2022 - 2374

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Ogni giorno passato nel 2022 era un supplizio per Emily. Sorrise amaramente pensando a cosa sarebbe accaduto se avesse riportato la verità nel suo tempo. Il Fondatore, Mike Gateson, era un idiota. L'unico suo merito era stato quello di prendere i risultati delle ricerche del padre e ordinare ad uno staff specializzato di proseguire su quella strada. Non era un genio e di sicuro non era un Perfetto. Eppure, senza di lui, nessuno avrebbe trovato il modo di replicare la perfezione e il mondo sarebbe rimasto quell'ammasso sgradevole di errori e disordine. Ecco perché il suo compito era stato fondamentale, ed ecco perché, al suo ritorno, nessuno avrebbe saputo come erano andate realmente le cose. Che continuassero a venerare l'immagine di un Fondatore Perfetto, il primo a raggiungere e replicare la perfezione.

Quel mondo era orribile. Le bastava camminare per strada per provare repulsione per tutto ciò che vedeva. Edifici fatiscenti, uomini e donne che dormivano per strada, bestie che liberavano le viscere in mezzo alle vie, inquinamento, violenza gratuita, rumore assordante. Non c'era il minimo ordine. Coloro che avrebbero dovuto mantenerlo, erano indifferenti a ciò che vedevano. La perfezione era ben lontana, eppure poteva quasi vedere come ogni essere umano la anelasse. I cartelloni pubblicitari inneggiavano alla bellezza, alla ricchezza. Il lusso era ostentato (come se quello fosse l'obiettivo verso cui sporgersi) e tutto ciò che non era aderente agli standard era emarginato. In fondo, pensava, gli uomini sarebbero arrivati allo stesso risultato anche senza Gateson. Solo, molto più lentamente. Non vedeva l'ora di portare a termine la missione e tornare a casa.

Un lieve vibrare del polso la riscosse. Attivò il chip per la comunicazione a distanza. Una voce gracchiò nel suo orecchio, una sola frase, ma sufficiente per farla scattare.

"Abbiamo trovato la traccia di Walker!"

***

C'è qualcosa nei momenti di attesa che ci spinge a desiderare che quell'attesa finisca al più presto e allo stesso tempo bramare che gli attimi si espandano fino a fermare il tempo. Incatenata in quel punto di passaggio tra aspettativa e timore, Molly camminava nervosamente avanti e indietro. L'edificio in rovina che una volta si chiamava Kenosha Theatre era vuoto e desolato. Per lei, tuttavia, quel silenzio, quelle macerie, nascondevano la fonte della speranza e il seme della paura.

Elias sarebbe tornato, ne era certa. Non aveva mai mancato alla sua parola, e le aveva promesso che si sarebbero rivisti. Un lieve formicolio sotto l'orecchio destro la riscosse. Il chip le era stato rimosso da poco e qualche volta lo sentiva ancora vibrare, come accadeva a coloro che si ritrovavano senza un arto all'improvviso. Sorrise amaramente all'idea di associare la liberazione dal chip a un'amputazione.

I suoi sensi, allenati da una vita sempre in fuga, si misero in allerta all'improvviso. Un lievissimo rumore aveva attratto la sua attenzione. Un rumore che non apparteneva a quel luogo. Silenziosa e rapida, Molly nascose il Timing nelle pieghe della giacca color verde militare e si appiattì dietro una colonna, una delle poche ancora in piedi. La velocità per cui era conosciuta fu ancora una volta la sua salvezza.

Due soldati dei Perfetti stavano avanzando cauti, esplorando l'ambiente circostante con attenzione. Molly spostò la mano destra sull'impugnatura dell'arma che portava sulla cintura. Una piccola chicca pagata a caro prezzo al mercato nero. Lentamente, sfilò la lunga spada dal fodero di stoffa, sperando di non essere costretta a usarla. Era una buona combattente, ma combattere da sola contro due Perfetti, con una spada contro le loro armi tecnologiche... un suicidio sarebbe stato più veloce.

"Siamo sicuri che la segnalazione fosse attendibile?", stava chiedendo uno dei due soldati.

"Finora l'informatore non ci hai mai delusi", rispose l'altro.

La consapevolezza del significato di quelle due semplici frasi colpì la ragazza come un pugno sullo stomaco, al punto da non riuscire a trattenere un sospiro di sorpresa. Fu sufficiente per attirare i soldati verso il suo nascondiglio. Non aveva speranza. Erano più forti e più armati di lei. L'unica possibilità stava nell'attacco. Repentina e fulminea, balzò via dalla colonna. Colpì il primo soldato prima ancora che si accorgesse della sua presenza. Il secondo fece in tempo a voltarsi, ma non fu abbastanza.

Due teste con gli occhi sbarrati dal terrore giacevano in terra mentre i corpi che prima le sostenevano cadevano lenti e incerti. Molly si avvicinò ai due cadaveri e con un piccolo pugnale incise la pelle dell'avambraccio, appena sopra la parte interna del polso. Con molta cautela tolse da entrambi una fialetta contenente il gas azzurrino e la mise al sicuro. Poi prese di nuovo in mano il Timing.

Non poté fare a meno di pensare a quello che avevano detto i due soldati. Tutto tornava. Le volte che erano stati colti di sorpresa, i prigionieri presi, i suoi amici uccisi. La guerra non era mai finita, lo sapeva benissimo. Ma ora sapeva anche di doversi guardare da un nemico nascosto e l'idea non le piaceva affatto.

Elias, maledizione, sbrigati!

Aveva bisogno di lui. Del suo coraggio. Della sua presenza. Non ce la faceva da sola. Nonostante tutto, però, sapeva benissimo che se lui fosse tornato, se la sua missione fosse andata a buon fine, tutto il suo mondo sarebbe cambiato per sempre.

Non era del tutto certa che fosse un bene.

The Perfect DystopiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora