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papà<Tessa vado a comprare qualcosa da mangiare, a dopo>sento la chiave dietro la porta scattare, segno che è sceso il buio e lui è andato al bar di Fabio per spendere i suoi soldi nell'alcol.
Apro la porta, assicurandomi che sia uscito, e quando sono sicura di essere sola chiamo Nicolas.
Nick<pronto?>
Io<Nick, senti ti devo parlare, ci possiamo vedere?>
Nick<se, domani a scuola cosi->
Io<è successo ancora>lo fermo.
Lui resta per un'attimo in silenzio, poi stacca.
Cosi comincio a vestirmi e preparare lo zaino con la mia roba, capendo che sarebbe arrivato in un giro di minuti per andare da lui.
E dopo mezz'ora, il suo clacson rimbomba nel quartiere, avvisandomi di scendere.

Nick<che cazzo ti ha fatto?>ringhia, appena mi siedo affianco a lui nell'auto che parte a tutta velocità.
Io<mi ha chiusa di nuovo in stanza perché ha scoperto che stanotte ero alla festa>
Nick<quanto tempo?>
io<non lo so, ero sveglia per andare a scuola ma lui aveva già chiuso la porta, quindi probabilmente tutta la giornata>
Le sue mani stringono cosi forte il volante da fargli schiarire le nocche.
Nick<tu stasera vieni a stare da me, poi domani lo andiamo a denunciare.>
Io<no Nick, non posso>
Nick<come non puoi?>ringhia, frenando davanti al rosso del semaforo.
Io<se io lo denuncio e lui non va in galera è peggio, mi verrà a cercare e mi terrà segregata in casa per sempre>
Nick<no, perché io poso aiutarti ad uscire da questa situazione.>afferma, prendendo il suo telefono per fare una chiamata.

Giulia's pov

Sono le 6, finalmente ho finito il corso di sicurezza personale e posso tornare a casa.
Mi allontano dai cancelli per raggiungere la macchina, sentendo un fischio dietro di me richiamarmi.
Scruto il posto attentamente, trovando una figura vestita tutta in nero sotto l'albero di ciliegio.
Io<chi sei?>avevo la maniglia della portiera pronta ad essere aperta per fuggire, ma tutto si tranquillizza quando da sotto il cappuccio si scopre la faccia di Vincenzo.
Tiro un sospiro di sollievo, senza muovermi da quella posizione.
V<avvicinati>mormora, mentre io chiudo la macchina per andare nella sua direzione.
Si nascondeva nel buio, sotto la luce fioca del lampione.
Si è sempre nascosto nel buio, la notte era il suo momento preferito, era silenzio, calma nel caos che lo tormentava.
Io<che ci fai qui a quest'ora?>
V<ti ho aspettata, a quest'ora in questo posto uscire da sola non è sicuro sai?>si accende una sigaretta, senza muoversi dal muretto, mentre io ero davanti a lui con le braccia incrociate al petto.
io<mio fratello non poteva venirmi a prendere, ma come mai tu mi hai aspettata?>inala il fumo della sigaretta, prima di poggiare le sue pozze nere sui miei ghiacciai.
V<volevo assicurarmi che saresti tornata a casa sana e salva>
Io<Martuccia non è gelosa che sei qui con me?>mi guardo in giro aspettandomi che uscisse qualcuno da qualche angolo.
V<ci sono solo io Giulia, smettila>mormora, continuando a poggiare i suoi occhi sui miei.
Io<perché sei qui con me, Vincenzo?>sospiro, tornando con le braccia incrociate sul petto.
V<perché alla luce del giorno non posso ne guardarti ne toccarti, ma all'ombra della luna posso persino sfiorarti>getta il mozzicone della sigaretta avvicinandosi a me, abbassando il cappuccio.
Io<ah si? e perché di giorno non puoi toccarmi? sei diventato Dracula e non lo sapevo?>lui fa un mezzo sorriso, poggiando le sue iridi sulle mie labbra.
V<se fossi Dracula ti avrei già fatta diventare Ana>adesso è diventato anche storico con le leggende.
Io<fai prima a dirmi cosa vuoi Viv-ncenzo>mi blocco, prima di pronunciare quel nomignolo che usavo sempre quando eravamo piccoli.

Io<dai Vivi, corri altrimenti ti rubano la palla>

V<te lo ricordi?>sorride spontaneamente, poggiando le mani sui miei fianchi.
Deglutisco sonoramente, mentre il cuore sembrava preso da un'attacco di zucchero talmente che batteva veloce.
Io<come potrei dimenticarlo>sussurro, mentre lui annuisce lentamente, poggiando la fronte sulla mia.
V<ho dovuto fare una promessa a Marta, per proteggerti.
Ho dovuto giurare di non rivederti più, di non parlarti più, di non toccarti più, ma non posso Giulia, non posso.>
Io<sei stato tu a fare quell'Acacia e lasciarla sotto il ciliegio?>lui annuisce, senza smuoversi dalla posizione precedente.
V<il tuo fiore preferito te lo aveva regalato Nicola, volevo darti qualcosa che potesse rapprendere ciò che siamo noi>prendo la polaroid illuminata dal lampione, e solo adesso, guardandola meglio, noto Vincenzo dietro di me che poggiava lo sguardo su di me prima di tirare il pallone.
V<l'aveva scattata Rikki il giorno prima che succedesse quell'incidente.
Giocavamo io e Agostino insieme nella squadra di Mister Cercoldi contro la rosa giovanile del Milan. Ti avevo regalato il primo gol della stagione e tu eri talmente felice che Rikki ti scattò quella foto a bordo campo, dove stavi sempre.
Non so quante volte hai rischiato di essere espulsa perché durante le partite volevi stare in campo e non sugli spalti>sorride, mentre una goccia salata attraversa la sua guancia.
Alzo lo sguardo verso di lui, che teneva ancora sulla polaroid, spostando via quella riga salata.
Io<non abbiamo mai avuto il coraggio di affrontare ciò che è successo quella sera e di trovare un punto di pace>accarezzo la sua guancia con un tocco leggero.
V<ed ogni notte mi perseguita il pensiero che un giorno tu possa andare via da me. Giulia te lo giuro, io ho privato ad odiarti, ho provato a starti lontano, ci ho provato con tutto me stesso ma non ci riesco. Tu mi attivi qualcosa che non so spiegare.
Stamattina in classe ho dovuto tenerti lontana ma tutto ciò che volevo era vederti sbuffare sotto le mie risate e continuare ad infastidirti come facevo sempre.>
Io<potresti trovare una soluzione, anzi potremmo, ma sarebbe tutto troppo complicato.>
Sentivo il suo fiato sul collo, mentre le sue labbra lo sfioravano e le sue mani non sbloccavano i miei fianchi.
Le mie braccia avvolgevano il suo collo, spingendolo sempre di più verso di me quando decide di annullare la minima distanza che ancora ci separava.
Sentivo i fuochi d'artificio scoppiarmi dentro, sembrava appena iniziato un capodanno.
La mia fessura lascia entrata libera alla sua lingua, mentre insegue la mia inspiegabilmente.
Le sue mani poggiano sulle mie natiche portandomi in braccio a lui, mentre faceva sfiorare le nostre intimità che erano divise dai vestiti.
Eravamo solo noi, io e lui, nascosti nel buio della sera e nel silenzio dell'auto raggiunta poco prima.
V<guido io>mormora avvicinandosi al veicolo.
io<non ti lascio la mia auto in mano>sorrido, lui, come un fulmine, ruba le chiavi dalle mie mani, accendendo il veicolo per uscire dal posto.
V<che facciamo?>lo guardo sgranando gli occhi, poi mi rassegno.
Io<non posso credere che te la farò guidare..>sospiro, mentre lui continuava a sorridere.

Flaws and Sins.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora