1-Pars animae meae

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23 Maggio 2016

11 di South Michigan Avenue, Chicago

"Cara Alma,

ti scrivo questa lettera perché a parole non riuscirei... come vedi, un po' per la mia situazione, sai non è molto facile fare un discorso che vada oltre i monosillabi con queste macchine attaccate, un po' perché credo che a voce non sarei in grado di dirti tutto quello che vorrei.

Non ridere, so che ti immagini già me seduto che provo a parlarti, ma con scarsi risultati perché inizierei a balbettare ed essere preso in giro per i prossimi giorni da tutto il reparto.

Ne approfitto così per cogliere questi pochi momenti che mi rimangono... i medici sono stati chiari, fin troppo: non ho speranze.

Questo cancro mi ama quasi più di te tanto da essersi voluto prendere ogni centimetro di me.

In una sola cosa, però, non è riuscito... non è stato in grado di prendersi la mia anima, perché quella è tua e lo sarà per sempre.

Cara Alma,

tra poco non ci sarò più... non potremo più fare le nostre lunghe passeggiate a Millenium Park, bere quei fantastici cappuccini al bar dietro l'angolo, non potrò godermi la tua risata mentre il vento di maggio ti scompiglia i capelli e il canto degli uccellini fa da melodia a tutto questo.

Si dice che nella vita si raccoglie quello che si semina... io non so se sono stato un buon seminatore, ma continuerò, fino alla fine, a ringraziare la vita per avermi donato te, perché tu Alma, forse non te ne sei ancora resa conto, ma sei letteralmente una "pars animae meae" (parte della mia anima).

Ti amo amore mio.

Grazie.

Grazie per tutto quello che sei, per avermi fatto vivere giornate indimenticabili e aver camminato, insieme, in questo mio breve viaggio.

Grazie per avermi dimostrato che nella vita non è tutto rosa e fiori, che a volte si può cadere, anzi si deve cadere... l'importante è sapersi rialzare e chiedere aiuto quando da soli non ce la faremo e in questo grazie, perché non mi hai mai lasciato la mano, soprattutto nell'ultimo periodo.

Cara Alma,

anche se non sarò più, fisicamente, accanto a te mi avrai sempre con te... ti basterà guardare un campo di girasoli, un tramonto, mangiare un gelato con doppia panna, rispondere con un sorriso a chi incontrerai per strada, ridere alle battute dei nostri amici.

E quando ci saranno momenti no, perché arriveranno amore, continua ad affrontarli come solo tu sai fare e se dovessi aver bisogno di me, ti basterà alzare lo sguardo al cielo... sarò sempre lì, pronto a vegliare su di te.

Non sarai mai sola amore, avrai tante persone accanto che non ti abbandoneranno mai.

Vivi, sorridi e sogna... tu non sei per pochi, non lo sei mai stata.

Tutti meritano di conoscere Alma White, la mia Alma.

So che arriverà qualcuno a bussare alla tua porta, ti chiedo solo di lasciarlo entrare, non precluderti niente.

Io ti guarderò e sorriderò sapendo che ci sarà qualcuno valido tanto quanto me ahaha, riderò di cuore quando ti porterà a bere un caffè e alla domanda: <<Con o senza zucchero?>> tu risponderai: <<Assolutamente con, già la vita è amara vuoi che lo sia anche il caffè?>>... e adesso, leggendo queste ultime righe, stai già ridendo, lo so.

Cara Alma,

se sei arrivata a leggere fino a qui significa solo una cosa... volevo a modo mio, comunque, essere presente in questo giorno così importante per te... buon compleanno anima mia, prendi il volo.

Per sempre tuo...

Kayden

Ps: dimenticavo amore... follow the sun!"

...

Sono passati due anni, ormai, dalla prima volta che ho letto questa lettera.

Kayden me l'aveva scritta poco prima di morire.

Ricordo che qualche giorno prima del 7 Luglio, giorno in cui ho potuto abbracciarlo per l'ultima volta, mi aveva dato questa busta chiedendomi il favore di aprirla soltanto il 23 Maggio, giorno del mio compleanno, non prima... inizialmente non capii cosa significasse questo gesto, ma poi, quando la aprii e iniziai a leggerne il contenuto, tutto cominciò a prendere forma.

Sapeva che non ce l'avrebbe fatta eppure, fino al suo ultimo respiro, ha sempre pensato prima a me che a lui.

Questa lettera è l'unica cosa che mi è rimasta di Kay, oltre a un ciondolo a forma di sole, sul cui retro è incisa una K, che porto al collo, e a qualche foto che conservo gelosamente nel mio diario, dove sono abituata a scrivere tutto, appuntando pensieri, ricordi, e dove non può mancare la mia fantastica lista.

Sono sempre stata abituata a programmare ogni singolo secondo della mia giornata, cercare di avere tutto sotto controllo è un po' il mio modo per sentirmi "padrona" di qualcosa.

Per sentire che qualcosa, ancora, mi appartiene in questa vita...

Un rumore, però, mi risveglia dai miei pensieri in questo momento.

È il rumore di un clacson, ah giusto, quasi dimenticavo.
È il taxi che ho chiamato dieci minuti fa per portarmi all'aeroporto.

In fretta ripiego la lettera, stando attenta a non piegarne i bordi, la adagio in una piccola scatolina accanto a un ciuccio per neonati da cui pende una catenina con scritto "pars animae meae", prendo il mio diario e ripongo tutto nella mia borsa.

Scendo al piano di sotto, mi avvicino alla maniglia e prima di aprire la porta mi giro un'ultima volta verso questa casa.

Una casa che mi ha accolta in questi due anni, salvandomi dalle macerie del mondo circostante, ma anche dalle rovine del mio cuore.

Questa casa mi ha ascoltata, ha sopportato in silenzio i miei pianti, mi ha semplicemente protetta.

La guardo un'ultima volta e mi rendo conto di quante cose siano cambiate in questi due anni.

Faccio un ultimo respiro, chiudo la porta a chiave e mi giro verso il tassista, che pazientemente mi sta ancora aspettando.

Nel brevissimo tragitto fino alla portiera dell'auto mi ripeto: "Coraggio Alma, tu sei forte".

<<Dove la porto signorina?>>

Mi dice mentre prende le mie valigie.

<<All'aeroporto di Heathrow, grazie>>.

Mi sorride, mette in moto e partiamo.

Sono Alma White, ho 26 anni, e da oggi ho deciso di riprendere in mano la mia vita, ho deciso di tornare a casa mia.

IRIS SOULDove le storie prendono vita. Scoprilo ora