Sylvain
Il "volo" su quelle macchine futuristiche ci ha dato l'ultima conferma. Non siamo più nel 2022. Elias ha detto di essere nato nel 2341. Ha all'incirca una trentina d'anni, quindi direi che siamo nel 2370 o giù di lì.
Ora sì che mi servirebbe un po' di fumo.
Mi chiedo se esista ancora, il fumo, o se siano stati inventati nuovi modi per venire a patti con se stessi.
A dire il vero non è l'unica cosa che mi chiedo, ma per il momento osservo. Catalogare ciò che vedo mi aiuta a capire come muovermi. Del resto, è così con i computer, è così con le persone, è così con i luoghi. Ho bisogno di sapere in cosa cazzo ci siamo cacciati.
L'attrice, Claire, è a dir poco furiosa. Il prete osserva in silenzio, come me. Ogni tanto mi lancia un'occhiata, poi osserva gli altri. Sta cercando anche lui di capire come muoversi? Quanto a Nicole, ha un'irritante espressione divertita stampata sulla sua faccia carina.
Siamo entrati dentro una sorta di caverna ricavata in una roccia. Non c'è nulla di naturale qui dentro: mi gioco tutto che questa specie di scavatura in cui ci troviamo è artificiale. Un po' come il silenzio che sta avvolgendo tutti.
Posso sentire l'imbarazzo come se fosse una nebbia invisibile ma soffocante. Questa è una di quelle situazioni in cui una parola può far scoppiare un litigio. Una delle tante motivazioni per cui mi sono sempre tenuto alla larga dal genere umano. L'imprevedibilità delle emozioni, così poco schematiche e catalogabili.
Di solito evito queste situazioni come la peste. Ma stavolta, mio malgrado, ci sono dentro fino al collo. Per cui, invece di stare in silenzio e aspettare gli eventi, faccio il primo passo.
Letteralmente.
Mi porto al centro della caverna e faccio un lento giro, sia per guardarmi intorno, che per attirare l'attenzione di tutti.
Luke si avvicina a me, la sua espressione seria e pensosa. Non dice nulla, si limita ad affiancarmi.
Ma tu guarda...
Claire e Nicole si guardano, un po' confuse, poi si avvicinano anche loro, seguite da Julie, l'amica di Syrène. Formiamo una fila.
Elias e Molly sono ai due lati dello spazio che ci accoglie. Come due cani pronti a saltarsi addosso, tesi e arrabbiati, distolgono per un attimo la loro attenzione per guardare noi. Lo stesso fa Bottom, che incrocia le braccia e ci guarda con un sorriso ironico. Come se si stesse chiedendo che asso tireremo fuori dalla manica.
L'uomo che hanno chiamato Sly, una specie di vichingo coi capelli scuri, avvicina la mano alla sua arma, lentamente, per non spaventarci e allo stesso tempo essere pronto. Non avrei mai pensato di dover usare la mia capacità di osservazione in una situazione come questa.
Non avrei mai pensato di ritrovarmi in un non meglio precisato anno del futuro.
Andrew, che guidava il veicolo su cui sono salito, è più rilassato degli altri. Archivio l'informazione. Con lui potrebbe essere più facile ragionare. Non conosco i nomi degli altri due: uno si è seduto a una sorta di console appena siamo entrati, mentre l'altro si affianca a Sly, braccia incrociate e sguardo intimidatorio.
Appena sono certo che tutta l'attenzione sia su di me, inizio a parlare.
"Vediamo di ricapitolare le cose. Mi pare evidente che non siamo nel 2022. 2370...75?"
"2374", risponde Bottom. Il suo sorrisetto sardonico mi indispone, ma finché è disposto a rispondere alle mie domande, decido di far finta di nulla.
"2374, ok. E ci siamo arrivati grazie a quei cosi bianchi che la vostra amica ha pensato bene di distruggere. Ce ne sono altri?"
Stavolta è Elias a rispondere, con la mascella stretta di chi sta contenendo la sua furia. "No. Quelli erano gli unici esistenti."
"Ma cosa sei?", chiede Claire, "Una specie di scienziato pazzo che ha creato una macchina del tempo?"
Lui scuote la testa. "No purtroppo. Questo vorrebbe dire che saprei come costruire altri Timing."
Riprendo la parola. "Continuiamo il nostro gioco. Io dico quello che ho capito e voi mi dite se ho ragione. Tu", dico, indicando Elias, "per qualche motivo hai riunito noi sei. Ci hai attirato in trappola e ci hai portati qui. Non che tu volessi farlo. Non so ancora quali fossero le tue intenzioni ma so che hai mentito ai tuoi amici."
"Già!", dice Molly, digrignando i denti e stringendo i pugni. Non vorrei trovarmela davanti come nemica. Piccolina ma feroce.
"Invece siamo qui, perché quei soldati ci hanno attaccato. Più volte. Il che mi fa pensare che voi siate ricercati. Ribelli o delinquenti, non ho ancora deciso."
"Delinquente sarai tu!", mi risponde, piccato, Andrew.
Ok, forse non è così ragionevole come sembrava.
"Ribelli, quindi", continuo, fingendo indifferenza. "Prima domanda. Se quella specie di coso del tempo era l'unico, perché ne ho visti due? E come hanno fatto i soldati a seguirti nella mia epoca? E cosa vuoi da noi? Come ci hai scelti? E dove hanno portato Amber e Syrène? Cosa pensate di fare?"
Forse è più di una domanda. Sto perdendo il controllo. Non va bene.
Il prete mi tocca il braccio, stringendolo leggermente. Lo guardo. Mi sta sorridendo come farebbe a uno dei suoi fedeli che si è appena confessato. Stranamente la cosa non mi dà fastidio.
Forse riconosco il fatto che siamo in questa merda insieme. Meglio non essere nemici tra noi.
Elias fa un passo avanti.
"Vi chiedo di avere ancora un po' di pazienza. Lasciate che sistemiamo alcune cose tra noi, qui al Rifugio. Poi andremo a SubChicago e lì vi darò tutte le risposte che posso."
Ed è in questo momento che l'ultima persona che avrei pensato potesse farlo mi sorprende.
Luke, il prete... per la miseria, un prete!... si avvicina a Elias, i pugni stretti, i muscoli tesi che si intravedono sotto la camicia nera, lo sguardo infuocato. Ha ancora il collarino da sacerdote, ma se non fosse per quel dettaglio, sembrerebbe un guerriero della strada.
"Prenditi il tuo tempo, ma se nei tuoi piani non c'è quello di andare a riprenderci Amber e Syrène, che Dio mi perdoni, rimpiangerai di averci portati qui!"
E bravo Luke. Forse il tuo carattere è meno ordinario di quanto credessi.
Annoto mentalmente di fare in modo di conoscere meglio i miei compagni di avventura. In fondo siamo soli, qui, non possiamo fidarci di nessuno.
Cazzo, ho bisogno di fumare.
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The Perfect Dystopia
Science FictionLa perfezione è una bugia. E come tutte le bugie, prima o poi deve crollare. Elias lo sa, ma non può farcela da solo. Ecco perché sta cercando loro: Un ex hacker con problemi di dipendenza. Una danzatrice acrobatica dalla vita complicata. Un prete c...