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Di sera, dopo una giornata carica di lezioni, atom ci invita nella Stanza delle Necessità. Il nostro gruppo si è radunato fuori dalla porta, Tom si avvicina alla porta, la sua figura alta e imponente emana un'aura di autorità mentre apre la porta con un gesto deciso. "Entrate," dice con voce calma, invitandoci ad entrare. Una volta all'interno, la stanza si è trasformata per accogliere il nostro gruppo. Le pareti si sono illuminate con una luce soffusa, mentre il pavimento si è trasformato in un morbido tappeto che ci avvolgeva con il suo calore. Prendiamo posto sui divani disposti intorno alla stanza, circondati da un'atmosfera di intimità e mistero. "Allora, di cosa volevi parlarci?" chiede Alphard, il suo sguardo curioso rivolto verso Voldemort. La tensione nel gruppo si fa palpabile mentre si arrende la risposta di Tom. Il suo sguardo si posa su di me con un'intensità che mi fa rabbrividire. "Lilibeth," mormora con voce fredda, "non tollererò la tua disobbedienza."

Le sue parole mi colpiscono come un fulmine, il terrore si diffonde attraverso il mio corpo mentre mi rendo conto di ciò che sta per accadere. "Tom, no..." balbetto, cercando disperatamente di convincerlo a fermarsi. Ma è troppo tardi. La sua bacchetta si alza con una rapidità spaventosa e il maleficio crucio scaturisce dalle sue labbra con una ferocia inarrestabile. Un dolore lancinante mi attraversa il corpo, strappandomi un grido di tormento mentre cado in ginocchio, avvolta da un'agonia insopportabile. Nella Stanza delle Necessità, il mio grido di dolore si perde. Con un'onda di dolore e rabbia che si fonde dentro di me, sento un fuoco ardente risvegliarsi nei miei occhi. Una luce rossa brillante si accende dentro di me, trasformando il mio sguardo in una fiamma incandescente. Le mie iridi, già rosse dalla nascita, si infiammano di una luce ardente, emanando un'aura di potenza e vendetta.

Il dolore causato dal maleficio di Tom è soffocato dalla mia determinazione, mentre il mio corpo si rialza con una fermezza rinnovata. La mia voce risuona con un tono che riflette la mia nuova forza interiore. "Basta, Tom," sibilo con una fermezza che non avevo mai conosciuto prima. Il dolore che mi travolge è insopportabile, ma la mia determinazione non vacilla. Con un'ultima fitta di dolore, il mio corpo si trasforma, il mio aspetto si contorce in una manifestazione di pura forza e potere. Ali nere si spiegano con un'ampiezza impressionante, mentre le fiamme infernali danzano intorno a me, avvolgendomi in un alone di oscurità e potenza. Gli occhi di Tom si allargano di sorpresa di fronte alla mia trasformazione, il suo sguardo brilla di una miscela di paura e ammirazione. Gli altri presenti nella stanza osservano la scena con occhi spalancati dalla meraviglia e dalla paura. Lucretia Black fa un passo indietro, il suo viso pallido come la cera mentre si stringe vicino agli altri. Araminta Meliflua balbetta qualcosa che assomiglia a una preghiera, il terrore dipinto sul suo volto. Solo Tom sembra mantenere la sua compostezza., guarda intorno alla stanza, il suo sguardo freddo e determinato mentre ordina agli altri di uscire. "Andatevene tutti," comanda con voce ferma, la sua autorità indiscutibile. Gli altri esitano per un istante, ma alla fine obbediscono, uscendo uno dopo l'altro dalla Stanza delle Necessità.

Quando la porta si chiude dietro di loro, il silenzio cala sulla stanza. Mi lascio cadere in ginocchio, le lacrime scorrono copiose lungo le guance mentre il mio corpo ritorna lentamente alla sua forma umana. Mi sento esposta, vulnerabile, e le lacrime iniziano a scendere lungo il mio viso. "Tom, io..." balbetto, incapace di trovare le parole. La sua figura imponente si avvicina a me, i suoi occhi pieni di una strana miscela di ammirazione e qualcosa che potrebbe essere compassione. "Lilibeth," mormora, inginocchiandosi accanto a me. "Quello che hai fatto... è incredibile. Non devi avere paura del tuo potere."

"Ma io non voglio questo potere," ribatto, la voce rotta dal pianto. "Io non sono come te, Tom."

Mi guarda con un'intensità che mi fa tremare. "Sei più potente di quanto pensi," dice, accarezzandomi il volto con una delicatezza inaspettata. La sua mano scivola dietro la mia nuca, tirandomi leggermente verso di lui. "Non devi avere paura." Prima che possa rispondere, le sue labbra si posano sulle mie, il bacio è sorprendentemente dolce e delicato. Mi lascio andare a quel momento, cercando conforto nella sua vicinanza, nonostante tutto ciò che è successo. Quando ci stacchiamo, i suoi occhi brillano di una luce che non avevo mai visto prima. "Pensavo mi odiassi" sussulto. "Non è così," dice con voce bassa, quasi un sussurro. "Ho dovuto farlo, Lilibeth. Gli altri devono sapere che non tollererò la disobbedienza. Non possono permettersi di pensare che qualcuno possa disobbedire senza conseguenze."

La sua spiegazione mi lascia senza parole per un istante. "Quindi mi hai torturata solo per dimostrare qualcosa agli altri?" chiedo, la mia voce incrinata dalla delusione e dalla rabbia.

Tom annuisce lentamente, la sua espressione cupa. "Dovevo farlo. È l'unico modo per mantenere il controllo. Ma tu... tu puoi chiamarmi Tom solo quando siamo soli," aggiunge, il suo tono che cerca di essere rassicurante.

Le sue parole mi colpiscono come una doccia fredda. "E se non voglio chiamarti Voldemort nemmeno in pubblico?" ribatto, la mia voce carica di sfida.

Lui mi guarda, il suo sguardo che si fa più duro. "Non hai scelta, Lilibeth. Questo è il prezzo che dobbiamo pagare per la sicurezza e il potere che desideriamo."

Mi sento divisa tra il desiderio di ribellarmi e la necessità di accettare la realtà. "Capisco," mormoro infine, abbassando lo sguardo. "Ma non pensare che dimenticherò ciò che hai fatto."

Tom annuisce, il suo sguardo che si ammorbidisce leggermente. "Non lo chiedo. Ma sappi che tutto questo è per un fine più grande. Insieme, possiamo raggiungere la grandezza."

"Io voglio solo te," singhiozzo, le lacrime che mi rigano il volto. Tom mi guarda, i suoi occhi scuri come pozzi senza fondo. Per un momento, sembra che qualcosa dentro di lui si spezzi, una barriera che aveva eretto per proteggersi dal mondo. Si avvicina, le sue mani che mi accarezzano il viso con una delicatezza che contrasta con la sua natura implacabile. Le sue labbra si avvicinano alle mie, e questa volta il bacio è diverso. Non c'è la fretta del desiderio, ma una dolcezza che mi fa dimenticare per un attimo tutto il dolore e la sofferenza. Le sue labbra sono morbide e calde, e mi perdo nel calore del suo abbraccio. Mi stringe a lui, e posso sentire il suo cuore battere contro il mio. In quel momento, non esistono più le nostre paure e le nostre ambizioni. Siamo solo noi due, legati da un filo invisibile che ci tiene insieme nonostante tutto.

La figlia del diavolo Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora