CAPITOLO 1: Ricordo

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"Hai mai avuto quell'impressione di conoscere una persona ma allo stesso tempo di non ricordarti di lei?"

Mida

La sveglia suonò alle otto precise, rimasi ancora qualche istante a letto sotto il calore delle coperte. «Chri, alzati che la colazione è pronta.» La voce mi era familiare, spalancai gli occhi e vidi Gaia di fronte a me. Mi iniziai a sedere, poggiando la schiena contro il muro e sfregandomi gli occhi. Prima di alzarmi del tutto mi stiracchiai a dovere e la guardai. «Ma quanto sei lento?! Sbrigati che oggi ci sono anche le registrazioni.» Andò via lasciando proliferare in camera quel dolce odore di lavanda che era ancora impregnato nella lana della sua felpa rosa. La seguii, recandomi in cucina per fare colazione. Ad accogliermi era un clima teso e polemico, Chiara e Stella litigavano con Holy, entrambe erano preoccupate per le registrazioni, erano in sfida e rischiavano di tornare a casa. Anche Sarah era in sfida, ma non stava aprendo bocca a riguardo, anzi sembrava più calma di loro tre messi assieme, probabilmente anche perché aveva già affrontato una sfida in precedenza. La lite diventava sempre più accesa, non volevano smettere. «Eddai, smettiamola una buona volta di puntarci sempre il dito. Siete in sfida, che volete farci? O la superate o andate a casa. Lamentarsi non vi farà sfuggire da questa, piuttosto pensate ad impegnarvi se volete rimanere qui.» Per l'ennesima volta Kumo era la bocca della verità. Nel mentre che loro litigavano mi godevo lo spettacolo mangiando dei biscotti al cioccolato e bevendo del latte. "Chissà chi saranno gli sfidanti, magari potrebbero darmi del filo da torcere." Ero curioso sulla bravura di coloro che avrebbero affrontato i miei compagni. Mi alzai e andai da Sarah in disparte. «Sa, non ti preoccupi della sfida? Sembri così tranquilla come se non fosse nulla per te.» Mi guardò con il suo classico sguardo dolce. «In realtà sono spaventata di poter perdere, ma è anche detto che io non vada, lascio tutto nelle mani di Lorella, lei sa cosa è giusto per me e cosa no.» Si affidava ciecamente a Lorella Cuccarini, la nostra insegnante. È un angelo sceso in terra, una diva che nonostante il tempo passi non invecchia mai. È sempre elegante e gentile con tutti, quando abbiamo un problema, un dubbio o una qualsiasi cosa, lei c'è sempre per noi, è come se fossimo suoi figli in un certo senso. «Tanto pure se tu andassi in sfida mangeresti quel palco. Hai fatto una marea di miglioramenti, hai tutte le carte in regola per vincere questa sfida, diciamo che daresti solo filo da torcere agli altri.» Mi sorrise e mi abbracciò, io e lei eravamo come fratelli, avevamo legato fin da subito. Sarah ha ancora diciassette anni dopotutto, ha molte insicurezze e c'è bisogno di qualcuno che la consoli come faccio io. La mattina passò velocemente, tra riscaldamenti vocali, lezioni, prove e confronti con i professori. All'ora di pranzo Gaia cucinò per tutti del pollo, diceva che ci avrebbe dato la carica necessaria per la registrazione.

Alle quattro di pomeriggio ci recammo tutti in studio, coloro che non erano in sfida, tra cui anche io rientravo, si sedettero al proprio banco, invece gli altri erano chiamati da Maria uno ad uno per sostenere la propria sfida. La prima fu Chiara, era migliorata molto da Settembre, ma battere la sua sfidante, Lucia, era impresa più che ardua. Perse la sfida e tornò a casa, mi resi conto solo in quel momento come il litigio di prima fosse un minimo sensato. La seconda ad esibirsi fu Stella, anche lei perse la sfida contro una donna di nome Martina. Aveva una voce forte, un estensione vocale da far invidia a chiunque, era stata fantastica. Sarah e Holy non furono chiamati a partecipare alla sfida, rivolsi il mio sguardo verso la mia compagna che mi sorrise felice di poter rimanere ancora in quella scuola. «Prima di iniziare vorrei che una ragazza si esibisse qui dentro. Vorrei concederle l'opportunità di entrare a far parte di questa classe, si chiama Zoe, viene da Milano e canta inglese, italiano e spagnolo. L'ho notata ai casting pomeridiani e mi è parso che avesse una voce unica e fresca.» Guardai con attenzione, assieme a tutti, l'entrata di questa ragazza. Aveva gli occhi castani come i capelli, che presentavano qualche ciocca bionda che cadeva lungo i lati. Il viso era ricoperto da lentiggini sulla parte delle guance e del naso. Le sue labbra erano messe in risalto con un rossetto rosso e indossava degli orecchini a cerchio dorati. L'avevo già vista da qualche parte, ma non riuscivo a ricordare dove l'avessi vista. «Zoe dicci cosa canti» sentenziò Maria. «Canto Andromeda di Elodie, spero di piacervi.» Mentre cantava si muoveva sul palco senza timore, riusciva a cambiare intonazione facilmente e aveva un estensione vocale buona. Più l'ascoltavo più sentivo in me la sensazione di averla già vista da qualche parte. Cercai di scavare nella memoria, ma non riuscii a capire chi fosse e dove l'avessi incontrata. Tutti i professori ripeterono «per me banco si» lasciandola infine sedere al proprio banco. Cominciò finalmente la gara ballo e canto, fu tutto molto lineare, eccetto per il fatto che Holden aveva dimenticato per l'ennesima volta il testo ed era arrivato tra le prime posizioni. Non sopportavo questo genere di cose, ma non potevo farci un granché, se avessi aperto bocca mi avrebbero dato dell'insensibile e avrei ricoperto un ruolo che non mi spettava. In secondo pomeriggio tornammo in casetta e vidi come tutti accoglievano le nuove arrivate con un caloroso benvenuto. Non osavo neanche immaginare come si potessero sentire, erano oppresse da tutti e non avevano neanche il tempo di respirare che ognuno voleva portarle a fare qualcosa di diverso. «Perché non ci presentiamo tutti?» La proposta di Sarah calzava a pennello, avrei potuto finalmente capire chi fosse quella nuova ragazza che continuava a lasciarmi con l'amaro in bocca, volevo sapere come mai mi fosse così familiare. «Io sono Lucia Ferrari, sono una ballerina e sono Italo-americana. Mi piace ballare e spero di vivere in un buon rapporto con voi da subito.» Nella sua voce si riusciva a sentire quell'accento americano, era una bella ragazza, sembrava anche amichevole e disponibile. «Io invece sono Martina Giovannini, spero che assieme vivremo bene e che altro posso dire? Ah già, per le ragazze in particolare, posso aiutarvi con skincare e il resto delle cose che riguardano l'estetica.» Aveva già iniziato ad integrarsi con le ragazze, sembrava una che sapeva il fatto suo, era certamente in gamba. «Io sono Zoe Allison, mia madre è Italo-americana come Lucia, mio padre invece è spagnolo, viene da Madrid. Come le altre spero di far nascere un rapporto buono con tutti voi.» Mentre pronunciò le ultime parole mi guardò con sguardo tagliente, capii che aveva già riconosciuto chi fossi, ma io ancora dubitavo sulla sua identità. Zoe Allison, l'avevo sentito, ero vicino alla soluzione, ma allo stesso tempo mi sentivo così distante. Mi piombò la risposta in mente alla fine, ricordavo dove l'avevo vista. Era una concorrente a Sanremo giovani 2022, aveva superato il mio pezzo Malditè con una canzone senza senso e stupida che si chiamava Fiore di loto. Ripeteva continuamente di essere un fiore di loto e cose varie, era solo orecchiabile per la musica, non arrivò neanche alla top 3 ma arrivò abbastanza lontana da superarmi. Io mi trovavo al quinto posto, lei al quarto, ma non riuscì ad accedere al Sanremo senior per poco. Non era per nulla affranta da tale notizia, a differenza mia, che volevo buttar fuori anche l'acqua del battesimo. Avevo dimenticato una persona orribile come lei, dopo la classifica finale ebbe il coraggio di dirmi «che spreco mettere uno come te al quinto posto. C'erano canzoni migliori della tua stupida e insensata canzonetta.» A ripensarci mi tornavano i brividi, quella sera piansi tutto il tempo, non aveva criticato solo la mia canzone, ma anche il mio modo di fare. In quel testo avevo messo anima e corpo, avevo aperto il mio cuore e ciò che ottenni era solo una così soprannominata canzonetta. Una volta inserita nel quadro storico della mia vita decisi una cosa, di non lasciarmi mai più battere da una come lei.

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