Arrivò l'autunno, giunse tra noi celebrando il suo solstizio in un turbine di foglie accartocciate che riempivano le strade e alberi spogli. Noi studenti abbandonammo i nostri abiti estivi e scoperti per rintanarci in vestiti più caldi e morbidi, maglioncini con cui proteggerti dalle prime ventate gelate che giungevano di primo mattino all'inizio delle lezioni.
Per Ruben fu di sicuro un colpo di fortuna, adesso non spiccava più tra gli altri per essere l'unico pazzo che indossava maniche lunghe in piena estate, e di sicuro aveva più modi per coprire i propri lividi senza dare nell'occhio. Certo, di tanto in tanto si feriva anche in viso, ma non abbastanza per allarmare il corpo docenti. C'era anche da dire, inoltre, che ora lo aiutavo a nascondere quelle ferite con un po' di trucco, la mattina prima di uscire dai dormitori.
Ero stata io a proporglielo e lui non aveva accolto l'idea con entusiasmo, ma dopo avergli mostrato l'efficacia di quel metodo non aveva più avuto nulla da ridire.
Il momento in cui lo dovevo truccare era il mio preferito. Si sedeva sul bordo del mio letto e osservava ogni mia mossa, studiandola, come se si aspettasse che al posto del correttore tirassi fuori un coltello. Non staccava mai gli occhi da me, anche mentre camuffavo i lividi sotto tocchi di cipria e fondotinta. Appena finivo, gli mostravo il pollice all'insu e Ruben, di risposta, mi tirava il cuscino in faccia.
Eve fu la prima ad accogliere il cambio di stagione con un entusiasmo che non ci si sarebbe mai aspettati da una diciassettenne. Invece, approfittò della cosa per iniziare a vestire con colori caldi e cappelli dalla più improbabile forma. Tra questi spiccava uno in particolare, dalle orecchie da coniglio così alte da permetterti di individuarla subito in mezzo alla folla.
«Sei già alta» le dissi un giorno, davanti agli armadietti. «Vuoi raggiungere il soffitto?»
«Per favore, non trasformarti in mia madre, e poi guarda» afferrò i pompon che scendevano dal cappello e li tirò uno alla volta, in contemporanea le orecchie iniziarono ad alzarsi e abbassarsi, «non è fighissimo?» Davanti al mio sbuffo divertito, lei mi fece l'occhiolino: «Guarda che ne ho preso uno anche per te.»
Lo tirò fuori dal suo armadietto come un mago col cappello. Era identico al suo, ma di un rosa perlato così appariscente da farmi credere che volesse trasformarmi in un evidenziatore. Me lo mise in testa senza cerimonie. «Allora, che te ne pare?»
Lo sistemai sul capo, sfiorandone le orecchie oblunghe. «Mi sento molto Bugs Bunny.» Tirai la cordicella del pompon, «ce l'hai una carota?»
Mi diede una gomitata sui fianchi. «Guarda che lo so che sei felice.»
Se ero felice? Certo che lo ero! Nessuno a parte Jesse mi aveva mai regalato qualcosa, nemmeno per le ricorrenze o i compleanni, ricevere un dono del genere era un'esperienza mai sperimentata prima d'ora. Tuttavia, non volevo darlo a vedere. Avrei sollevato in lei dubbi a cui non avrei potuto dare chiarezza, neppure se avessi voluto.
Mi accontentai di sorriderle con tutta la sincerità di cui disponevo, ed Eve parve più che soddisfatta della cosa.
«Non lo indosserò a lezione» la avvisai, rimettendolo nel mio armadietto.
«Ma saresti così carina!»
«Perfetta perché il professore mi dia una nota di demerito.»
Storse le labbra. «Peccato, volevo vedere come ti avrebbe guardato il tuo principe azzurro.»
Richiusi l'anta e la scrutai a occhi socchiusi. «Il mio principe azzurro?»
Un lato della sua bocca si sollevò, malizioso. «Il tuo bel Aladino.»
«Aladino sarebbe il professor Shepard?»
Mi sgomitò un'altra volta sui fianchi. «Avanti» sollevò più volte le sopracciglia, «lo sai chi.»
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Apologia di Callisto - COMPLETA
ChickLit"Per stare accanto alla persona che più ami al mondo, cosa saresti disposto a fare?" Mentirle. "Se dovessi scegliere tra la tua libertà o la sua salvezza, cosa sceglieresti?" La sua salvezza. Da sempre e per sempre. **** Jesse e Callisto sono fratel...