delicatezza - capitolo 34

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Davide apre la porta di casa facendomi entrare, poi poso la borsetta e levo le scarpe.
s: amo sono zuppa, non me va de bagnatte casa.
d: macché sti cazzi, mo se famo na doccia e te cambi.
s: cazzo io non ho vestiti!
Dico rendendomi conto.
d: ti do qualcosa di mio.
s: si ma dopo dobbiamo tornare a casa mia, troviamo un modo di non farci sgamare, devo prendere qualcosa.
d: okay.

Saliamo in camera e andiamo in bagno. Davide prepara la doccia mentre io mi guardo allo specchio con la bocca storta.

Dopo poco mi sento agganciare i fianchi da dietro.
d: che c'è principessa?
s: non mi piaccio.. sono troppo grassa ora che sono guarita.
Decido di essere sincera.
d: amore ma che dici?
Mi gira verso di se e mi prende il volto mettendo le sue mani sulle mie guance.
d: sei bellissima Sole, ad ogni modo.
Mi da un bacio a stampo e poi mi stringe un po' a se.

Lo allunghiamo di un po' e ora sembra che ci stiamo mangiando. Mi bacia con foga e passione ma è anche dolce, pieno di amore. Sento le sue mani ovunque e solo Dio sa quanto questa cosa mi stia eccitando.

Mi tira giù i pantaloncini e comincia a toccare con delicatezza la mia intimità. Con lui anche il sesso è piacevole, ma non piacevole inteso come piacere, inteso come calma, non provo mai dolore.

Nel frattempo io gli tolgo la maglietta e i jeans lasciandolo in boxer. So di non riuscirlo a resistere ancora per molto. Ho bisogno di lui dentro di me, ora.

Finiamo di spogliarci completamente e mi spinge in doccia facendo toccare la mia schiena con le mattonelle gelide provocandomi un brivido.

Mi tocca il seno sempre con finezza quasi sfiorandomelo mentre io muovo lenta la mano sulla sua lunghezza.
Comincio ad avvicinarlo alla mia intimità ma lui si sposta.
d: aspe..
Dice con difficoltà per poi uscire dalla doccia e tornare con un preservativo.
Lo apro con i denti per poi buttare la bustina e metterglielo.

Lo riprendo in mano e lui con grazia comincia a infilarlo dentro di me, prima piano, poi un po' più veloce e così via per qualche secondo in modo tale da non farmi male e farmi abituare, poi continua più forte.

Cazzo quanto è affascinante vederlo così.. geme per me, con i capelli bagnati che gocciolano sul suo viso ricoperto dal piacere. Potrei venire solo guardandolo ma averlo dentro di me è ancora meglio.

Dopo qualche minuto veniamo entrambi, poi esce da me e rimaniamo appiccicati tra qualche bacio e qualche sospiro di fatica.

Usciamo e ci asciughiamo, poi lui mette un pantalone della tuta e una maglietta, mentre a me da un'altra camicia che mi sta abbastanza enorme.

Mi prende dal viso e mi da un bacio a stampo.
d: sei bellissima.. ti amo da morire.
Sorrido.
s: anch'io Dà.
Ci stacchiamo dopo un lungo abbraccio e andiamo in cucina.

d: che vuoi mangiare?
s: è uguale, tu che vuoi cucinarmi?
d: ti va la pasta al sugo?
Annuisco e sorrido.

Prima di fare tutto però stendiamo i panni bagnati così che il prima possibile possa rimetterli anche se stare così non mi dispiace affatto.

Cominciamo a prendere gli ingredienti e a mettere l'acqua a bollire tutto ciò mentre scherziamo tra noi. Come mi sento bene e a mio agio con questo ragazzo.. come con lui con nessuno, è proprio speciale per me.

Mentre penso a questo continuo a fissarlo con gli occhi innamorati e lui sembra averlo notato.
d: che c'è? ahah.
Mi chiede ancora ridendo.
s: niente.
Dico io invece seria ma sempre con un sorrisino soddisfatto.
d: sicura?
Torna un po' serio anche lui.
Annuisco.
s: sono felice di averti con me.
d: anch'io piccolè.
Mi accarezza nuovamente il viso.

Cuciniamo, mangiamo e sparecchiamo come due sposini, poi facciamo la lavastoviglie e ci mettiamo sul divano. Lui gioca alla play e io lo guardo facendogli i grattini tra i capelli.

Da vero maschio alfa sta giocando a Fifa e appena vince la partita esulta per poi girarsi verso di me e dire:
d: bacio come coppa?
Sorriso e mi avvicino ma mentre glielo sto per dare sento il mio telefono squillare.
s: torno subito.

Mi alzo dal divano e gli do un bacio veloce per accontentarlo lo stesso, poi prendo il telefono e vado vicino alla finestra che però si trova nell'altra stanza. Rispondo.
s: ei mamma.
a: amore tutto bene?
s: sisi, siamo a casa, eravamo tutti zuppi ahah.
a: ma tu non hai il cambio! che fai sei rimasta bagnata?
s: no ho preso una camicia di Nicco e un pantaloncino di Cami.
a: capito capito.
s: si ma tanto dopo passo a casa per prendere qualcosa, non posso stare due giorni vestita così ahah.
a: eh vedi che però a casa c'è solo tua sorella.
s: come mai? che succede?
a: io e papà abbiamo avuto un problema e siamo dovuti partire di fretta verso Dublino, stiamo lì fino a mercoledì.
s: che palle con sti viaggi improvvisi però questi, non vi avvisano mai!
a: eh lo so amore.. dai io ora vado che siamo arrivati in aeroporto, ti saluto papà.
s: okay, vi voglio bene fate buon viaggio.
a: anche noi.
Attacco e torno da Davide.

d: chi era?
Dice continuando a giocare con molta concentrazione.
s: mamma. Sono partiti per Dublino per lavoro, stanno lì fino a mercoledì quindi possiamo passare tranquillamente a casa mia, c'è mia sorella tanto.
d: perfetto, andiamo tra un po' che finisco la partita?
s: vabbene.
Mi risiedo sul divano ma sta volta niente grattini per Davide, mi metto un po' su Instagram.

Dopo 30 minuti finisce e finalmente ci alziamo per andare via.
d: ti devi cambiare per forza? Sei così bella con l'intimo e la mia camicia..
Annuisco facendo la finta dispiaciuta, poi vado verso il balcone dove avevamo steso i vestiti.

s: cazzo..
d: che c'è?
s: sono asciutti solo i pantaloncini, il body è ancora bagnato.
d: evvai! ti tieni la mia camicia!
s: che scemo.
Prendo i pantaloncini e entro dentro infilandomeli, poi mi metto le scarpe dopo aver rubato un paglio di calzini asciutti a Davide e andiamo verso la porta prendendo le ultime cose.

s: che palle, ci tocca prendere l'autobus.
d: in realtà no.
Mi giro verso di lui confusa.
d: vieni con me.
Prende delle chiavi da un cassetto e scendiamo da una porta sul retro della casa finendo in un garage.

Infondo a questa stanza c'è un telo che copre qualcosa e Davide mi sta portando proprio lì.
Una volta arrivati lo sposta provocandomi un po' di tosse essendo pieno di polvere.

Una volta che la nuvola di polvere svanisce ci lascia vedere ciò che nascondeva quel telo ed è..
s: scusami?! tu hai una macchinetta e ti ostini a prendere l'autobus tutti i giorni?!
Chiedo allibita girandomi verso Davide.
Lui ridacchia.
d: me l'ha regalata papà qualche mese fa dopo un litigio credendo che avrebbe risolto tutto ma è servito a poco, non l'ho mai usata anche se ho il patentino.
Mi avvicino a lui e gli accarezzo la guancia.
d: vabbè andiamo.

Mi apre la portiera.
s: uuuh che gentil uomooo.
d: dai sali scema ahah.
Saliamo entrambi e partiamo.
Usciamo dal garage e ci dirigiamo verso casa mia senza paura di essere visti e soprattutto senza ansia di entrare dentro insieme essendo che c'è solo Luna che, ovviamente, non mi dirà nulla e soprattutto mi coprirà con mamma e papà.

s: comunque mi sento in colpa per aver detto una cazzata a mamma.
d: che cucciolinaaa.
Dice prendendomi in giro e io rispondo con un dito medio.
d: dai ahah, che le hai detto?
s: le ho detto che ero a casa Govender e che avevo la camicia di Nicco e i pantaloncini di Cami.
d: e invece eri nuda con la MIA camicia.
Rido e poi riprendo il discorso.
s: sono due stupidaggini ma è strano, sono abituata a dirle tutto.
d: ti stai pentendo?
s: pentirmi di questa fuga amorosa? neanche per sogno!
Dico ridendo e lui fa lo stesso.

Dopo poco arriviamo e scendiamo dalla macchina per poi suonare a Luna che ci apre subito il portone sentendo la mia voce al citofono.

sempre in due; - davide di salvo (mirko trovato)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora