CAPITOLO 19: Sono solo parole

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"Hai mai provato la sensazione che quello che gli altri ti dicano siano solo parole? Parole che non sono indispensabili, parole che possono essere sostituite da altro. A volte le parole non sono necessarie per comunicare, un gesto, anche un singolo sguardo, può comunicare più di mille parole. Le parole sono soltanto delle semplici parole."

Zoe

Il risveglio fu dolce e lieto, mi sentivo libera, accettata, compresa. Avevo ricevuto un disco d'oro, qualcuno mi supportava, a qualcuno faceva piacere ascoltarmi. Era difficile però nascondere la paura sotto quella gioia, deludere le aspettative era diventato più semplice ora, non potevo più sbagliare. Feci un'abbondante colazione per prepararmi al meglio, quel giorno avrei dovuto dominare il palco, sentirmi dire "non esiste nessuno come lei." Mi sistemai i capelli, mi truccai in modo semplice e una volta indossato il mio outfit portafortuna andai in sala prove. Avrei dovuto cantare assieme a Sarah e Mida, avevano approfittato del mio disco d'oro per farmi esibire di più. I miei due compagni di squadra mi volevano un gran bene, almeno per quanto riguarda Sarah.

Mi esercitai prima sulla mia cover di Sono solo parole. Ripassai gli accordi del piano, già solo sentendo la musica di sottofondo sentivo di voler piangere. Quel pezzo di Noemi mi ricordava molte cose, di mio padre, che non ha avuto modo di vedermi cantare. Di Holden, che mi aveva solo usato per i suoi pezzi. Cercai di cantare, ma superate le prime strofe scoppiai a piangere, affranta, distrutta, dal peso di tutti quei ricordi.

Mi buttai a terra, piansi.
Giulia Stabile mi vide, si avvicinò a me e mi asciugò le lacrime. Non disse nulla, neanche una parola. Mi guardava sorridendo, il suo sorriso era dolce, come se avesse capito il perché io piangessi. «È bellissimo. È bellissimo vederti piangere per dei ricordi. Sono certa che mi farai venire i brividi con quest'esibizione. Sono dell'idea che la canzone debba per prima cosa emozionare chi la canta, poi il pubblico, farai un figurone.»
Mi abbracciò, mi strinsi a lei, quell'abbraccio fu come un rifugio da tutto. «Sei troppo buona, non solo con me, con tutti. Siamo troppo fortunati ad avere una persona così gentile tra i professionisti.» Rise, mi accarezzò il viso spostandomi i capelli dal volto. «Così mi commuovo anche io, lasciami tenere qualche lacrima per dopo.» Si alzò e andò a sedersi, provai di nuovo a cantare, ancora nulla, piansi di nuovo. Non potevo cantare quel pezzo, almeno non senza piangere come una fontana. Avevo chiesto a Lorella di cambiare cover, ma aveva detto che non era possibile, dovevo affrontare le mie paure, dovevo affrontare la malinconia e trasmetterla a tutti. Non ho cercato di controbatterla, mi fidavo ciecamente di lei, se sapeva che potevo fare qualcosa allora potevo farlo.

Tentai una, due, dieci, venti volte di cantare quella maledetta canzone, ma per una, due, dieci, venti volte scoppiai a piangere. Giulia mi guardava interrogandosi su come fare, ad una certa uscì di corsa dalla sala. Ero rimasta sola. Mi sedetti a terra con le gambe incrociate, chiedendomi se dovevo essere davvero una cantante. Nina avrebbe sicuramente saputo interpretare questo pezzo, ero inferiore a lei. Non volevo sentirmi inferiore a mia sorella, sapevo bene di esserlo, ma volevo renderlo meno evidente almeno. Presi quel microfono e tornai a cantare Sono solo parole, il risultato fu una canzone cantata per intero ma con le lacrime agli occhi che rendevano incomprensibile il testo. Mi buttai a terra in lacrime, stavo soffrendo.

Entrarono dalla porta Giulia, Sarah, Marisol ed Holden. Mi guardavano come fossi una reietta, non credevano potessi piangere e frignare come fossi una bambina. «Zoe! Che cosa è successo?» mi chiesero tutti, eccetto Joseph che si limitava a guardare con uno sguardo pietoso e malinconico.
«Non riesco...voglio abbandonare tutto, sono a tanto così da abbandonare la scuola. Non sono in grado di affrontare un percorso del genere, vorrei tanto essere Angelina...» Sarah mi abbracciò, Mari si sedette vicino a me, Giulia mi stava davanti. «Tutti vorremo essere Angelina Mango. Anche io che sono una ballerina vorrei essere lei. L'ho conosciuta di persona l'anno scorso, è una vera e propria potenza. Anche lei si emozionava per i pezzi che cantava, come te. Zoe, non è il momento di abbandonare tutto, sei appena all'inizio.» Le parole della Stabile mi rassicurarono un po', mi aiutarono tutti, Holden compreso, ad alzarmi da terra.
«Vado a prendere dei fazzoletti» disse Marisol andandosene.
Holden si sedette vicino a me, accarezzandomi la schiena. «Ti andrebbe di cantare questa celeberrima canzone che ti fa sentire tanto male? Vorrei cercare di capire cosa ti faccia star male.» Sembrava essersi dimenticato della nostra rottura, lo invidiavo, era proprio quella che mi faceva piangere. Cantai ancora una volta Sono solo parole, inutile dire che piansi ancora una volta. Joseph stette in silenzio a guardarmi, Marisol era già tornata. Presi un fazzoletto e mi asciugai le lacrime, il trucco si era ormai sciolto da un pezzo. Chinai la testa lasciando che i capelli coprissero il mio volto, coperto ancora con le mie mani.

Fighter Heart ||Mida||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora