CAPITOLO 18: Oro

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"Brilli sola nella notte come oro
Ti amo tanto che ti odio
E tu che cosa faresti se il mondo cadesse?
Ti rifugeresti qui sotto di me?
Però dove mi cerchi non ci sono specchi
E non vedi che niente, siamo niente di che"

Mida

Il giorno non tardò ad arrivare, la luce che attraversava le finestre si rifletteva sulla pelle di Zoe. Ancora non riuscivo a realizzare che io e lei avessimo dormito assieme, lei sulla mia spalla e io sul mio letto. Il suo viso era illuminato dal sole e sembrava un dipinto. Cercai di non svegliarla e di lasciarla riposare, tentavo di compiere movimenti minimi per non farla cadere dalla mia spalla. Intanto che aspettavo il suo risveglio pensavo a Gaia. Era rimasta sicuramente male per la rottura, ma ahimè, non è stata interamente colpa mia, l'ho fatto per lei, eppure mi sentivo in torto. Avevo un'altra ex da aggiungere alla lista, speravo di rimanere in ottimi rapporti come con Lucrezia. Lei aveva i capelli dorati, ci amavamo alla follia, ma qualcosa ci ha convinti a lasciarci perdere. A volte sento la sua mancanza, ma riusciamo lo stesso a tenere un rapporto d'amicizia sano. Spesso mi augura buona fortuna per le registrazioni, spera che io arrivi in finale perché me lo merito, insomma, è come una fan numero uno.

Zoe accennava i primi segni del risveglio, si stava muovendo, nonostante ciò aveva ancora la testa poggiata sulla mia spalla, spalancò presto gli occhi e la prima persona che vide fui io. «Buongiorno, piaciuto dormire sulla spalla del sottoscritto? Che recensione mi lasci? Cinque stelle?» Nonostante si fosse appena svegliata ero in vena di scherzi, sorrisi e la guardai negli occhi. Sbadigliò e disse «inizi già da prima mattina? Lasciami un po' di tregua.» Era felice della mia battuta, sorrideva e mi guardava negli occhi. «Vuoi la recensione? Allora, la tua spalla è comoda, ma non voglio darti la soddisfazione di sentirti dire che merita cinque stelle, te ne do quattro e mezzo.»
«Sei per caso la figlia della Pettinelli? Vi somigliate un po' nel modo di fare torti a Mida.» Mi rivolse uno sguardo indignato, come se le avessi detto qualcosa di terribile e irrimediabile. «Avresti potuto fare altri paragoni, comunque si, prendersela con te è divertente.» Il suo sorriso era meraviglioso, mi piaceva il modo in cui schiudeva le labbra lasciando fuoriuscire un vortice di gioia ed euforia.
«Giochiamo ad un gioco» le proposi.
«Che gioco? Se è uno di quei giochi brutti che proponi con Petit, Kumo e il resto non lo voglio fare.» Approfittai della sua paura per prenderla ancora un po' in giro.
«Che c'è hai paura? Ti facevo più coraggiosa, ti dovrei iniziare a chiamare Zoe Ananas.»
«Non ti azzardare nemmeno! Va bene, giochiamo!»
«Ti spiego subito, dobbiamo attribuirci una parte delle nostre canzoni, è divertente, possiamo fare polemiche inutili, so che non resisti.»
Era pensierosa, in fondo l'idea di quel gioco la deliziava.
«Va bene, ci sto. Inizio io, ti attribuirei qualcosa di Dea saffica precisamente:
"Guardami controluce, ascoltami senza voce
Sussurrami i tuoi bisogni, con te faccio sogni profondi
Che mi portano poi a non volere neanche più
Contare i giorni."»
Continuai il pezzo al posto suo. «Sarò la tua dea saffica-a-a-a spogliami sotto la lu-na-na-na-na.» La guardai ridendo «ottima scelta, ora tocca a me. Io ti attribuirei Oro, anche se è stata scritta per un'altra persona. Precisamente ti darei:
"Brilli sola nella notte come oh-oh-oro
Ti amo tanto che ti oh-oh-odio
E tu che cosa faresti se il mondo cadesse?
Ti rifugeresti qui sotto di me?
Però dove mi cerchi non ci sono specchi
E non vedi che niente, siamo niente di che."»
Forse le avevo dedicato un po' troppo, sembrava quasi una dichiarazione d'amore.
«Ah quella canzone era tua? L'ho ascoltata per tutto questo tempo senza saperlo, ti riconfermi un ottimo artista.» Si strinse al mio petto, poggiandoci sopra la testa. Non riuscivo a capire cosa provassi, il suo corpo poggiato sul mio mi faceva sentire bene, ma il lato ragionevole di me diceva di non volere nulla. Rimanemmo così per un po', il tempo di giungere all'ora di colazione.

Erano ormai le nove, io e Zoe continuavamo a condividere lo spazio sul letto e a scambiarci battute divertenti. Mi toccò la mano per osservare meglio il mio bracciale e il mio anello. Io invece le spostai i capelli dal viso, passando una mano attorno il suo volto, sfiorando un suo orecchio. «Sarò onesto, secondo me brilli davvero come oro, ho scelto bene il pezzo da assegnarti.» Rispose con una risata, dopodiché mi accarezzò i capelli. Sentirmi le sue mani addosso era piacevole, il suo tocco era fatato, ogni cosa che toccava lo rendeva unico. «Ananas ricordi ancora quando litigammo pesantemente fino a dichiararci odio?»
«Non chiamarmi ananas! Comunque si, lo ricordo, mi sembra surreale che ora ci troviamo nella stessa camera, da soli, senza sbranarci a vicenda con le parole.»
«Ti ricordo che stanotte l'abbiamo fatto, poi è finita per il meglio grazie al sottoscritto.»
«Soltanto perché sei bravo a consolare! Anche tu comunque hai bisogno di me a volte, ammettilo!»
Dovevo dirlo, non riuscivo a stare senza il suo sguardo alcune volte, mi trasmetteva sempre qualcosa, c'erano dei momenti in cui avevo bisogno di parlarle o di guardarla.
«Lo ammetto, alcune volte anche io ho bisogno di te.»
Il tempo continuava a passare rapido, il sole le illuminava quelle ciocche bionde facendole sembrare dei fili d'oro. Il suo volto era ancora più chiaro e i suoi occhi si erano schiariti. Rimasi a bocca aperta, dovevo ammetterlo, nonostante tutto era una ragazza di una bellezza singolare.
«Perché mi guardi così? Ho qualcosa in faccia? Se si toglimelo, ti prego.»
Sorrisi. «Non hai nulla, pensavo solo a quanto fossi una bella ragazza, sforzandomi a ricordare mi sembra che ti trovavo bella già da Sanremo. Non è nulla di importante però. Il sole ti fa brillare come se tu fossi un lingotto d'oro, ti impreziosisce, ti valorizza, insomma, ti fa diventare ancora più bella.»

Ci riunimmo sulla scalinata, Mida non si staccava da me, si era seduto sul mio lato destro. Avevo un sorriso stampato sul volto, poggiò un braccio sulla mia spalla e intanto guardava sullo schermo l'annuncio di Maria, già consapevole di cosa stesse per annunciare.
«Ciao ragazzi, oggi vi ho riuniti per due motivi, il primo è che per la prossima puntata del pomeridiano, ovviamente non quella di domani, dovrete presentare due duetti per ogni squadra. Poi avrei da fare i miei complimenti a Zoe, che ha ricevuto il disco d'oro con Sagapò. Complimenti!»
Sentivo applausi da ogni parte, c'erano dei "congratulazioni!", dei "era scontato, sei bravissima!" e molto altro ancora. Quel disco d'oro era per me un punto di partenza, non potevo più sbagliare, gli errori dovevano essere lasciati da parte, avrei solo dovuto eccellere in tutto. Fu con questa mentalità che dopo l'annuncio andai in sala a provare per il giorno seguente.

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Spazio autore

Che ne pensate del disco d'oro di Zoe? E di Mida? Secondo voi è innamorato?

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