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Giulia's pov

Si è avvicinata la fine della festa, sono appena le 5.
Sono ubriaca, lo riconosco, ho bevuto come un cavallo per cercare di dimenticare ciò che è successo prima.
Continuavo a dondolare per la sala, tra la gente che pian piano la lasciava.
Non so dove mi trovo, vedo sfocato, non so dove sono i miei amici.
È buio, sto piangendo a dirotto e sto sbattendo ovunque, fino a quando cado su un letto, rannicchiandomi abbracciata ad un cuscino sprofondando la mia faccia nella spugna.
Non volevo che andassero cosi le cose, volevo che fossimo stati diversi.
Da bambina ho sempre sognato di avere il mio principe azzurro, e lui per me lo era.
Mi trattava come se fossi la cosa più speciale che avesse tra le mani, come se l'unico obbiettivo che aveva a quell'età era stare con me, allontanare tutti da me per avermi solo per lui.
Eravamo felici, siamo cresciuti insieme, sono passati 3 anni ma li ricordo come se fosse ieri.
Quando veniva a prendermi e mi accompagnava a scuola per non farmi fare la strada a piedi da sola.
Quando ad ogni mio compleanno mi faceva trovare una rosa rossa sul banco con un bigliettino di auguri.
Quando a scuola mi prendevano in giro perché ero più in carne lui mi difendeva prendendo anche le ramanzine dal preside.
C'è sempre stato, ed io non me ne sono accorta, è sempre stato al mio fianco e mi ha sempre difeso contro il mondo.
Ho mandato tutto a puttane per Riccardo, l'ho dimenticato dopo tutto quello che è successo, dimenticandomi completamente di tutti i gesti che ha fatto per me, di tutto quello che ha passato per colpa mia, di ogni gol che faceva e la vittoria al primo campionato che mi dedicò, dandomi il suo primo bacio davanti a tutti.
Sono stata il suo primo bacio.
E se mi avessero detto che sarebbe andata cosi, forse non ci avrei creduto.
V<sei ubriaca fradicia>mi risveglia dallo stato di trance in cui ero entrata.
Io<che ci fai qua?>si siede affianco alle mie gambe, osservandomi nella penombra.
V<lo so che stai male per colpa mia, mi dispiace>mormora.
Io<non me ne frega un cazzo di te, lo capisci?>che sto dicendo ciò per non distruggermi ancora.
V<stai mentendo, lo so che infondo nel buco che hai al posto del cuore ci sono ancora>i miei occhi fissavano il vuoto, i suoi invece erano ancora su di me.
Io<lasciami in pace, vai da tuo figlio>
V<Marta mi ha incastrato, io non volevo succedesse ciò, volevo te>
Io<però hai continuato a starle vicino, hai continuato a scopartela e guarda cosa è successo.>ringhio, stavolta sedendomi per guardarlo.
Era bello anche nella penombra della stanza.
V<non potevo fare altro, e pure tu. Lo sappiamo benissimo entrambi che siamo in una situazione complicata.>
Io<ma io sono stanca, sembra che mi prendi in giro, sono stanca di dover sospettare>
V<io non ti prendo in giro Giulia, sei impazzita? Sono innamorato di te dal primo superiore, da quando ti regalavo le rose per i tuoi compleanni, per ogni festività, da quando mi hanno quasi sospeso per difenderti da Genny il bullo, solo per non farti soffrire.
Io non ho mai smesso di amarti Giulia, e finalmente te lo dico, perché dopo quel maledetto incidente non ho più potuto toccarti, sfiorarti, persino guardarti, e tu non sai questa cosa quanto mi faceva stare male.
Non riuscivo ad odiarti, dovevo fingere davanti agli altri perché sapevo che mi avrebbero giudicato, e avrebbero rotto il cazzo sopratutto a te.
Sono stato mesi chiuso in stanza, senza mangiare, senza dormire, perché pensavo di non rivederti più, avevo paura di averti persa per sempre, ma ora che sono qui, non posso lasciare che tu vada via.>stavo piangendo a dirotto, i suoi occhi cedono insieme ai miei, strappando il velo da stronzo che aveva sempre avuto.
io<ma se mi hai detto che non volevi stare con me per non rovinarmi perché adesso mi dici questo?>il nodo alla gola stringeva fortissimo, quasi non mi lasciava parlare.
V<non volevo dire che sei speciale per me davanti a tutti, sopratutto davanti a Gloria>
Affanno, quasi mi si blocca il respiro.
Stavo avendo un attacco di panico.
Io<apri la finestra>
Lui scatta, spalancando le porte, poi torna da me, prendendomi con delicatezza, quasi avesse paura di ferirmi, facendoci sedere vicino alla finestra per prendere aria.
V<mi dispiace Giulia, io per te sono tossico, ti faccio solo del male, e non voglio.>
Io<se tu te ne vai io non vado avanti, tutti questi anni ho provato a dimenticarti anche io, ho stretto amicizia con Giorgio, siamo stati insieme, ma non funzionava, perché tutte le volte che ci baciavamo io vedevo te, immaginavo te ad occhi chiusi.
Ho sempre sognato da bambina, di poter avere un mazzo di rose tra le mani ed aspettarti in chiesa vestita di bianco, mentre tu restavi con me per il resto della mia vita.>lui ridacchia seguito da me, poi si avvicina ancora abbracciandomi.
Quel profumo, il suo profumo, mi mancava cosi tanto che non volevo più allontanarmi.
V<sei la cosa più preziosa che la vita potesse darmi>
Alzo il viso verso il suo, che mi guardava precedentemente, la punta del naso toccava la sua, sentivo il suo respiro incrocia il mio, fino a fondersi.
Finalmente stavamo avendo il bacio più passionale che ci eravamo dati in tutto questo tempo.
Le sue mani mi tenevano, quasi come se avesse paura di lasciarmi andare, le mie reggevano le sue guance.
Mi prende in braccio, cercando di non staccarsi.
Mi poggia delicatamente sul letto, sfilandomi il vestito lungo, tastando con le mani fredde i miei seni, facendomi rabbrividire.
Le sue labbra scendono dalle mie fino al basso ventre, ritornando su una volta spogliatosi della camicia e dei pantaloni.
Tra un bacio e l'altro entra dentro di me, e stavolta non dovevo fingere di avere lui, c'era in carne ed ossa.
Faceva su e giu ripetutamente, alternando spinte secche e lente, mentre racchiudeva i miei gemiti tra le sue labbra.
Eravamo noi, solo noi.
Questo mi bastava.

Alice's pov

Era li, da solo a fumare in terrazza.
Mi avvicino cautamente, scrutando che non ci sia nessuno.
Io<diego>non si volta.
D<che c'è?>
Io<sei ubriaco?>
D<mi sono ripreso>rispondeva in modo freddo, la sigaretta che aveva tra le dita sembrava non voler terminare.
Io<possiamo parlare?>
D<di cosa? del fatto che hai scopato con Agostino?>si gira guardandomi negli occhi, mentre io rabbrividisco.
Come lo sapeva?>
Io<te lo ha detto lui?>
D<me lo hanno detto persone, fidate.>era deluso, si vedeva negli occhi.
Non sapevo cosa dire, non potevo chiedergli scusa, non eravamo niente, ma lui era deluso come se lo fossimo.
D<ci stavo credendo Alice, pensavo di star avendo qualcosa finalmente con una persona con cui valeva la pena averlo, ma forse mi sbagliavo.>gli occhi iniziano a pizzicare.
Io<mi dispiace, non sapevo che fare, mi hai trattato una merda, Agostino è stato l'unico che mi è stato vicino>
D<ti avevo chiesto scusa>
Io<e secondo te ti basta dopo quelle parole? non ti chiedo di portarmi in qualche posto che non esiste, ma nemmeno di chiedermi scusa cosi.>
D<allora dimmi cosa dovevo fare>
Io<non tradirmi, non tradire la mia persona. Mi sono sentita tradita quel giorno, se ci fossi stato tu al mio posto cosa avresti pensato? Che ti prendevo in giro? Che non c'era niente e che volevi solo scopare? beh io questo ho pensato, e scusa se non sono una ragazza cosi sicura di se, che ha insicurezze, purtroppo non sono stata io a diventare cosi.>lui abbassa lo sguardo, io prendo poso sul muretto accanto a lui.
D<non volevo dirtele quelle cose, te lo ripeto, mi dispiace, io a te ci tengo veramente, in te ho trovato quello che cercavo da anni. Mi sei piaciuta dal primo istante, e il fatto che non hai mai avuto relazioni cosi serie, e che la tua prima volta è stata con me, mi ha fatto sentire importante.>
Io<talmente importante che mi hai trattata una merda>i suoi occhi si alzano sui miei, si avvicina, alzando una mano per asciugare l'ennesima lacrima che cadeva.
D<mi dispiace, non sai come mi sono sentito quella sera, ti giuro sarei voluto venire da te e parlare, ma sapevo che non volevi nemmeno vedermi>io annuisco, mentre mi lasciavo accarezzare dal suo tocco.
D<per favore, torniamo, non posso più vederti insieme ad Agostino, mi si stringe il cuore in petto ogni volt->senza fargli finire di parlare quasi cado sulle sue labbra.
Le sue mani stringono i miei fianchi, facendomi scendere dal muretto, le mie quasi si aggrappano a lui.
Sembrava una liberazione, lo stavo baciando, finalmente, eravamo di nuovo noi due.

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