pace - capitolo 28

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Nonostante io sia vicino a Damiano e mi stia divertendo tanto con lui sono comunque stanca di essere chiusa qui dentro, mi manca l'aria.
Prendo il mio telefono per poi chiedere alla prof di uscire e andare in bagno.
Mi dice di si e io finalmente esco.

Dopo poco si apre la porta e spero siano le mie amiche, ma nessuna delle tre viene a salvarmi, chi poteva essere se non lui?

Entra, sbatte la porta e viene verso di me con fare minaccioso urlando:
d: mi spieghi quale cazzo è il tuo problema?
Io alzo lo sguardo per guardarlo e gli scoppio a ridere in faccia.
d: che cazzo ti ridi?
Chiede confuso.
s: rido per te coglione. Impegnati un po', forse ci arrivi a capire "quale cazzo è il mio problema".
Faccio per alzarmi ma lui mi fa risedere.

d: invece di andare da quello parla con me.
Parla di Damiano, ovviamente.
Alzo gli occhi al cielo.
d: è perché ieri non ti ho salutato?
s: non mi hai salutato? non mi ti sei inculato tutta la serata e hai avuto anche il coraggio di sbroccarmi.

d: scusa..
Abbassa il tono e la testa, è dispiaciuto ed effettivamente si vede.
d: ho litigato con papà.
s: di nuovo?
d: non va più bene con lui..
Lo abbraccio.
s: ai 18 anni andiamo a vivere insieme, che dici? Ci troviamo un lavoretto st'estate e cominciamo a mettere da parte qualcosina, ci stai?
Sorride, annuisce e mi bacia.

d: che palle però, stai vicino a quel coglione.
s: ma la vuoi smettere? ahah. È mio amico e non è un coglione, è anche simpatico in realtà. Mi diverto tanto con lui.
d: non quanto lo fai con me.
Mi sossurra all'orecchio mettendo una mano sui miei glutei.
s: smettila e andiamo ahah.
Lo prendo per mano e usciamo dal bagno per poi rientrare in classe.

*skip time*

Suona finalmente la ricreazione ed usciamo in cortile.
s: Nicco amore mio-
n: tiè.
Sbuffa e alza gli occhi al cielo mentre mi passa il pacchetto. Già ha capito.
s: ti amo.
Gli do un bacio sulla guancia e sento Davide sbuffare.
n: fratè rassegnati.

Rido e mi comincio a fumare la mia amata winston blue.
Parliamo del più e del meno per 20 minuti finché non suona la campanella.

Rientriamo in classe e non mi rendo conto che sono mano nella mano con Davide, stiamo così fino ai nostri banchi, poi ci dividiamo e aspettiamo il professore che sembra non arrivare mai.

x: ragazzi il professor Giacinti sarà assente anche oggi, avete ora buca. Non date fuoco alla classe grazie.
Dice il mio bidello di fiducia per poi uscire dalla classe e chiudere la porta.
Tutti ci alziamo e ovviamente io mi vado a mettere con gli altri miei amici vicino a Davide.

Gli prendo nuovamente la mano e chiacchieriamo un po' tutti insieme, finché non vediamo arrivare Alice e il suo gruppetto di amiche zoccole.
a: Davide ti va di uscire una di queste sere?
Lo sapevo.
d: no.
Risponde secco, senza neanche guardarla.
a: che palle però, perché non esci mai con noi?!
d: evidentemente mi state sul cazzo?
Dice sta volta alzando lo sguardo dal suo telefono per guardarla dritta negli occhi.
Lei gli tira uno schiaffo esordendo con un:
a: ma vaffanculo tu e quella puttana di Sole. Uno senza madre e l'altra malata, ma dove volete andare? ahah.
Poi si gira e fa per andare via.
So trattenermi, ma fino a una certa.

La prendo per i capelli facendola girare verso di me, poi le tiro uno schiaffo anch'io.
Ecco l'inizio della fine.
Cominciamo a picchiarci seriamente e nonostante ci stiano cercando di fermare in tanti noi continuiamo a prenderci a botte, poi entra in classe la preside e capisco di essermi rovinata l'anno, ottimo.

Ci portano entrambe in presidenza e la preside continua a riempirci di domande.
p: ma allora volete parlare?! Datemi una spiegazione o sarò obbligata ad espellervi!
Continuiamo a stare in silenzio.
p: De Santis mi risponda almeno lei!

Entrano i nostri genitori che cominciano a fare mille domande anche loro così faccio un respiro profondo e mi decido a dire tutto.

s: è venuta dal mio ragazzo, Di salvo, a chiedergli di uscire e dopo che lui ha rifiutato due volte l'invito, lei ha deciso bene di insultare me per la malattia e Davide per il fatto che non ha più una mamma.
Preside lei lo sa bene, a me può essere toccato tutto ma le persone a cui voglio bene e la mia malattia proprio no.
p: beh De Santis, ha indubbiamente ragione lei ma purtroppo devo comunque punire entrambi. Siete sospese con l'obbligo di frequenza, perciò è come una settimana normale ma questo evento inciderà sul voto del comportamento in pagella.
Noi annuiamo e usciamo con i nostri genitori.

s: mi dispiace..
Loro mi abbracciano.
e: tranquilla tesoro è tutto okay. Hai sbagliato il modo in cui reagire ma avevi totalmente ragione.
Mi stringono un po' di più finché non mi sento toccare una spalla, sono i genitori di Alice.

ma: ci dispiace tanto.
pa: ultimamente abbiamo dei problemi a casa e di questo ne sta risentendo molto anche lei.. perdonateci davvero. Ti preghiamo di perdonarla, Sole.
Sono dispiaciuti.
s: io posso anche perdonare voi, ma finché non chiede scusa lei a me e a Davide per me niente è risolto. Con tutto il rispetto, ma io non mi faccio trattare così.
ma: hai totalmente ragione, in classe chiederà scusa ad entrambi.
Mi abbracciano anche loro e dopo di che saluto tutti per rientrare in classe.

d: che ti hanno detto? scusa ma non mi facevano uscire.
s: tranquillo. Sospesa con obbligo di frequenza, prendono provvedimenti con il voto in condotta ma me ne farò una ragione. I genitori mi hanno chiesto scusa e hanno detto che verrà anche Alice a chiedercelo ma sinceramente non mi interessa se lo farà o meno.
Sorrido e lui mi stringe forte a se.
d: grazie amore.
s: questo e altro.
Lo stringo anch'io più forte, poi ci risediamo ai banchi di prima e continuiamo a parlare, ma di Alice non c'è traccia. Non mi stupisce la cosa, me l'aspettavo e neanche mi interessa sinceramente.

La giornata procede tranquilla anche se ogni professore mi fa la ramanzina sul fatto che ho rovinato la condotta eccetera eccetera, ma tanto alla fine tutti mi danno ragione e l'importante è quello per me.

Usciamo da scuola e facciamo la nostra pausa winston.
n: ti serve un passaggio?
Mi chiede Nicco e io mi giro verso Davide.
s: vai con l'auto?
Annuisce e mi rigiro verso Niccolò.
s: no non mi serve.
n: okay ahah, allora ci vediamo domani. Ciao belli.
Sale in macchina e rimaniamo io e Davide che andiamo in fermata.

L'auto passa subito e siccome facciamo solo due fermate insieme mi sbrigo a chiedergli ciò che devo chiedergli.
s: comunque i miei vorrebbero fare una cena tutti insieme, io gliel'ho detto che forse non era il caso in questo periodo ma loro ci tengono tanto.. Se ti va chiedi a tuo padre e Lilia, altrimenti vieni solo tu okay?
d: va bene, va bene. Quando?
s: per noi va bene anche sta sera.
d: okay, oggi cerco di parlare con papà e ti faccio sapere.
Mi sorride e mi accarezza il viso.

s: io sono arrivata, dopo chiamami e dimmi quando arrivi a casa. Ti amo tantissimoooo.
Mi da un bacio a stampo che allunghiamo di poco, poi prendo lo zaino e scendo.

Apro la porta e levo le scarpe.
s: ei.
Saluto i miei.
e: tutto bene?
s: sisi.
a: Alice si è scusata?
s: no, ovviamente.
e: crescerà un giorno.
Ridiamo.
s: ah mamma, forse Davide viene a cena con suo padre e la compagna sta sera.
a: DAVVERO??
s: si ma stai calma! ahah.
È più contenta di me, non ho parole.

sempre in due; - davide di salvo (mirko trovato)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora