suono familiare dei passi avvicinarsi. Tom entra nella sala comune con uno sguardo cupo, il suo volto teso dalla tensione della conversazione con Asmodeo.

Senza dire una parola, mi avvicino a lui e gli porgo una mano in segno di sostegno silenzioso. Tom mi guarda per un istante, i suoi occhi rivelano una miscela di emozioni che non riesco a decifrare completamente, poi accetta il mio gesto con un cenno leggero del capo.

Restiamo in silenzio, entrambi immersi nei nostri pensieri, ma c'è una strana sensazione di conforto nell'essere insieme, anche senza dire una parola.

La figlia del diavolo Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora