Jesse Hector venne al mondo il 3 dicembre di dodici anni più tardi, alle sei e trentaquattro del mattino.
La sua nascita avvenne in modo inaspettato: le acque della madre si ruppero con dieci giorni di anticipo, sbigottendo tutti, il padre in particolar modo, che per la seconda volta in vita sua si ritrovò ad andare in panico e a perdere il lume della ragione mentre portava la moglie in ospedale in fretta e furia.
Quest'ultima, nel guardare il suo compagno di vita impazzire come mai era successo prima, passò il travaglio tra le risate e le lacrime, prendendolo in giro costantemente e dicendogli che sarebbe rimasta incinta molto prima, se avesse saputo che avrebbe potuto vederlo ammattirsi così.
Più tardi, l'ostetrica che aveva seguito quella famiglia avrebbe detto ai suoi colleghi di non aver mai assistito a nulla del genere in tutti i suoi trentasette anni di carriera. Era come se l'aria nella sala parto fosse stata infusa in qualche magia, quasi quel bambino fosse stato destinato a nascere per forza quel giorno preciso, a quell'ora precisa, a quel minuto preciso, e niente e nessuno avrebbe potuto fermarlo.
Aveva sempre considerato ogni nascita un piccolo dono del cielo, ma quella in particolare le era sembrata un vero e proprio miracolo. Mentre aiutava la madre a spingere, aveva sentito dentro di sé di star prendendo parte a un disegno più grande di lei, qualcosa che la mente umana non poteva definire a parole.
L'unica a non esser rimasta sorpresa da tutto ciò era stata proprio la madre che, prendendo in braccio per la prima volta il figlio, era scoppiata in una fragorosa risata e aveva chiesto tra le lacrime, rivolta a chissà chi: «È un altro regalo da parte tua, vero? Ti sei già stancato di pomiciare con Marilyn Monroe?»
Jesse Hector, così lo chiamarono i suoi genitori.
Dallo zio da cui prendeva il nome ereditò gli occhi verdi e i riccioli più biondi che si fossero mai visti.
Dalla madre, come si sarebbe notato nel corso degli anni, la schiettezza e la mancanza di filtri.
Dal padre la voglia innata di trasgredire le regole.
Nessuno ancora lo sapeva, ma quel bambino così minuscolo avrebbe sconvolto il mondo, forse più di quanto non lo avesse già fatto la sua famiglia.
Sarebbe diventato uno dei calciatori più famosi della storia, avrebbe portato gli Stati Uniti a conquistare gloriosamente la coppa del mondo per due volte di seguito, stracciando i suoi avversari. Gli appassionati di quello sport lo avrebbero considerato il nuovo Pelé o Maradona, molti di loro, addirittura, avrebbero affermato che aveva superato persino la grandezza di quei due immensi miti del calcio.
Ma una sarebbe stata la vera particolarità di Jesse Hector, nota soprattutto a chi avrebbe avuto modo di conoscerlo in privato e per sempre ricordata negli anni a venire.
L'affetto sconfinato, incredibile e impareggiabile per sua sorella minore.
"Il più grande amore della sua vita" come in tanti avrebbero dichiarato, persino la stessa moglie.
Quei due ne avrebbero combinate di cotte e di crude, facendo impazzire i genitori, con una complicità tale da indurre più volte il padre a dire che il gene Murray era davvero duro a morire e troppo pericoloso per il suo cuore, soprattutto quando la figlia avrebbe iniziato a chiamarlo dal nulla Mr Bad Boy.
Un giorno, la madre avrebbe portato Jesse, ancora bambino, alla tomba dello zio che il piccolo mai aveva incontrato e di cui però già conosceva tutto.
Jesse l'avrebbe osservata piangere in silenzio mentre lei scrutava la foto del fratello e stringendole la mano e guardandole la cicatrice sul polso, avrebbe pensato che quelle lacrime rendevano la sua mamma la più bella in assoluto.
Un giorno, sì, si sarebbe detto che piangere non era poi così male, se lo facevi per qualcuno che amavi con tutto il cuore.
Ma quel giorno era ancora lontano.
Adesso Jesse era appena nato, tra le braccia della madre strillava e piangeva con tutta la forza che aveva in corpo. Stringeva l'indice del padre con la sua manina minuscola, non poteva sapere che entrambi i suoi genitori lo stavano ringraziando per essere venuto al mondo, per essere lì con loro, per essere semplicemente sé stesso.
Adesso Jesse era nato, amato e in salute: gli unici requisiti necessari per essere il bambino più fortunato del mondo.
E, oh, se lo era!
Eccome se lo era!
E presto, molto presto, se ne sarebbe accorto.
Nota autrice
Vi avevo detto di ricordare la data e l'ora della morte di Jesse ❤️
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Apologia di Callisto - COMPLETA
Literatura Feminina"Per stare accanto alla persona che più ami al mondo, cosa saresti disposto a fare?" Mentirle. "Se dovessi scegliere tra la tua libertà o la sua salvezza, cosa sceglieresti?" La sua salvezza. Da sempre e per sempre. **** Jesse e Callisto sono fratel...