Syrène
"Ancora non riesco a credere che tu mi abbia convinta a venire con me", dico a Julie, mentre con la sua auto ci stiamo avvicinando al luogo dell'appuntamento.
"Puoi scommetterci, tesoro! Se Elias sarà presente ho giusto qualche domanda da fargli... dopo di te, ovvio!"
Mi sorride, ma io so che dentro è profondamente delusa e arrabbiata. Con se stessa. Per essersi presa una cotta per l'uomo sbagliato. Di nuovo.
"Siamo in anticipo", le dico, cambiando discorso.
"Tu sei sempre in anticipo, non vedo perché la cosa dovrebbe essere un problema."
"Non lo è, affatto. Solo... mi chiedevo perché un appuntamento, di sera, in un vecchio teatro abbandonato. Sa da... thriller."
"Abbiamo già fatto questo discorso, principessa. Ho la localizzazione attiva e in caso di problemi mi basta premere un tasto e parte la chiamata al 911. Sei tu che hai deciso che volevi risposte, ricordi?"
Non le rispondo. Tanto sappiamo tutte e due che ha ragione. E poi, essere paranoica non mi servirà a nulla. Julie accosta con la macchina. Mentre scendo non posso fare a meno di notare due persone davanti all'ingresso. Un uomo, vestito da prete, in piedi, che si gira a guardarmi non appena sente il rumore della portiera, e una ragazza, seduta per terra, dall'espressione fragile ma interessante.
Scambio uno sguardo con Julie e mi avvicino ai due. La luce dei lampioni illumina i capelli di lei, di un magnifico colore viola, e mi permette di vedere meglio i lineamenti di lui. Sono entrambi giovani, penso che potremmo avere più o meno la stessa età.
"Salve", dico mentre mi avvicino. Lui risponde con un sorriso e mi tende la mano. "Luke Hernandez, piacere di conoscerti."
La ragazza si alza, con un movimento fluido e aggraziato. Soffoco un brivido mentre riconosco quello sguardo, le braccia sottili... o almeno, riconosco quello che celano. La parte di me che non amo ricordare. "Sono Amber. Scommetto che anche tu hai guardato un video", mi dice.
Ottimo. Quindi sono qui per lo stesso motivo.
Ci sono altri come te. Così diceva il video. Eccoli.
Julie si schiarisce la voce, attirando la mia attenzione. "Oh, scusate, lei è la mia amica Julie, mi ha accompagnato qui."
Il silenzio, che di solito mi è amico, questa volta ci avvolge come una fune troppo stretta. Tutti ce ne rendiamo conto, ma sono io la prima a interromperlo, con la prima frase che mi viene in mente.
"Sei un prete."
Luke mi guarda, sorridendo. "Già, pare che sia piuttosto evidente", risponde, ma la sua ironia è calda, quasi giocosa.
"Scusa, è che... è abbastanza strano tutto questo, no?"
"Che cosa è strano? Che siamo tutti qui perché qualcuno ci ha chiamati con un video, o che uno di noi sia un prete?", interviene Amber.
Sorrido. Lei mi guarda e si rilassa impercettibilmente. "Forse entrambe le cose", dice, rispondendo alla sua stessa domanda.
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The Perfect Dystopia
Science FictionLa perfezione è una bugia. E come tutte le bugie, prima o poi deve crollare. Elias lo sa, ma non può farcela da solo. Ecco perché sta cercando loro: Un ex hacker con problemi di dipendenza. Una danzatrice acrobatica dalla vita complicata. Un prete c...