la piscina - capitolo 9

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Sole's pov:

Mi sveglio dentro a una piscina.. sono per terra e molto spaesata.
Mi alzo e stropiccio un po' gli occhi, c'è il sole e la luce è molto forte.
Mi guardo intorno e noto un ragazzino seduto con i piedi in acqua.
Cerco di avvicinarmi per capire chi sia e..
s: Rocco!
r: Sole!
Ci abbracciamo.
s: dio mio, non sai quante volte ho sognato questo momento. Nessuno mi capisce meglio di te.
Ci stacchiamo dall'abbraccio.
r: già.. anch'io. Ascolto tutti i tuoi discorsi lo sai? Amo parlare con te.
Mi guardo di nuovo intorno e sento delle voci.
x: dottoressa non riusciamo a svegliarla.
x: cos'ha avuto?
x: crediamo sia svenuta, quando siamo arrivati non respirava.
Non riesco a riconoscere di chi sono però.

s: Rocco, non capisco, dove sono?
r: ricordi Leo durante l'operazione?
Collego il tutto e capisco.. la piscina, quella piscina.
s: io.. io sono.. sono in coma?
Dico confusa.
r: purtroppo si.
Dice guardandosi i piedi in acqua.
Non riesco a crederci.
r: senti, ti fidi di me?
s: certo che mi fido.
r: seguimi.
Mi porta su un trampolino, a quello più alto.
r: al mio tre buttati.
s: cosa?
È pazzo.
r: al mio tre buttati.
Non potrebbe andare peggio di così quindi..
r: 3-2-1.
Mi lancio e all'impatto con l'acqua sono di nuovo cosciente, ma sono immobile nel lettino.

Davide's pov:

Sto impazzendo, sono 2 ore che non ho notizie di Sole e mi sento il cuore pesante.
Le infermiere corrono avanti e indietro prendendo mille cose ma non ci dicono nulla su di lei, fin quando non vedo uscire la Lisandri.
l: ragazzi, abbiamo bisogno di qualcosa che riesca a svegliarla. Sapete se c'è qualcosa che ama ascoltare?
Rispondiamo tutti insieme "ogni volta".
l: okay, uno di voi deve entrare adesso. Gliela canterà colui che entrerà.
Io mi tiro indietro.
d: Cris vai tu, sei la sua migliore amica.
c: no Davide, devi andarci tu.
È colpa mia, ha ragione.
Mi mette una mano sulla spalla e dopo un sorriso entro.

La vedo sdraiata sul lettino, è bianca cadaverica e il suo corpo è immobile. Non c'è nessun rumore se non quello delle macchine che la tengono viva.
d: amore..
Mi siedo sulla sedia accanto a lei e le prendo la mano, è ghiacciata.

Sole's pov:

Sento qualcuno aprire la porta ma non sono ancora in grado di muovermi, è come se Rocco mi avesse permesso di essere sveglia ma non "viva".
d: amore..
È Davide.
Si siede affianco a me e mi prende la mano. Trema e sta piangendo..
d: è tutta colpa mia.. scusami..
Si mette a piangere posando la testa sulla mia mano mentre continua a stringerla fortissimo, come per tenermi legata a lui.
Dopo un silenzio alternato ai suoi singhiozzi inizia a cantare.

d: ogni volta che viene giorno.. ogni volta che ritorno..
A ogni frase un singhiozzo.
d: ogni volta che cammino.. e.. mi sembra di averti vicino..
Si ferma un istante per prendere fiato.
d: ogni volta che mi guardo intorno.. ogni volta che non me ne accorgo.. ogni volta.. che viene giorno..

Si ferma, probabilmente crede che sia inutile ma io sento che mi sto cominciando a muovere un po'.
d: e ogni volta che mi sveglio.. ogni volta che mi sbaglio.. ogni volta che sono sicuro e.. ogni volta che mi sento solo.. ogni volta che mi viene in mente..
Si ferma, ha perso le speranze. Ma io con tutte le poche forze che ho gli stringo la mano e piano piano apro gli occhi.
s: qualche cosa che non c'entra niente..
Dico con un filo di voce e molto affaticata.

Gli si illuminano gli occhi e si stringe a me.
d: scusami amore, ti prometto che non ti tratterò più così.
s: ok ok, ma fai piano ahah.
d: scusa scusa.
Mi da un bacio a stampo.
d: vado a chiamare la dottoressa.
Annuisco.

Dopo poco entra la Lisandri, ma sta volta è sola.
l: tesoro, ti sei svegliata.
s: si, sto bene.
Sorrido e lei ricambia.
l: cos'è successo?
s: mi è venuto un attacco di panico e non riuscivo a respirare.
l: causato da cosa?
s: Davide.. ci ho litigato.
l: capito.
Mi accarezza il viso.
l: bene, ora ti riportiamo in stanza ma non ti devi affaticare, chiaro?
s: mhmh.
Sorride di nuovo e poi esce.

Mi viene a prendere dopo qualche minuto Ulisse che mi porta fuori da lì.
u: ci hai fatti spaventare Sò.
Sorride.
s: scusate..
Mi accarezza i capelli e poi usciamo.

Ad aspettarmi ci sono i braccialetti.
c: amore!
Mi abbraccia.
u: piano ragazzi, è ancora debole, non la affaticate troppo.
Cris si stacca e alza le mani facendoci ridere.
l: capito Dà? non la affaticare eh ahahah.
v: ci sei mancata tanto.
s: anche voi, scusate se vi ho fatti preoccupare.
t: non fa niente, però cerca di combatterla sta cosa e capit?
s: che saggio che sei Toni ahah.
f: Sole! come stai?
s: Flam amore! tutto apposto.. sto meglio.
Chicco me la passa e la prendo in braccio.
f: sei stanca vero?
s: un po'..
f: allora vatti a riposare perché domani torno da te e ti rompo tutto il giorno!
s: va bene ahah.
Chicco la riprende e mi accarezza una guancia.

u: dai andiamo.
Saluto Chicco e Flam che non vengono con noi e poi ci dirigiamo tutti in stanza.

Passiamo un pomeriggio tranquillo, chiacchieriamo, giochiamo a carte.. tutto come se non fosse successo nulla.
Verso le 19:00 arriva Ester che ci porta da mangiare a me e a Davide perciò gli altri ci salutano per poi andarsene.
e: buon appetito tesori belli.
Dice uscendo dalla porta e lanciandoci un bacio.

Brodo e pollo.. potrei vomitare.
s: non mangio sappilo.
d: fa schifo anche a me ma devi mangiare, soprattutto adesso che sei più debole.
Sbuffo e comincio a mangiare anch'io.
Finisco il brodo.

s: no Dà che sbocco, sto per vomitare.
Dico io scherzando.
d: madò davero.
Ci guardiamo e notiamo le nostre facce schifate scoppiando a ridere.
s: che deficienti AHAHAH.
d: ve? AHAHAH.

Stavamo ridendo ma tutto un tratto Davide torna serio e dice:
d: mi sono preoccupato tanto oggi sai?
Torno seria anch'io.
s: già, scusa.
Si alza dal letto prendendo il vassoio e lo posa sul mio tavolino.
Mi prende le mani.
d: non è colpa tua, è stata solo colpa mia.
Gli vedo gli occhi lucidi.
s: madonna Dà basta co ste lacrimeee, hai pianto tutto il giorno! Dov'è il mio Davide stronzo e menefreghista?
Scherzo io.
d: preferisci quella parte di me?
Scherza anche lui.
s: forse.
Faccio un sorrisetto.
d: va bene.
Torna serio e comincia a mangiare il pollo.

d: mangia anche tu.
Dice serio e con fare indifferente.
s: Davide è inutile che me lo dici con sto tono, ti stai preoccupando per me. Non riuscirai più a fare lo stronzo con me da adesso ahah.
Comincio a mangiare quel misero coscetto di pollo che non avrebbe sfamato neanche una formica.
d: si si, vai convinta.
Dice sempre indifferente.
Ridacchio per poi rendermi conto di aver già finito la carne e non era neanche male.
s: io ne sono convinta, Di Salvo.
Dico seria e con fare altezzoso.
d: ah si eh?
s: mhm-
Non faccio in tempo a finire che me lo ritrovo addosso a farmi il solletico.
s: aaah, Dà! ahahah.
d: ne sei ancora sicura? ahahah.
s: si! decisamente!
Dico interrompendo per un secondo le risate.

sempre in due; - davide di salvo (mirko trovato)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora