complici - capitolo 39

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Sole's pov:

Scendo le scale con Davide davanti e appena mettiamo piede in cucina vedo letteralmente TUTTI guardarci come se fossimo fantasmi.

s: tutto bene?
Chiedo confusa.
l: di tu a noi.
Dice ansiosa mia sorella.
s: io sto bene, voi un po' meno.. mi dite che volete?
Chiedo versandomi un po' di acqua in un bicchiere.
n: oh gesù Sole! state di nuovo insieme?
Anche lui ansioso.
d: vedete che sono qui anch'io eh.
c: si ma a noi di te non interessa Di Salvo.
Gli fa una smorfia e io scoppio a ridere sputando tutta l'acqua bevuta qualche istante prima, gli altri mi seguono e appena torna un po' di serietà mi ricominciano a guardare come prima.

s: madonna quanto rompete! non stiamo insieme! siamo in pace, se così si può definire.
Che cazzataaaa mi piace troppo farlo rosicare.
Nel frattempo gli lancio un occhiata e lui rigira gli occhi con un sorrisetto curioso sulle labbra.
l: cioè tutto qua?
d: beh cosa vi aspettavate?
Ed eccolo che mi asseconda il mio complice.
l: che ne so, qualcosa di fantastico immagino.
s: tempo al tempo, imparate ad aspettare.

Sbuffano ed è papà a far tornare il sorriso a tutti.
e: preparo una carbonara e mangiate tutti qui?
Ovviamente non c'è nessuno che dice di no e sono nuovamente contentissimi.
s: vabbè saliamo?
Chiedo ai ragazzi che annuiscono e mi seguono in camera, tranne Luna che sta uscendo e infatti non rimane neanche a pranzo.

Niccolò si sdraia sul mio letto mentre Cami si siede sulla sedia della scrivania e io e Davide rimaniamo in piedi.
s: si Nicco tranquillo puoi metterti sul mio letto.
Ride.

s: comunque tu sei una stronza.
Dico a Cami mentre sistemo i girasoli dentro al vaso.
c: ma dai che ti ho fatto un piacere!
s: piacere? io vivo benissimo senza questo qua!
Davide mi si avvicina e mi da un bacio sulla guancia ridendo, poi si siede al posto di Cami che si alza per mettersi sulla scrivania e guardarmi in faccia.
c: stavi mettendo le radici! anzi Nicco guarda un po' se è nato qualche vegetale là in mezzo.
Dice scherzando e ovviamente Nicco l'asseconda.
n: ce l'hai davanti il vegetale, cogliona!
s: vaffanculo ahah.
Esclamo tirandogli un evidenziatore trovato sulla scrivania.

Sento Davide ridere così mi giro per prendermela anche un po' con lui.
s: e vaffanculo pure a te Di Salvo!
Mi guarda qualche secondo con un sorrisetto compiaciuto mentre guarda le mie labbra, poi mi bacia a stampo ma lo allunga un po'.
Mi stacco solo qualche secondo dopo.
s: dovevo aspettarmelo.
d: già, avresti dovuto.
Continua a ridere, poi continuo a fare quello che stavo facendo come se niente fosse.

c: PERCHÉ SEI COSÌ TRANQUILLA? NON AVEVI DETTO CHE SIETE SOLO IN PACE?
Urla impanicata.
s: infatti è così.
Dico tranquilla.
c: E TU NON DICI NULLA?
Chiede girandosi verso Niccolò.
n: io ormai non mi stupisco più di niente, sti due sono imprevedibili.
Dice continuando a fissare il soffitto.

c: vabbè ho capito.. comunque sta sera c'è una festa.
s: a casa vostra?
c: no.
s: allora non vengo.
Scherzo io.
c: dai, è vicino casa nostra, se vuoi puoi rimanere da noi a dormire.
s: quello era scontato.
c: approfittatrice!
Rido.
c: è oggi alle 22:00 ma se volete potete venire a prepararvi da noi, io e Nicco andiamo sicuro.
s: io ci sto sta sera ma non oggi pomeriggio.
c: che hai?
s: ho da fare con Davide.

Gli lancio un'altra occhiataccia e lui già sorride malizioso.
c: oddio adesso ricominciano a darci buca per scopare! già mi sto pentendo di avervi fatto risolvere.
s: ma smettila ahah.
La spintono giocosamente.
d: guarda che non stiamo ancora insieme eh Cami, e poi non dobbiamo scopare.
n: ah giusto, voi dovete fare l'amore.
Dice con tono ironico.
s: Nicco hai deciso che oggi vuoi essere preso a pizze in bocca?
n: ooooh aggressiva la ragazza.
d: attento che tira fuori gli artigli eeeeh.

s: oh guarda Cami, stranamente oggi pomeriggio ci sono! andiamo da te verso le 15:00?
Dico io con tono ironico ma un po' nervosa.
d: no no no no! non se ne parla proprio, tu stai con me oggi pomeriggio.
Mi prende dai fianchi e mi trascina fino a farmi sedere su di lui, poi accarezza entrambe le mie cosce, ormai magrissime.. Gli sposto le mani e mi rialzo.
d: tutto apposto? che hai?
s: niente Dà lasciami stare.
Sposto il vaso sul davanzale vicino alla finestra, poi mi siedo sul letto vicino a Niccolò.

Lui si alza, essendo ancora sdraiato, e mi stringe a se. Non ho detto una parola ma lui ha già capito tutto quello di cui avevo bisogno.

In questa stanza regna il silenzio eppure per me vale più di mille parole.. avere le persone più importanti della mia vita insieme a me in questo momento è la cosa migliore che potesse succedere. Ora come ora ho solo bisogno di supporto e nonostante manchino metà dei miei amici per il momento mi bastano loro.

All'abbraccio si aggiungono Cami e Davide e ora finalmente mi sento completa.

Comincio a sentire dei singhiozzi sulla mia spalla ma avendo gli occhi chiusi non capisco chi sia, così mi stacco e cerco di vedere chi è.

s: Nicco ma che fai piangi? ahahah.
c: sono settimane che piange sto scemo ahah.
Anche Cami piange ma silenziosamente, così prima di parlare si asciuga le guance.
n: oh e non me sputtanà però!
Le da una spinta giocosa, asciugandosi pure lui le lacrime.
s: vedi che mica sono morta eh, sono ancora qui per tua sfortuna.
Scherzo un po' per sdrammatizzare.
n: senza de te so perso stronza.
Mi riabbraccia.
s: ringrazia sto coglione del migliore amico tuo va ahah.
n: sei da galera Dà, mortacci tua.
Scherziamo un po' tutti insieme finché mamma non ci viene a chiamare per pranzare.

Davide apparecchia, essendo ormai di casa, mentre noi altri aiutiamo mamma e papà a fare i piatti, poi ci sediamo e mangiamo.

s: mamma posso andare a una festa stasera?
Mamma quasi si strozza.
a: vuoi uscire?
Chiede incredula.
s: mhh.. si..?
a: certo che puoi, puoi andare dove vuoi.
Dice con un sorrisone.
c: dorme da noi, così non dovete venire a prenderla.
e: ma guarda, ora come ora se mi chiedesse di andarla a prendere a Milano alle 4 di notte ci andrei volando.
s: ma dai smettetela, non è così tanto che non esco!
Nessuno parla, so che in realtà non è così ma non voglio vedere la realtà.

Mentre gli altri parlano di altro io fisso il piatto giocando con la pasta che non ho ancora toccato.
d: non hai mangiato nulla.
Dice Davide a bassa voce per non farsi sentire dagli altri.
s: non ho fame.
d: no Sole, devi mangiare qualcosa.
Sbuffo ma continuo lo stesso a non mangiare.
d: ti devo imboccare come in ospedale?
s: fai come ti pare, io non mangio.
d: ok.
Prende la mia forchetta e dopo aver preso 3 o 4 rigatoni comincia a farmi l'aeroplanino.

s: dai Davide smettila! ahahah.
d: nono ora mangi per forza! ahahah.
Scherziamo un po' finché finalmente non riesce a farmi mangiare facendomi finire tutto.

Dopodiché Davide prende la sua forchetta e la sbatte sul bicchiere per richiamare l'attenzione di tutti.
d: non vorrei dire nulla ma qui c'è qualcuno che ha finito TUTTA la pasta eh.
Non ci voglio credere, che scemo.
Scoppio a ridere mentre tutti quanti mi fanno i complimenti, ma la cosa che mi colpisce di più è lo sguardo fierissimo di mio padre e di Davide.
È proprio vero che ci si innamora delle persone simili ai nostri papà.. non potevo fare scelta migliore.

Finiamo di mangiare e dopo qualche bacio e abbraccio facciamo la lavastoviglie per poi metterci tutti sul divano.

sempre in due; - davide di salvo (mirko trovato)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora