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Gli anni passarono veloci, portando con sé momenti di gioia e sfide da affrontare. Le gemelle, Merope e Seraphina, crescevano velocemente, dimostrando intelligenza e forza, caratteristiche ereditate dai loro genitori. Il piccolo Marvolo, con i suoi occhi rossi come il fuoco, diventava ogni giorno più curioso e determinato, seguendo le orme del padre.

Tom e io ci dedicammo completamente ai nostri figli, educandoli e proteggendoli con tutto il nostro amore. Il castello era sempre pieno di vita e di risate, nonostante le ombre che a volte si insinuavano nelle nostre vite a causa dei doveri di Tom come capo dei Mangiamorte.

Poi, una mattina di primavera, scoprii di essere incinta di nuovo. La notizia riempì la nostra casa di una nuova gioia. Tom era al settimo cielo, e i nostri figli erano entusiasti all'idea di avere una nuova sorellina o un nuovo fratellino.

Quando la nostra ultima figlia nacque, la chiamammo Viviana. I suoi occhi erano un profondo blu, un tratto raro che aveva preso dai miei antenati. Viviana portava con sé una luce e una dolcezza che completavano la nostra famiglia in modo perfetto.

Tom era un padre affettuoso e protettivo, dedicando ogni momento libero alla nostra famiglia. La sua determinazione e forza d'animo si riflettevano in ogni gesto, mentre guidava i Mangiamorte con una mano di ferro, assicurandosi che nessuno minacciasse la pace della nostra casa.

Un giorno, mentre osservavo i nostri bambini giocare nel giardino del castello, mi resi conto di quanto eravamo fortunati. Nonostante le ombre e le sfide, avevamo costruito una vita piena di amore e sicurezza. Tom mi raggiunse e mi avvolse con un braccio, osservando i nostri figli con orgoglio.

"Siamo una famiglia straordinaria, Lilibeth," disse, baciandomi la fronte. "E faremo di tutto per proteggere questo nostro mondo."

Annuii, il cuore colmo di gratitudine e amore. "Sì, Tom. Insieme possiamo affrontare qualsiasi cosa."

Quando le gemelle Merope e Seraphina partirono per Hogwarts, fu un momento di grande emozione e orgoglio per Tom e me. Le vedemmo salire sul treno, le loro espressioni piene di eccitazione e curiosità per il mondo che le attendeva. Era difficile credere che fossero già così grandi, pronte a intraprendere il loro cammino nella scuola di magia.

Tom era particolarmente fiero, il suo sguardo seguiva il treno finché non scomparve all'orizzonte. "Saranno le migliori della loro classe," disse con sicurezza, stringendomi la mano. "Sono figlie nostre, dopotutto."

Annuii, condividendo la sua fiducia. "Sì, lo saranno. E faranno grandi cose."

Le settimane passarono velocemente, e con le gemelle a scuola, la nostra casa sembrava un po' più vuota. Marvolo, ora un bambino vivace e intelligente, riempiva la nostra casa con la sua energia inesauribile. Tom aveva grandi piani per lui e lo stava già addestrando con dedizione.

Una sera, mentre stavamo cenando, Tom guardò Marvolo con uno sguardo pensieroso. "Penso che sia ora di iniziare a includere Marvolo nei nostri incontri," disse, rivolgendosi a me. "È pronto per diventare un Mangiamorte."

Sobbalzai leggermente alla sua dichiarazione. "Tom, ha solo dieci anni. Non è troppo presto?"

Tom scosse la testa, la sua espressione ferma. "No, Lilibeth. Deve imparare fin da giovane. Sarà un leader potente, come me. E la sua formazione deve iniziare ora."

Marvolo, seduto al suo posto, ascoltava attentamente, gli occhi rossi scintillanti di eccitazione. "Papà, sarò all'altezza. Prometto di non deluderti."

Guardai mio figlio, il cuore stretto dall'ansia. "Tom, capisco la tua determinazione, ma è ancora un bambino. Deve godersi la sua infanzia."

Tom mi fissò, il suo sguardo intenso. "Non possiamo permetterci debolezze, Lilibeth. La nostra famiglia deve essere forte. Marvolo deve essere preparato per il futuro che lo aspetta."

Sospirai, sapendo che era inutile discutere ulteriormente. Tom era fermamente deciso, e non avrebbe cambiato idea facilmente. "Va bene," dissi infine. "Ma prometti che sarà graduale, e che non gli faremo perdere la sua innocenza troppo presto."

Tom annuì, prendendo la mia mano. "Prometto, amore mio. Marvolo sarà pronto, e sarà protetto. Come tutte le nostre figlie."

Il tempo passava, e mentre le gemelle si distinguevano a Hogwarts, Marvolo iniziava a prendere parte agli incontri segreti dei Mangiamorte, osservando e imparando. Ero sempre più preoccupata, ma non potevo negare l'orgoglio nel vedere mio figlio crescere e diventare forte, come suo padre.

Un giorno, mentre osservavo i miei figli giocare nel giardino, mi resi conto che, nonostante tutte le sfide, la nostra famiglia era unita e forte. E insieme, avremmo affrontato qualsiasi cosa il futuro ci riservasse.

Gli anni passarono e la nostra famiglia affrontò molte sfide, ma nessuna così grande come quella che stava per arrivare. Marvolo, ormai sedicenne, era stato cresciuto con la ferrea disciplina del padre, diventando un giovane mago abile e potente. Tuttavia, c'era una prova che Tom riteneva essenziale per il suo vero ingresso tra i Mangiamorte: doveva uccidere un mezzosangue, un atto che, secondo Tom, avrebbe consolidato la sua lealtà e la sua forza.

Era una notte fredda e oscura quando Tom convocò Marvolo nel grande salone del castello. Io osservavo da lontano, il cuore stretto dall'angoscia. Non approvavo questi metodi, ma sapevo che contestare Tom avrebbe solo portato a ulteriori conflitti.

"Marvolo," iniziò Tom, la sua voce ferma e implacabile, "è giunto il momento per te di dimostrare la tua fedeltà alla nostra causa. Devi uccidere questo mezzosangue." Indicò un giovane terrorizzato, legato e inginocchiato al centro della stanza.

Marvolo deglutì, visibilmente combattuto. "Padre, non so se posso farlo," disse con voce tremante, guardando il ragazzo con occhi pieni di esitazione.

Tom si avvicinò, il suo sguardo duro. "Devi farlo, Marvolo. È il nostro modo. È la nostra forza. Se non riesci a compiere questo atto, non sarai mai degno di guidare i Mangiamorte."

Il silenzio che seguì fu assordante. Marvolo alzò la bacchetta, ma la sua mano tremava visibilmente. In quel momento, la nostra figlia più giovane, Empusa di soli dieci anni, entrò nella stanza. Aveva sempre avuto uno sguardo penetrante e un'aura di determinazione che superava la sua età.

"Padre," disse Empusa con una calma inquietante, "se Marvolo non può farlo, lo farò io."

Tom la guardò sorpreso, ma poi un sorriso soddisfatto apparve sul suo volto. "Molto bene, Empusa Mostra a tuo fratello cosa significa essere un Riddle."

Io trattenni il respiro, incapace di fermare ciò che stava accadendo. Empusa si avvicinò al mezzosangue, alzando la bacchetta con una sicurezza inquietante per una bambina della sua età. "Avada Kedavra," pronunciò con voce ferma.

Un lampo di luce verde, e il giovane cadde morto al suolo. La stanza fu avvolta da un silenzio gelido. Tom guardò Lilith con orgoglio. "Ben fatto."

Marvolo abbassò la testa, visibilmente scosso, mentre io lottavo contro le lacrime. Tom si avvicinò a me, mettendomi un braccio intorno alle spalle. "La nostra famiglia è più forte che mai," disse, la sua voce un misto di orgoglio e durezza.
Annuii, cercando di nascondere il dolore che sentivo dentro. Sapevo che la nostra strada era segnata da ombre e sacrifici, ma l'amore per i miei figli e per Tom mi dava la forza di andare avanti.

La figlia del diavolo Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora