Luke
La mia fede mi dice che Dio sa sempre quello che fa. Ma la mia parte umana si chiede dove stia guardando Dio, in questo momento. L'apparente inconciliabilità dell'esistenza di un Dio amorevole e delle sofferenze umane, è sempre stata argomento di discussione tra me e padre James.
Nervosamente, passo le dita tra la gola e il colletto romano. Con un gesto istintivo lo sfilo e lo appoggio sul pavimento, aprendo i primi bottoni della camicia.
Bottom se ne accorge e si avvicina, accucciandosi davanti a me e fissandomi negli occhi. "Che c'è, padre? Hai caldo?"
"Perché ce l'hai con me?", gli chiedo. L'ultima cosa che mi serve è un nemico giurato. Forse possiamo parlare, io e lui. Trovare un terreno comune.
"Perché quelli come te ce l'hanno sempre avuta con quelli come me. Eppure, guardami. Tu sei un pezzo raro, estinto. E io sono qui."
La risposta dell'uomo mi spiazza: è tutto sbagliato, qui. Quelli come me e quelli come lui? Io non sono questo... e, poi, cosa vuol dire estinto?
"Io non divido le persone in categorie. Tu sei un essere umano, tanto mi basta e tanto serve a Dio per..."
"Per carità, risparmiati i sermoni padre!"
Bottom è furioso. Non può essere arrabbiato con me, mi conosce appena. Quindi io sono il capro espiatorio per qualcosa che lui non può o non riesce a combattere. Riconosco i segnali di un uomo che sta per esplodere di rabbia. Se non fosse così sarei morto da bambino.
"Se vuoi fare a pugni, non mi tirerò indietro. Non sono solo padre Luke. Oppure possiamo parlarne in maniera civile..", gli dico, cercando di mostrarmi calmo mentre mi preparo al suo assalto.
Assalto che non avviene. Elias si avvicina, richiamando Bottom e rivolgendosi a noi.
"Avete bisogno di riposare. Kate vi accompagnerà nei vostri alloggi."
"Non se ne parla!", esclama Nicole, scattando in piedi. La sua agilità non mi sorprende, che fosse un'atleta era piuttosto chiaro. "Abbiamo ancora troppe domande a cui dovete dare risposta."
"Noi dobbiamo?", interviene Molly. "Non dobbiamo proprio niente! Siamo esseri liberi, tesoro!"
"Razza di stronza... è solo colpa tua se non possiamo tornare a casa, ora ti faccio vedere..."
Scatto in piedi anche io, raggiungendola con una falcata e trattenendola prima che si avventi contro la guerriera, a sua volta trattenuta da Elias e da Bottom.
"Adesso basta!"
La voce di Claire si leva stentorea, sorprendendoci. Si è alzata ed è andata al centro della stanza. Il suo sguardo è determinato, forte, d'acciaio. Le mani sono alzate come a voler calmare tutti. la luce del tramonto, che penetra dalle vetrate, colpisce il suo volto, rendendo la sua bellezza ancora più disarmante.
Si gira verso Elias e gli altri e inizia a parlargli, con tono freddo e potente. "Non abbiamo chiesto noi di essere qui, perciò voi sarete anche liberi, ma noi no. E trattarci come se vi dessimo fastidio non è una mossa intelligente, considerando che se non aveste bisogno di noi non sareste venuti a prenderci. Sbaglio?"
Senza attendere una risposta, si rivolge a Nicole. "La tua rabbia non ci aiuterà ad avere delle risposte. Siamo qui, non possiamo tornare indietro. Bene, cerchiamo di capire il più possibile di questo posto."
Mi guarda. Per un attimo, brevissimo, noto un lampo di paura e smarrimento. Ma è un solo attimo, poi si riprende e aspetta che i presenti abbiano dato segno di calmarsi.
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The Perfect Dystopia
Science FictionLa perfezione è una bugia. E come tutte le bugie, prima o poi deve crollare. Elias lo sa, ma non può farcela da solo. Ecco perché sta cercando loro: Un ex hacker con problemi di dipendenza. Una danzatrice acrobatica dalla vita complicata. Un prete c...