«Eve, che cosa significa che io e Ruben stiamo nella stessa stanza?»
Eve sollevò il sopracciglio. L'avevo trascinata via dalla hall per andarci a rifugiarci nel bagno delle donne del primo piano, un piccolo locale dalle piastrelle bianche e le cabine con le porte colorate di un azzurro tenue.
«Beh» commentò, «significa che tu e Ruben starete nella stessa stanza.»
Stringevo ancora in mano la chiave che mi aveva dato e non avevo la più pallida idea di cosa stesse succedendo.
«Perché?»
Lei inclinò il capo. «Perché no?»
Giusta risposta, non potevo dirle nulla su questo.
«Non... non mi sembra il caso.»
«Quindi non vuoi?»
Altroché se lo volevo, ed era proprio questo il problema. In tutta la mia vita, non mi ero mai ritrovata a pensare che un giorno sarei arrivata a desiderare un ragazzo così tanto. La mia mente e il mio tempo erano sempre stati occupati da Jesse, non c'era mai stato spazio per altro. Ed ora, invece, eccomi lì, a emozionarmi come una ragazzina all'idea di condividere una stanza e un letto con Ruben, un giovane della mia età che conoscevo da pochi mesi.
«Non sarebbe meglio... se dormissi con te?» domandai a quel punto, con le guance che prendevano fuoco più di quelle di James quando si imbarazzava.
«È quello che vuoi?»
Avvampai ancor più, Eve sorrise sorniona. Incrociò le braccia al petto e si posò con la schiena sulla parete del bagno. «Perché sinceramente, da quello che ho visto, mi sembrate abbastanza in intimità per poter dormire nella stessa stanza» commentò con voce cinguettante. «Non vorrei apparire come la classica amica che fa battute zozze, ma ogni volta che vi guardate vi mangiate con gli occhi.»
Non avevo dubbi su questo, almeno da parte mia. «È proprio questo il problema» pigolai con voce vergognosa.
Lei corrucciò la fronte, confusa. «In che senso?»
Inspirai a fondo. Mai avrei creduto che un giorno mi sarei ritrovata a parlare di cose del genere con qualcuno. «Il fatto è che...» Non sapevo nemmeno da dove cominciare. «Noi due, sai, io e Ruben... Non stiamo... effettivamente insieme.»
Sollevò l'altro sopracciglio.
«Ci siamo letteralmente baciati per la prima volta ieri» ammisi ancora.
Il sorriso sornione si fece più grande.
«E non lo so...» Anche se le mie labbra erano sollevate, non riuscivo comunque a far sbollire il mio volto infuocato, seppur ci provassi in ogni modo. «Non so se è il caso. Voglio dire, sono qui a Nicewood per mio fratello, non sarebbe corretto nei suoi confronti fare una cosa del genere. E poi... non sarebbe troppo presto? E se-»
«Frena, frena, frena.» Sollevò una mano per bloccarmi. «Prendiamo punto per punto. Uno: tuo fratello.» Iniziò ad elencare con la mano, la fronte corrucciata. «Jesse non ha nulla a che fare con la tua relazione con Ruben.»
Mi irrigidii sul posto.
«Approfondire la tua relazione con Ruben non significa nulla. Non stai sminuendo la malattia di Jesse, non la stai ignorando e men che meno la stai insultando. Solo perché tuo fratello è malato, non significa che tu non possa "divertirti"» tracciò le virgolette nell'aria con le dita «con qualcuno. Hai una tua vita, Callisto, ed è giusto che tu te la goda appieno come desideri. Baciarti con un ragazzo o fare qualcosa di più profondo con lui non vuol mica dire che ti dimenticherai di tuo fratello e che screditerai le sue sofferenze, e di certo non significa che la sua malattia non ti faccia più star male. Non avresti alcun motivo di sentirti in colpa.»
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Apologia di Callisto - COMPLETA
ChickLit"Per stare accanto alla persona che più ami al mondo, cosa saresti disposto a fare?" Mentirle. "Se dovessi scegliere tra la tua libertà o la sua salvezza, cosa sceglieresti?" La sua salvezza. Da sempre e per sempre. **** Jesse e Callisto sono fratel...