recupero - capitolo 32

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Come avrete ben capito sono psicopatica. Solitamente ho la mia AMATISSIMA sveglia alle 6 ma oggi l'ho messa alle 4:30 per ripassare storia, sto impazzendo.

Mi alzo e spengo la sveglia in fretta così da non far alzare anche gli altri in casa. Scendo giù in cucina e decido di fare una bella colazione perché ho famissima.

Bevo un po' di latte e mangio anche dei biscotti così sono piena e soprattutto carica per la giornata.
Dopo aver finito metto a lavare le cose utilizzate e poi vado in camera per cambiarmi e lavarmi.

Faccio una doccia al volo per svegliarmi il più possibile, poi mi vesto e metto un jeans con una maglietta nera. Mi do una truccata al volo, pettino i capelli, lavo i denti e poi scendo di nuovo ma sta volta con lo zaino.

Mi metto sulla tavola e comincio a ripassare e a fare altri mille schemi perché secondo la mia mente bacata riscrivere le cose 4000 volte mi aiuta a memorizzare, ma in realtà non cambia un cazzo, mi viene solo un esaurimento nervoso.

Al milionesimo schema vedo scendere papà.
s: ma sono già le 6?
e: si..? perché tu sei già sveglia, pronta e soprattutto stai studiando?
s: sono sveglia dalle 4:30.. voglio ripassare il più possibile.
e: che hai oggi?
s: devo recuperare storia, non posso accettarlo il 6 sinceramente.
Dico continuando a studiare.

Papà mi si avvicina e mi accarezza la testa per poi darmi un bacio tra i capelli.

Studio fino alle 6:30 quando mi arriva una chiamata, giro il telefono per vedere se è il caso di rispondere o se può aspettare, guardo lo schermo e leggo il SUO nome quindi direi che è proprio il caso.

s: pronto amore.
d: buongiorno piccolè.
s: buongiorno, dimmi.
d: senti, ti fai trovare pronta se ti vengo a prendere per le 6:50?
s: sono pronta dalle 5 ahah.
d: poi mi spieghi perché eh.. Dai ci vediamo tra 20 minuti, non farti aspettare.
s: tranquillooo, ti amo a dopo.
d: anch'io.
Attacco e studio per gli ultimi dieci minuti, poi comincio a fare lo zaino per evitare di fare tardi.

Preso tutto salgo in camera e metto il profumo per poi prendere le scarpe e scendere.
Mentre faccio le scale mi arriva un messaggio da Davide "scendi".
Rispondo al volo dicendogli che sto arrivando, poi metto le scarpe e saluto i miei.

Apro la porta e lui è liii.
s: buongiorno amoreeee.
d: ciao amore mio.
Chiudo al volo il portone per poi abbracciarlo.
Mi da un bacio a stampo e io lo allungo un po'.

Ci stacchiamo e cominciamo ad andare in fermata.
d: come mai tutta questa felicità di prima mattina?
s: 1. mi sei mancato. 2. sono in piedi da troppo tempo quindi sono già ben sveglia e iperattiva.
d: direi ottimo, ora mi spieghi perché?
s: dovevo ripassare storia.
d: beh ti svegli alle 5?
s: no, 4:30.
Dico per l'esattezza.
d: Sole ma tu sei matta, devi dormire di più.
s: ma va smettila, una volta non fa niente.
Lui fa spallucce e mi mette un braccio intorno alle spalle per poi stringermi un po' a se.

Arriva l'autobus così saliamo e fortunatamente riusciamo a sederci essendo vuoto.
s: allora? che si fa domani e dopo domani?
d: quello che vuoi tu principessa.
STO ESPLODENDO MA NON DIAMOLO A VEDERE.
s: nono dimmi tu.
Dico diventando tutta rossa e fissando le sue mani con cui io sto giocando.
d: come mai sei bordeaux? Che c'è? è il principessa che ti fa quest'effetto?
Dice facendo un sorriso malizioso e cercando di guardarmi in faccia.
s: e dai Davide! ahah smettila.
Dico continuando a ridacchiare.

s: dai fai il serio, che facciamo?
d: ad uscire non possiamo uscire, se i tuoi ci vedono siamo rovinati.
s: anche questo è vero.. quindi che si fa?
d: stiamo a casa e qualcosa da fare lo troveremo, poi se vuoi possiamo uscire la sera, qualche festa la troviamo.
Annuisco soddisfatta e poi scendiamo essendo arrivati.

Andiamo verso gli altri e li salutiamo.
c: allora voi domani siete a casa nostra eh.
Ci dice Camilla ridacchiando.
n: ma di che parli?
Chiede Niccolò confuso.
s: non gliel'hai detto?
c: mi sono dimenticata.. HAHAHA.
s: oddio come faccio io con te!
Dico scherzando.
n: quindi? mi rendete partecipe?
s: domani secondo i nostri genitori siamo a casa vostra per una festa, poi rimaniamo a dormire, ma in realtà è una scusa perché stiamo a casa di Davide.

n: ah beh, divento zio.
Dice con tutta tranquillità.
s: Nicco!
Gli do una gomitata sul braccio.
l: a noi non dispiacerebbe.
c: no, niente a fatto.
Alzo gli occhi al cielo.
d: mah sinceramente neanche a me.
s: no vabbè, ma ce la fate? vi ricordo che lo devo far uscire io dalla mia cosina eh.
Scoppiano tutti a ridere mentre Davide mi da un abbraccio, poi suona la campanella e entriamo.

Come sempre mi siedo vicino a Davide e la lezione comincia.
La professoressa di arte parla ma io non la ascolto, mentre stringo la mano a Davide poso la testa sul banco e penso a tutto quello che mi sta succedendo nell'ultimo periodo.
Non so perché sia così difficile tornare alla vita di prima, sento come di non meritarmelo. Spesso mi sento in colpa ad essermi ammalata, penso a tutti i soldi che ho fatto spendere ai miei, il tempo che ho perso, l'adolescenza che non ho vissuto del tutto.. non lo so, ma a volte mi viene da pensare che non sono una ragazza normale e che quindi non posso diventarlo.

Le paranoie mi riempiono la testa e gli occhi mi diventano pian piano lucidi fino a far scendere qualche lacrima.
Davide mi nota e io mi giro dall'altra parte per evitare di farmi vedere ancora di più.
d: amore che hai?
Non rispondo. Cazzo, perché sono così sensibile?

Alzo la mano per richiamare l'attenzione della professoressa.
p: si?
s: posso andare in bagno?
p: certo.. tutto bene?
s: si prof, allergia.
Dico con la voce spezzata dal pianto e tirando un po' su col naso.

Mi alzo e esco frettolosamente dalla classe.
Entro in un bagno a caso e scoppio a piangere.
Dopo poco sento aprire la porta del bagno e, per assurdo, non è Davide.
l: amore, dove sei?
La mia Ludo.
Apro la porta e lei entra dentro stringendomi forte a se.
Inizialmente non mi chiede niente, mi è bastato il suo abbraccio per calmarmi. Una volta asciugate le lacrime si stacca da me e mi parla.
l: che succede?
s: non riesco a tornare alla vita normale.. non me lo merito.
l: ma amore che dici! si che te lo meriti! sei la persona più dolce e solare che conosca, non c'è nessuno più empatico di te e soprattutto sei sempre in grado di strapparci un sorriso nel momento del bisogno. Tu sei sempre presente per noi e questo ti fa onore, te lo meriti e ti meriti tutto il bene del mondo. Ora tocca a noi essere presenti per te, okay?
Annuisco e la stringo per l'ultima volta prima di uscire entrambe dal bagno.

Rientriamo in classe e io rivado vicino a Davide.
d: scusa principessa, la prof non mi ha fatto uscire.
🦋🦋🦋
s: tranquillo va tutto bene.
d: sicura?
Annuisco e mi mette una mano nell'interno coscia, io poso la mia mano sulla sua e passiamo l'intera giornata così finché non arriva il professore di storia.

p: buongiorno ragazzi.
Noi ricambiamo e io alzo subito la mano.
p: dimmi.
s: posso essere interrogata?
p: vieni.
Il prof capisce e dopo un po' di rassicurazione di Davide vado in cattedra.

Finito di dire tutto il prof fa un sorrisone.
p: direi proprio che hai recuperato, un 8 e mezzo quanto può farti felice?
s: mi ha svoltato la giornata prof. Grazie.
Sorrido anch'io e torno al banco.

d: allora?
s: 8 e mezzo.
Sorrido di nuovo.
d: sono fiero di te piccolè, ti amo.
Mi abbraccia e dopo poco suona la campanella e usciamo.

La giornata scorre lenta e noiosa fino alla sera, dove dormo come un ghiro nel mio amato lettino.

sempre in due; - davide di salvo (mirko trovato)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora