"Rallenta James, non voglio arrivare troppo in anticipo"
Mi appoggio allo schienale della limousine, chiudendo gli occhi. Avevo calcolato tutto, sarei arrivata per ultima. Il mio viso, il mio vestito, il mio sorriso, sarebbero stati gli ultimi sulla passerella e io sarei stata nella memoria dei miei fan più a lungo di tutti glialtri. Non era il mio primo tappeto rosso, ovviamente. Ma poteva essere il più importante, dal momento che ci sarebbe stata anche lei.
Era la prima volta che io e mia madre eravamo candidate allo stesso premio. Chissà quando eravamo diventate rivali, io e lei. Forse avrei dovuto sperare che vincesse. In fondo, io avevo tutta la vita davanti, lei no. Io ero considerata bellissima e un vero talento naturale. Lei era giudicata interessante e questa era la prima volta che in un film riceveva attenzione. Quando avevamo smesso di essere madre e figlia per essere solo due attrici in corsa per l'Oscar?
"Prevedo di arrivare tra dieci minuti, signorina", dice James dall'altra parte del vetro.
"No, troppo presto. Fai un altro giro, tanto non cominceranno senza di noi", rispondo, guardando l'ora segnata sullo schermo davanti ame. Conosco bene mia madre, non aspetterà, odia i ritardi. Chiudo di nuovo gli occhi, ricacciando indietro le lacrime che pungono dietro lo sguardo. Non posso permettermi di piangere. Dopotutto devo a lei la mia bravura a recitare: è una vita che lo faccio, per sopravviverle.
Chiudo la mente e i pensieri dentro a uno scrigno, sono brava a farlo. "Ok, James, possiamo andare".
Sento la limousine che si ferma e prendo un respiro profondo. Indosso il migliore dei miei sorrisi ed esco dalla macchina, appoggiandomi alla mano di James. Lui mi guarda con un sorriso fiero: è un brav'uomo, non merita di lavorare per una stronza come me. Alzo la testa e la vedo. Mia madre è lì che mi aspetta. Mi raggiunge e mi abbraccia, sotto i flash dei fotografi. Perfetto. Ora i giornalisti avrebbero parlato di come lei, nonostante fossi sua rivale, mettesse al primo posto il fatto che ero sua figlia. Avrebbero pubblicato la foto di lei, con il suo splendido abito dorato, mentre abbracciava la figlia, astro nascente e di indiscutibile bellezza e talento, accompagnandola a salutare i fan. Puttanate. Solo io sapevo chi c'era dietro l'apparenza.
Mentre sopporto il suo abbraccio, i miei occhi incrociano quelli di un uomo che mi sta fissando. Colpisce la mia attenzione perché non ha lo sguardo del fan alla ricerca dell'attrice e dell'autografo. Lui sta guardando ME. Riprendo il mio sfolgorante sorriso e mi sciolgo dall'abbraccio di mia madre. La guardo negli occhi e d'improvviso so cosa fare. Il suo personaggio nel film intreccia una relazione con il fidanzato della figlia: la scena clou, quella per cui è stata nominata, è un bacio saffico e incestuoso dato alla figlia nel momento in cui viene scoperto il suo tradimento. Prendo il suo viso tra le mani e la guardo negli occhi. A voce alta, in modo da essere sentita bene dico "So cosa hai fatto, ma ti voglio bene" e le do un bacio, leggero, sulle labbra.
La lascio lì, sul tappeto rosso, da sola, pietrificata. Ora tutti sanno. Non importa chi porterà a casa la statua dorata, ho vinto. Mi avvicino al fan che continua a guardarmi, più per distogliere l'attenzione da lei che altro. Voglio che resti lì in tutta la sua vergogna, che tutti sappiano quello che mi ha fatto. L'uomo mi fissa con i suoi occhi azzurro cielo e mi dà una piccola scatola. "Questa è per te", mi dice, per poi scomparire tra la folla.
I fotografi continuano a investirmi con i flash dei loro scatti e io faccio esattamente quello che si aspettano da me. Alzo il braccio con la scatolina in mano, come segno di apprezzamento per i regali dei miei fan, e mi avvio verso l'ingresso della sala.
***
Non aveva la certezza di riuscire. Tra tutti i suoi obiettivi, lei era la più difficile da avvicinare. Certo, sapere esattamente dove si sarebbe trovata a quell'ora e in che direzione sarebbe andato il suo sguardo gli aveva dato un piccolo vantaggio, ma il calcolo delle probabilità non era a suo favore. Per quello, quando la donna prese il suo "dono" tirò un sospiro di sollievo.
L'uomo dal maglione grigio era riuscito, di nuovo, nel suo intento. Prese il taccuino nero dalla tasca e lo aprì sfogliandolo fino a vedere la foto dell'attrice. Era davvero bellissima, con la pelle creola, gli occhi ambrati e la cascata di ricci che incorniciavano il viso perfetto. Una come lei sembrava destinata al palcoscenico fin dalla nascita. Prese la penna che portava nella tasca dei pantaloni e segnò con una x lo spazio accanto al nome scritto sotto la foto.
Claire Mathison.
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The Perfect Dystopia
Science FictionLa perfezione è una bugia. E come tutte le bugie, prima o poi deve crollare. Elias lo sa, ma non può farcela da solo. Ecco perché sta cercando loro: Un ex hacker con problemi di dipendenza. Una danzatrice acrobatica dalla vita complicata. Un prete c...