Video

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Nicole

Il suono della sveglia si insinua prepotente tra i miei sogni, costringendomi ad aprire gli occhi. Per un attimo non so dove sono, ancora immersa nella danza sfrenata e senza regole a cui mi stavo abbandonando mentre il mio corpo dormiva. Poi, la luce che filtra dalla finestra mi riporta nella mia stanza. Mi alzo svogliata, ieri ho fatto tardi con Thomas. Il mio piede sinistro si posa su qualcosa di duro e fastidioso sul pavimento. Lo alzo e vedo la chiavetta USB che mi è stata recapitata la settimana scorsa. Ricordo il momento in cui ho capito che non era un regalo o un segno da parte di lui.

Stronzo.

Avevo lanciato la chiavetta chissà dove, per poi scordarmene. Beh, ora so dove fosse finita. Vado a fare una doccia, senza godermi come al solito l'acqua che scende libera sulla mia pelle. Lui non si sta facendo vivo da tre settimane ormai. Menomale che ero la sua ragione di vita. In un angolo della mia mente si affaccia quella strana chiavetta. Decido di seguire la mia curiosità, invece di torturami al pensiero del suo silenzio. Esco dalla doccia e mi avvolgo l'asciugamano intorno al seno. Tampono i capelli guardandomi distrattamente allo specchio. I capelli bagnati sembrano più scuri del solito biondo cenere e gli occhi sono vivaci. Ormai il sonno è dimenticato. Senza nemmeno vestirmi vado a raccogliere la chiavetta e accendo il PC sulla scrivania.

Nonostante io sappia che non arriva da lui, provo di nuovo la stessa delusione dell'altra volta nel rendermi conto che non si tratta di un messaggio romantico o di scuse. L'asettica cartella con il mio nome è sempre lì, ma stavolta la apro, senza farmi sopraffare dalla rabbia. C'è un file video, anche quello con il mio nome.

Che fantasia.

Zittisco il mio stesso sarcasmo e apro il file. Lì per lì non capisco. Il video è formato da foto mie, con una musica sconosciuta di sottofondo. La prima è una foto che mi ritrae durante uno dei miei spettacoli. Indosso il costume di scena rosso, uno dei più succinti. La posa coglie perfettamente l'essenza di quello show. Come se tutti i mesi di preparazione fossero serviti solo a fare quella foto perfetta. Ricordo bene quella serata: il palo, il fuoco, il pubblico. Uno dei miei più grandi trionfi.

La foto successiva è un po' più vecchia, sto entrando in casa mia. Ricordo anche quel giorno: il primo giorno nella casa nuova, quella in cui adesso, seduta alla scrivania con le gambe incrociate, sto guardando quel video. Chi diavolo ha scattato quelle foto?

Non ho una risposta e il video va avanti. Ci sono sempre io... insieme a lui. Porto la mano alla bocca, istintivamente: nessuno avrebbe mai dovuto vederci insieme. Che sia un gioco perverso di sua moglie? Avrà ingaggiato un investigatore? A questo punto voglio vedere altro.

C'è un'altra foto, ancora precedente. Come in un rewind, mi vedo entrare nella scuola di danza, la prima volta che ho conosciuto Mary. Sono confusa. A quel tempo non avevo ancora conosciuto lui, quindi l'ipotesi investigatore è da scartare. Almeno credo. Mi abbraccio le spalle nude. Mi sento violata, come se qualcuno fosse entrato nella mia vita senza permesso. Da dove arrivano quelle foto? E qual è lo scopo del video? Come incantata, continuo a fissare lo schermo, mentre una a una, a ritroso, le fotografie raccontano la mia vita al rovescio.

Mi cade una lacrima quando mio padre compare nelle foto: mentre mi accompagna a scuola, mentre giochiamo in cortile, correndo dietro a una palla arcobaleno. Sono sempre più piccola, in quelle immagini, e sempre più affascinata nella realtà. Oramai, penso, manca solo la foto di me nella culla.

Una sorta di rumore bianco interrompe la visualizzazione delle immagini. Subito dopo, viene inquadrato un documento, in un fermo immagine. Incuriosita e con una strana sensazione al petto, stoppo il video e ingrandisco il documento. Ciò che vedo mi lascia così senza fiato che per un attimo penso di svenire.

Cosa diavolo significa tutto questo?

The Perfect DystopiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora