CAPITOLO 40: Separazione

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"Non dura tutto in eterno, prima o poi saremmo obbligati a separarci da chi amiamo".

Mida

L'uscita di Kumo era quasi insuperabile, sentivo ancora un vuoto nel petto, come se mi avessero sparato e portassi ancora la cicatrice.
A prescindere da chi sarebbe uscito, sarei rimasto una merda.
Zoe era per me una fonte di ispirazione, le volevo un mondo di bene.
Kumo era un compagno fidato, quasi come una spalla su cui fare sempre affidamento.
Arrivò rapidamente anche la seconda puntata, che volò in un attimo.
Lucia aveva eliminato quel falso di Nicholas.
Continuava a ripetere che Zoe fosse figlia d'arte e cretinate del genere, dicendo che ero un grande paraculo soltanto perché io la difendevo e avevo lasciato Gaia.
Credeva sempre che io fingessi di amarla, come se avesse vissuto lui la mia relazione.
A seguirlo, fuori dalla casetta, fu Giovanni, che a differenza sua credeva che Zoe avesse grande talento.
Ogni puntata che passava sembrava sempre andare peggio, mi ero preparato da una settimana alla possibile uscita di Zoe o di Sarah, che erano le due persone più importanti che avevo lì dentro, escludendo Gaia.
Era arrivato di nuovo giovedì, il che significava una persona in meno all'interno della casa. O più semplicemente registrazione del serale.

Svegliarsi fu dura, la notte non avevo chiuso occhio.
Portavo all'interno di me un segreto troppo oscuro, che avrei dovuto dire a Zoe, se solo ne avessi avuto il coraggio.
Era da due settimane che volevo dirglielo, ma mi risultava quasi impossibile.
Volevo andare a trovarla, in camera sua, ma fu lei a trovare me.
Entrò spalancando la porta quasi fosse adirata.
«Che hai principessa? Sei diventata l'antagonista della storia?» chiesi punzecchiandola come aveva fatto lei con me.
«Non è momento di prendermi in giro Christian. Hai detto a Sarah che non eri stato abbastanza bravo da battere Petit e che era una battaglia persa in partenza essere schierato? Ma che problemi hai?» disse furiosa.
Non pensavo Sarah le riferisse una tale notizia apparentemente noiosa.
«Zoe lasciami stare ti prego, ho perso tutte queste volte contro di lui e Holden che ormai è inutile impegnarsi. Non riuscirò mai a batterli, non so cosa mi manchi che loro hanno» risposi.
Ricevetti uno schiaffo talmente forte da lasciarmi il segno.
«Loro avranno anche centinaia di cose che forse tu non hai, ma tu possiedi, anzi, possedevi qualcosa di ancora migliore. Eri sempre così solare, avevi letteralmente parlando il sole dentro. Sorridevi anche se c'era da piangere, sorridevi sempre. Se vuoi uscire fai con comodo come vuoi, ma sappi che se vuoi avere una carriera devi tirar fuori il meglio di te e questo è uno, ma che dico, è il pregio migliore che tu abbia».
Rimasi a bocca aperta, mi aveva catturato.
I miei occhi si impigliavano nei suoi, mi sentivo percorrere da un brivido, ignoravo totalmente il dolore dello schiaffo ricevuto, lei era come la mia anestesia, la mia medicina contro ogni male.
«Concludiamo dicendo, che devi divertirti su quel palco, me l'ha detto un certo Christian Prestato chiamasi anche Mida» disse sarcasticamente.
«Ringrazio umilmente Zoe Mango per avermi detto tutte queste cose» dissi prendendola per il braccio e tirandola giù sul letto accanto a me, abbracciandola e guardandola ancora un po'.
Sentivo che dovevo lasciar uscire quelle parole che mi tenevo dentro da ormai troppo.
«Zoe, non vorrei farti infuriare ancora un po', però devo confessarti una cosa» dissi.
«Ora che sorridi sono più calma, dai dici» rispose.
«Ricordi quando abbiamo giocato con gli shottini? Ecco, praticamente ci siamo ubriacati un po' troppo, forse nemmeno ti ricordi. Non so come spiegarlo, è difficile» dissi titubante, avevo seriamente timore di dirle la verità.
«Christian se non vuoi dirmelo non sei tenuto a farlo. Comunque si, ero ubriaca, non ricordo nulla infatti di quella notte» sentenziò.
«No, devo dirtelo. Mi sto tenendo questa cosa da troppo tempo ormai. Allora, eravamo ubriachi, chi meno e chi più. Non farò giri di parole...ci siamo baciati».
La vergogna mi invadeva ogni parte del corpo, volevo svanire nel nulla in quel preciso istante, ma sapevo che non era possibile.
«Non credevo ci fossimo spinti fino a tanto, non so quanto mi dispiacerebbe in realtà. Sei un bel ragazzo alla fine, siamo anche grandi amici, insomma, poteva andare peggio dai» disse serena e per nulla sconvolta da tale annuncio.
«Chri, devo finire di ripassare le ultime cose per la registrazione di stasera, ci vediamo dopo magari» disse andando via, verso la sala per le prove.

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