piccolè - capitolo 5

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Erano ormai passate 2 settimane da quel giorno in cui io iniziai a credere di provare qualcosa per quel ricciolino ma soprattutto dal giorno in cui entrambi scoprimmo di avere un problema grande. Nessuno dei due lo ha ancora detto ai ragazzi.
In tutto ciò siamo diventati sempre più amici io e Davide e con lui mi trovo molto bene, forse troppo..

Era tutta la mattina che penso al fatto di chiedere a Davide se forse è il caso di rivelare tutto agli altri. Così dopo pranzo decido di andare da Rocco che, anche se non parla, sa ascoltare benissimo. Come vi dicevo ho un certo legame con lui, sento come se potesse rispondermi senza aprire bocca.

s: Rocchettoo, come va? spero bene.
Gli prendo la mano.
s: la malattia è peggiorata, ma questo tu già lo sai ovviamente. Non ho detto ancora niente ai Braccialetti e tu e solo tu puoi aiutarmi. Io credo di doverglielo dire, sono sempre presenti per me e non posso tenerli all'oscuro da tutto no? Oddio se fossi qui con me adesso.. Vabbè vado, sei la mia salvezza ti si amaaaa.
Gli do un bacio sulla fronte e girandomi vedo che c'era Piera dietro, sua madre.

s: oddio che paura! ahahah, ciao Piera! come stai?
p: tutto bene tesoro ahah.
Mi abbraccia.
p: sono felice che vieni qui a parlargli.
s: lo faccio quasi sempre, nessuno mi ascolta come lo fa lui. Spero che si svegli presto, ho proprio bisogno di lui.
Sorride.
p: faresti bene a dirlo ai ragazzi.
s: cosa?
p: la malattia. Fidati, ti aiuterebbero molto.
Io sorrido e dopo averla ringraziata me ne vado da Davide.

s: Dà, dobbiamo dirglielo.
d: che cosa?
s: tutto, sulle malattie che abbiamo.
d: forse hai ragione.
s: no, senza forse. Scrivo sul gruppo.

* chat con i ragazzi *

s: venite da me e Davide, adesso. Vi dobbiamo parlare. Siamo in camera.
l: arrivo.
t: 5 minuti e sono lì.
v: sono in giardino, salgo subito.
c: stavo già venendo.

* fine *

Arrivano tutti e l'ansia inizia a salire.
s: vi dobbiamo dire una cosa importante. La sappiamo già da tanto ma solo adesso abbiamo trovato il coraggio di dirvelo. Solo voi potete sapere quanto è difficile dirlo quindi andremo dritti al punto. La mia malattia è peggiorata.
d: e io ho un'aneurisma all'aorta.
l: e quando credevate di dircelo?
s: ti prego Leo, non volevamo farvi preoccupare..
v: ma non è una motivazione valida, dovevate dircelo, sapete quanto ci teniamo a voi.
Mi mette una mano sulla spalla ma parla con entrambi.
c: va bene, calmiamoci. Noi vi perdoniamo, ma dovete dirci tutto quando lo scoprite okay?
Noi annuiamo e ci abbracciamo tutti quanti.
d: sisi vabbè ora basta, levatevi che mi vengono i brividi co tutto sto affetto.
Provoca una risata a tutti.

l: Davide ti facciamo conoscere gli altri.
d: gli altri chi?
s: gli altri Braccialetti.
c: li vado a cercare io.
Dopo qualche minuto torna con tutti gli altri.

l: eccovi. Ragazzi, lui è Davide, presentatevi.
c: piacere io so Chicco.
Lui è dentro per un incidente sul motorino, è un ragazzo cicciottello filippino, anche lui è di Roma.
b: io sono Bea.
È mora, i capelli boccolosi e gli occhi marroni. Lei invece era davanti a Chicco durante l'incidente.. Ora stanno meglio ma sono stati malissimo.
Si stringono le mani.
d: piacere.

s: Davide, lei è Flaminia.
f: ciao Davide.. posso toccarti?
È una ragazzina di 8 anni cieca, quindi per "vedere" le persone le tocca.
Lui mi guarda un po' confuso e io annuisco come per dire "fattelo fare".
d: certo.
Sorride.
Le prende le mani con delicatezza e le sposta sul suo viso. Lei comincia a toccargli gli occhi, le sopracciglia, il naso, le labbra, i capelli..
f: sei bello.
s: mortacci se è bello Fla-
Sussurro io venendo fermata da una gomitata di Cris.
s: ah- Cris!
c: ti ho fatto un piacere.
Continuiamo a sussurrare.
f: cos'è successo?
s: niente amore, Cris è un po' scema.
Dico facendo un occhiataccia a Cris mentre prendo in braccio Flam.
f: sì è vero ahah.
c: Flam!
Ridiamo tutti.

f: comunque Davide puoi chiamarmi Flam, se vuoi essere mio amico.
d: certo che voglio esserlo.
Sorride.
f: sta sorridendo?
Mi chiede a bassa voce.
s: oh si, con tutti tutti i denti.
Flam ride e io comincio a farle il solletico scherzandoci un po'.

c: rega noi se ne annamo che se no vie Volde- ceh la Lisandri e ce fa nculo così, daje Flam vie da Chicco tuo.
f: uffa, ma io sto bene con Sole.
c: o so ma se ne demo anna.
Flam sbuffa e io sorridendo la passo a Chicco.
Salutiamo tutti e ci lasciano soli in stanza a me e a Davide.
s: beh è andata bene no?
d: si, poteva andare peggio.
s: già, in fondo me l'aspettavo questa reazione. Comunque volevo farti conoscere un'altra persona, anche lui fa parte dei braccialetti ma non è mai con noi perché è in coma.
Lui mi guarda un po' confuso.
s: seguimi.

Lo porto in stanza da Rocco dove ci sediamo accanto a lui.
s: ecco, lui è Rocco. È in coma da 8 mesi.
d: e come fa a far parte dei Braccialetti?
s: allora è un po' strano da dire ma Leo è riuscito a parlarci quando durante l'intervento gli hanno tolto la gamba. Ci ha raccontato che durante il lasso di tempo in cui era tra la vita e la morte per un emorragia è finito dentro questo posto: una piscina, la piscina dove Rocco è finito in coma. Qui ha incontrato Rocco e da quel che ci ha detto gli ha chiesto di entrare nel gruppo.
Davide stenta a crederci ma alla fine sembra capire.

d: sei molto brava con i bambini.
Cambia discorso.
s: già, anche tu lo sei.
d: mi piacciono molto e poi Lilia è incinta.
s: davvero?
Annuisce.
s: ne sono felice.
Sorride.

Saluto Rocco.
s: ciao Rocchigno.
Gli do un bacio sulla fronte.
d: perché ci parli?
s: lui ascolta tutto, dovresti farlo anche tu ogni tanto sai?
Ride incredulo e andiamo in stanza.

Arriva ora di cena e dopo aver messo qualcosa in TV lui comincia a mangiare.
d: allora? che dobbiamo fare?
Solita predica.
s: non mi va.
d: questa è l'ultima volta, sono già due settimane che te lo lascio fare ma da domani mangi di nuovo okay?
s: sisi vabbè.
Dico svogliata.
d: no Sole, sono serio, da domani ricominci.
s: okay, va bene.
Dico più seria sta volta.

Dopo qualche minuto entra Ester.
e: non hai mangiato di nuovo.. lo devo dire alla dottoressa?
s: Ester come vuoi tu, non mi interessa, tanto è uguale non mangio.
Annuisce rassegnata.
e: comunque sta venendo tua sorella, avete pochi minuti ancora quindi fate in fretta.
Annuisco.

Dopo un po' la vedo entrare.
s: Luna!
l: amore mio!
Scendo dal letto e la abbraccio.
s: mi sei mancata tanto! come mai non sei venuta spesso ultimamente?
l: avevo tanto da studiare per l'università. Tu che mi racconti?
s: una palla assurda come sempre, ma ho conosciuto lui.
Dico indicando Davide e lei si gira per guardarlo.
d: piacere Davide.
Si stringono la mano e poi torna da me mentre lui torna al suo telefono.
Lei mi fa una faccia tipo "azzo che bono" e io ne faccio un'altra come "lo so". Scoppiamo a ridere.

l: hai mangiato?
Guardo Davide che mi stava già guardando e poi torno a Luna.
s: si, sisi ho mangiato.
l: sicura?
Annuisco.
l: bene, allora io vado altrimenti Esterigna si incazza eh.
s: va bene, ciao amore, salutami tutti a casa okay?
Annuisce e mi da un bacio sulla guancia.
l: ciao Davide, è stato un piacere conoscerti.
d: piacere mio.
Sorride.

d: mortacci che sorca tu sorella.
Dice mentre la continua a guardare andar via.
Ma che dice? oddio questa è gelosia?..
s: è uguale a me, per forza è stupenda. Modestamente.
Lui ride e dopodiché ci mettiamo a dormire.

s: notte Dà.
d: notte piccolè.
s: piccolè a chi? ho 2 mesi più di te ahah.
d: rimani comunque più piccolina di me ahah.
Mi addormento dopo poco.

sempre in due; - davide di salvo (mirko trovato)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora