Mi aggrappo a Syrène per tutto il tempo. Strano. Io odio il contatto fisico. Ma in lei c'è qualcosa... non so spiegare. Sento che siamo più simili di quanto non sembri.
Siamo circondate da soldati, ma la nostra attenzione è attratta dalla donna che li guida.
Inevitabilmente.
La osservo, cercando di non farmi notare. Abbastanza facile, visto che la sua attenzione è distratta da qualcosa. Forse un pensiero, dato che fissa lo sguardo su un puntino nel vuoto, apparentemente persa.
Io e Syrène ci guardiamo, senza avere il coraggio di dire nulla. Del resto, che cosa potremmo mai dire? Nessuna di noi capisce cosa sia successo. Lei però mi stringe forte la mano e ogni tanto cerca di sorridermi. Non può cancellare la paura e la confusione dallo sguardo, ma apprezzo il tentativo.
D'improvviso, il grosso veicolo si ferma e, come se obbedissero a un ordine mai pronunciato, i soldati scendono dalle apertura sui lati, mentre noi restiamo lì, al centro. Ferme.
La donna si avvicina a noi. "Prego", dice, facendo cenno con il braccio di precederla.
Sorride. Questo mi fa ancora più paura.
Scendiamo anche noi e il sospiro trattenuto di Syrène mi spinge ad alzare lo sguardo.
E il respiro si ferma.
Non sono mai stata amante della fantascienza. Quella visione puramente fantasiosa del futuro, il rifugiarsi in qualcosa che non esiste per sfuggire alla merda che abbiamo davanti agli occhi, mi sono sempre sembrati stupidi e infantili.
Ma questo... per la miseria, questo è reale.
Vivido.
Bellissimo.
Impossibile.
"Benvenute nella Perfetta Città di Chicago", sta dicendo la donna, al nostro fianco. Si toglie il gilet imbottito, mostrando un corpo talmente in forma da farmi dubitare del mio orientamento sessuale. Si avvicina e ci tende la mano.
"Mi chiamo Vex, e sono qui per prendermi cura di voi."
Syrène fa un piccolo passo in avanti, coprendomi parzialmente, come per proteggermi.
Vex sorride ancora. "So che tutto questo dev'essere destabilizzante per voi, ma credetemi: vi spiegherò ogni cosa."
Distolgo lo sguardo da loro per tornare a posarlo sulla meraviglia che si staglia davanti a me.
Penso di non aver mai visto un cielo così azzurro. Ma non è quello a farmi venire i brividi. Tutto qui è...
... semplicemente perfetto.
Le strade sono ordinate e pulite. I grattacieli che svettano verso il cielo sono luminosi, lineari, pieni di bellezza. Giardini fluttuanti aggiungono, se possibile, ancora più fascino. C'è verde ovunque, come se natura e tecnologia avessero trovato, insieme, la massima espressione del loro potenziale.
I miei occhi seguono le linee di un grattacielo che sembra danzare verso il cielo. Non posso fare a meno di sentire un anelito: vorrei fondermi con quella bellezza. Le facciate degli edifici sono un intreccio armonioso di vetro cristallino e isole di verde. Piattaforme sopraelevate collegano un edificio all'altro. L'insieme è assolutamente, indiscutibilmente meraviglioso.
L'aria stessa sembra diversa. Più pulita e viva di quanto io abbia sperimentato. Fontane d'acqua limpida creano giochi di luce e suoni rilassanti. Non c'è traccia di disordine, sporcizia, degrado. Persino i rumori non sono fastidiosi e non riesco a percepire nulla di stonato. Nulla che mi infastidisca.
"Tutto questo è..."
"... perfetto!"
Syrène termina la frase al mio posto. Non vedo la sua espressione, ma dal tono non faccio fatica a credere che sia sbalordita quanto lo sono io.
"Sono felice che vi piaccia, vi troverete bene qui", sta dicendo Vex.
Ero così ammirata dalla visione che ho davanti che quasi avevo dimenticato la sua presenza. Non riesco, tuttavia, a distogliere gli occhi da quello che sto guardando. Almeno finché lei non si piazza davanti a noi, ostruendo la visuale.
Sul suo viso è stampata un'espressione compiaciuta. Come se fosse un artista che mostra soddisfatto una sua opera.
"Impressionante vero? Difficile immaginare che tutto questo sia nato da un mondo sull'orlo del collasso."
Syrène, ancora in posizione protettiva, la guarda confusa. "Cosa intende dire?"
"Oh, è vero, voi non potete saperlo!"
Fa un gesto col braccio, mostrando la città che si svela davanti a noi. "Questa è la dimostrazione di cosa possa raggiungere il potenziale umano. Benvenute nel futuro, dove non esistono guerre, malattie, fame e povertà."
Spalanco gli occhi. Vex ci guarda con attenzione, come se temesse che possiamo svanire da un momento all'altro.
Fa un passo verso di noi, allungando le mani coi palmi verso l'altro, come un'offerta di pace, o aiuto. Come se lei fosse il faro a cui rivolgerci per trovare una direzione in questo oceano bellissimo e sconosciuto.
"Siete al sicuro, ora."
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The Perfect Dystopia
Science FictionLa perfezione è una bugia. E come tutte le bugie, prima o poi deve crollare. Elias lo sa, ma non può farcela da solo. Ecco perché sta cercando loro: Un ex hacker con problemi di dipendenza. Una danzatrice acrobatica dalla vita complicata. Un prete c...