Non importa chi sei, da quale epoca provieni, quali siano i tuoi fantasmi. Prima o poi le conseguenze delle tue scelte si schiantano sulla tua vita, e non puoi fare nulla per impedirlo.
Elias questo lo sapeva. Non aveva mai pensato di potersi sottrarre a quelle conseguenze.
"Mi dispiace", disse, come se fosse rivolto all'intero Rifugio e non all'unica persona ancora in vita che non avrebbe mai voluto deludere.
"Ti dispiace?"
Molly lo guardava furiosa. Le mani ancora strette a pugno, le sopracciglie aggrottate e i muscoli tesi, pronti a scattare, come se davanti avesse un nemico e non l'unica persona ancora in vita che poteva chiamare famiglia.
"Avevo sperato che andare nel passato mi permettesse di cambiarlo. Forse così..."
"...così Anthony non sarebbe morto?"
Lui non rispose. Abbassò semplicemente la testa, pronto a ricevere la rabbia di Molly. Lei, tuttavia, rilassò i muscoli e le mani, fece un passo avanti e mise una mano sulla sua spalla.
"Anthony è morto perché credeva che tutti avessero il dovere di cambiare le cose. Portare qui i Primi Perfetti era il piano che avevamo deciso di seguire, tutti insieme. Abbiamo rischiato la vita per recuperare l'ultima coppia di Timing. Perché il piano era quello di portare avanti il lavoro di Anthony."
Fece una pausa e tolse la mano dalla spalla. "Decidendo di cambiare il piano, senza dire nulla, senza nemmeno parlarne per vedere se saremmo stati d'accordo, hai mancato di rispetto non solo a noi, ma anche a lui."
Elias si guardò attorno. Gli altri erano intorno alla console, pianificando il ritorno a SubChicago. Luke e gli altri erano seduti per terra, in silenzio. Lui e Molly si erano appartati per chiarirsi... sempre ammesso di poterlo fare veramente.
"Cazzo Molly! Non trattarmi come un egoista. Se fossi riuscito nel mio intento..."
"Maledizione, ma come fai a non capire? L'Aetherium ti ha dato così tanto alla testa che non riesci più a vedere le cose lucidamente? Saresti stato disposto a rischiare di condannare tutti per dimostrare di essere all'altezza di tuo fratello? Quando ti perdonerai per non avergli creduto subito? Avrai anche perso tuo fratello, ma io ho perso l'uomo che amavo, non dimenticarlo. Non mettermi nella condizione di dover dire addio anche a te!"
Molly addolcì la voce, prima di continuare. "C'è una ragione se la tecnologia dei viaggi del tempo è stata vietata e non è solo quella ufficiale che raccontano a scuola. Le conseguenze sono imprevedibili. Stiamo già rischiando il tutto per tutto avendo portato qui loro. Smettiamola di comportarci da idioti e cerchiamo di capire come muoverci."
"Forse avrei preferito che mi prendessi a pugni, sei inquietante quando sei calma."
Lei sorrise. "Non ripeterlo, potrei sempre seguire il tuo consiglio."
Si girò e fece un cenno a Bottom, che li raggiunse. "Siete gli unici due di cui mi fidi ciecamente", disse. "Abbiamo un problema, grosso. Ecco perché non possiamo permetterci di litigare tra noi."
I due uomini la guardarono attenti, mentre lei raccontava ciò che aveva sentito dai soldati prima di ucciderli.
"Questa spiega un sacco di cose! Dobbiamo scoprire chi sia il bastardo! Traditore schifoso..."
"Smettila, abbassa la voce!", intimò Molly a Bottom, prima che iniziasse ad attingere al suo intero repertorio. "Non possiamo fidarci di nessuno, non dobbiamo far capire che sappiamo, o ci saremo giocati la possibilità di scoprire chi sia la talpa!"
Elias annuì, pensieroso. "Perché non vengono a prenderci al Rifugio?"
"Forse la talpa non conosce la posizione, potrebbe non essere uno della cerchia di comando", ipotizzò Bottom.
"Oppure, stanno giocando sul lungo termine", aggiunse Molly. "Mantenendo segreta la talpa possono avere più informazioni e prepararsi per un colpo finale più strutturato."
"Sì", rispose Elias, "ha senso. In ogni caso, ora abbiamo un vantaggio. Noi sappiamo che esiste una talpa, che non sa di essere stata vista. Quindi continuerà a scavare le sue tane e prima o poi farà un errore. Noi nel frattempo dovremo stare attenti. Possiamo fidarci solo di noi tre."
"E di loro", disse Bottom, indicando il gruppo arrivato dal passato.
"Io lo spero", mormorò Elias. "Altrimenti non avremo davvero più speranza..."
"In ogni caso, adesso è arrivato il momento di dar loro spiegazioni. Usciamo da qui e torniamo a casa", rispose la donna. Poi si avvicinò al gruppo, ancora seduto a terra, e si sedette davanti a loro, a gambe incrociate.
"Avete tutte le ragioni per odiarmi. Ma quando vedrete come stanno le cose qui, capirete che non avevo scelta."
"Certo che nel futuro le cazzate le sparate proprio grosse, eh?"
Nicole la stava guardando con aria di sfida. In fondo si aspettava che lei fosse una delle più difficili da convincere. Avevano studiato ogni singolo profilo, li conosceva meglio di quanto si conoscessero loro stessi.
Nicole Smith. Poteva essere un'alleata straordinaria, o una nemica temibile. Più probabilmente entrambe. La sua tendenza a vivere fuori dalle regole, come alla ricerca di continui stimoli, poteva essere sia un vantaggio che un ostacolo.
Claire Mathison. Il suo talento sarebbe stato utile se fosse stato necessario infiltrarsi da qualche parte. La bellezza eccezionale era un surplus che avrebbe solo potuto giovare alla loro causa.
Luke Hernandez. Era quello che più di tutti aveva diviso il gruppo. Ma lei vedeva più lontano. Era un sopravvissuto, e aveva la tendenza a spendersi per i deboli e i bisognosi. Per loro era la combinazione perfetta.
Sylvain Williams. Era una di quelle persone che fino a due secoli prima sarebbe stato definito "lievemente autistico". Per i Perfetti quello era ancora un marchio che ti spediva dritto tra i Respinti, dove invece i Pensatori Prismatici erano considerati unici e preziosi. Traduzione di tutto ciò: Sylvain non avrebbe mai potuto infiltrarsi tra i Perfetti. Inoltre era dipendente da sostanze psicotrope, cosa che la preoccupava non poco.
E poi c'erano le due donne che erano state prese.
Amber Phillips. Aveva lottato contro la DNN, che allora veniva chiamata in modi diversi, arrivando quasi a morire per la privazione di cibo. Eppure era lì, viva, e continuava a combattere. C'era qualcosa in lei, una scintilla, che bruciava dentro permettendole di rinascere ogni giorno. Inoltre aveva i sensi più sviluppati del normale e proprio quella sensibilità avrebbe potuto essere utile.
Syrène O'Connors. Con lei il gioco era fin troppo facile. Non appena avesse visto con i suoi occhi la merda da cui erano circondati, li avrebbe aiutati a spalarla, perché lei era così e non poteva rinnegare la propria natura.
La vera incognita era Julie, la sua amica. Non faceva parte del gruppo dei Primi Perfetti, e si trovava lì per puro caso. Inoltre, dal momento in cui erano arrivati, non aveva pronunciato mezza parola. Si limitava a guardarsi attorno spaurita, con gli occhi sbarrati e la pelle pallida di chi deve svenire da un momento all'altro. Non aveva detto nulla nemmeno quando la sua amica era stata catturata, e si era lasciata trascinare verso i Quantum come un automa. E questo era preoccupante.
"Intendi fissarci ancora a lungo o hai altre stronzate da propinarci?"
Questa volta era stata Claire a parlare. Molly non poté fare a meno di notare come lei e Nicole si stessero istintivamente appoggiando una all'altra.
"Tra poco andremo a casa, a SubChicago. Lì risponderemo a tutte le vostre domande."
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The Perfect Dystopia
Science FictionLa perfezione è una bugia. E come tutte le bugie, prima o poi deve crollare. Elias lo sa, ma non può farcela da solo. Ecco perché sta cercando loro: Un ex hacker con problemi di dipendenza. Una danzatrice acrobatica dalla vita complicata. Un prete c...