Quando torno in camera, noto subito l'espressione preoccupata sul volto delle mie compagne di stanza, Lucretia Black, Araminta Meliflua e Harfang Longbottom, che sono anche Mangiamorte come me. Si avvicinano a me con sguardi ansiosi, il loro turbamento evidente nei loro occhi.
"Lilibeth, sei tornata," mi accoglie Lucretia, la sua voce carica di apprensione. "Siamo preoccupate per te. Cosa è successo alla riunione?"
Respiro profondamente, cercando di nascondere la mia agitazione di fronte alle mie compagne di stanza. "È stata una riunione complicata," rispondo con cautela, cercando di non rivelare troppo. "Ma non preoccupatevi, sto bene."
Araminta si avvicina, posando una mano sulla mia spalla con gesto rassicurante. "Se hai bisogno di parlare, siamo qui per te," mi assicura, il suo tono pieno di sostegno. Harfang annuisce.
Con un sospiro, mi siedo sul mio letto, lasciando che il peso della giornata cada dalle mie spalle. Instintivamente, porto la mano al marchio, lasciando che le dita scorrono delicatamente sulla pelle segnata. È come se il marchio avesse una vita propria, pulsando con una sinistra energia che mi riporta indietro a quel momento doloroso in cui è stato impresso sulla mia pelle.
Le mie compagne di stanza mi guardano con occhi pieni di curiosità mentre tocco il marchio, il loro sguardo pieno di domande silenziose che non osano formulare. Posso percepire la loro preoccupazione, il loro timore di ciò che rappresenta il marchio e ciò che significa per me.
"È doloroso?" chiede Araminta con voce sommessa, il suo sguardo pieno di compassione.
Annullo leggermente, sentendo la ferita ancora fresca sotto le mie dita. "Sì," rispondo con sincerità, cercando di mascherare il dolore nel mio tono. "Ma è un dolore che devo sopportare."
"Alphard dice che Lord Voldemort lo concede solo ai suoi più fidati seguaci" dice Lucretia sembrandone affascinata. "È un modo come un altro per avere controllo. Tom non si fida di nessuno." affermo.
"Mi stupisco di come l'abbia dato a te" aggiunge Araminta, "Sei sempre a ribellarti, vai contro ogni suo ideale. Perchè il Signore Oscuro dovrebbe fidarsi di una come te?"
"Sono stata la prima a riceverlo." affermo "Non per questo significa che lo volevo."
"Infatti non lo meriti" afferma Lucretia. "Dovrei averlo io al posto tuo" aggiunge poi. Non posso biasimarla per i suoi sentimenti; anch'io ho dubbi su me stessa e sul perché Tom abbia deciso di concedermi il Marchio Nero nonostante le mie continue ribellioni.
Respiro profondamente, cercando di nascondere la mia ferita e la mia incertezza di fronte alle mie compagne di stanza. "Hai ragione. Forse avresti dovuto averlo tu," concedo con un sorriso forzato, cercando di allentare la tensione che si è creata tra noi.
"Vieni con me, Lucretia," dico improvvisamente, la mia voce risoluta. "Ho una sorpresa per te."
Le sue sopracciglia si sollevano in sorpresa, ma accetta la mia proposta con riluttanza, forse desiderosa di scoprire cosa ho in serbo per lei. Con passo deciso, la conduco fuori dalla nostra stanza, verso il luogo dove so che Tom si riunisce con i suoi seguaci.
Mentre camminiamo attraverso i corridoi bui di Hogwarts, sento il peso del mio compito sulle mie spalle. Con il cuore in gola, finalmente raggiungiamo la stanza segreta dove so che Tom si riunisce con i suoi seguaci. La porta si apre lentamente davanti a noi, rivelando l'interno illuminato solo dalla fioca luce delle candele.
Tom è seduto al centro della stanza, il suo sguardo freddo e penetrante mentre osserva la nostra entrata. "Cosa vi porta qui?" chiede, la sua voce tagliente come il veleno.
Respiro profondamente, cercando di radunare il coraggio per ciò che devo fare. "Pensavo che Lucretia meriti il marchio," dico con voce ferma, il mio cuore batte forte nel petto. "È una così fedele mangiamorte."
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La figlia del diavolo
FanfictionLa figli del Diavolo, Lilibeth Morning cresce in orfanotrofio con Tom Riddle. A Hogwarts le loro opinioni si separano, ma non i loro cuori.