Claire
"Mamma, guarda! Ti piace il mio disegno?"
Avevo più o meno sette anni, e adoravo disegnare. Papà diceva che ero bravissima, e io gli credevo. Lui non era di molte parole. Avrei capito in seguito quanto fosse debole e succube della donna che aveva sposato... e dei suoi soldi. In quel momento però era solo il mio papà, il mio eroe.
Mia mamma stava parlando al telefono, e mi aveva scacciata con un gesto della mano. Come faceva con le mosche quando d'estate andavamo al lago e mangiavamo all'aperto. Lei lo odiava.
Aspettai pazientemente che finisse di parlare al telefono, cercando di captare ogni singola frase, per poter imparare ad essere come lei, a dire cose che le sarebbero piaciute.
"... tu non hai capito, Miller. Io voglio quella parte. Non mi interessa di niente e di nessuno, fammi fare quel film!", stava dicendo.
Con le dita faceva oscillare una penna, nervosamente. Presi la mia matita e cercai di imitarla ma mi sfuggì dalle mani, atterrando vicino al piede sinistro di mia madre. L'occhiataccia che mi fu riservata mi convinse a non riprenderla subito.
"A me non importa niente di quello che dicono i giornalisti. Miller, io se non recito muoio! Essere attrice è l'unica cosa che mi interessa! Fammi avere quel film!"
Chiuse la telefonata di scatto, dando poi un'occhiata distratta al disegno che le avevo messo davanti.
"L'hai fatto tu? Perché sprechi il tuo tempo con queste cose? Non sei nemmeno brava!"
Se ne andò lasciandomi lì, col foglio in mano e la matita per terra.
Quel giorno decisi due cose. Non avrei più disegnato, e avrei fatto l'attrice.
Non so perché mi sia venuto in mente quel giorno. Forse perché mi sento nella stessa situazione: cerco di captare ogni frase o dettaglio che mi faccia capire come sopravvivere qui. Perché magari non so molto di questo futuro assurdo in cui siamo capitati, ma una cosa la so.
Io sopravvivo. Sempre.
Seguo senza parlare la donna dai capelli grigi. Il viso è anonimo, gli occhi spenti, l'andatura da persona sconfitta, sottomessa.
Io non diventerò così. Non permetterò a niente e a nessuno di schiacciarmi.
Nicole cammina accanto a me. Anche lei tiene la testa bassa, ma le spalle sono dritte, l'andatura aggraziata e fiera. Quando incrocia il mio sguardo, gli occhi scintillano.
Ecco un'altra che non diventerà mai una marionetta.
La signora grigio topo ci fa entrare in una specie di baracca: sembra messa un pochino meglio di tante altre che ho visto passando. Se non altro non pare che debba crollare da un momento all'altro. L'arredamento è a dir poco spartano. Un tavolo, due sedie, due letti.
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The Perfect Dystopia
Science FictionLa perfezione è una bugia. E come tutte le bugie, prima o poi deve crollare. Elias lo sa, ma non può farcela da solo. Ecco perché sta cercando loro: Un ex hacker con problemi di dipendenza. Una danzatrice acrobatica dalla vita complicata. Un prete c...