Emily Woods

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Capelli corti, neri

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Capelli corti, neri. Occhi azzurri, spietati. Fisico invidiabile.

Mike guardò la donna davanti a sé. Dunque, era quella l'immagine della perfezione? Non era del tutto certo che una donna, da sola, potesse realmente risolvere il suo problema. Lei lo fissava senza espressione, anche se lui avrebbe potuto giurare di vedere un lampo di disprezzo nei suoi occhi gelidi.

"Si rende conto che la storia che mi ha raccontato è piuttosto incredibile? Nessun uomo sano di mente potrebbe bersi tutta questa storia della perfezione e tutto il resto. Mi dia una sola buona ragione per cui non dovrei pensare che lei è matta", disse con aria di sfida.

La donna sorrise leggermente. Se possibile, il sorriso rendeva il suo aspetto ancora più minaccioso di quanto non facessero gli occhi e la tenuta militare. Lei alzò il braccio puntando il dito verso la segretaria di Mike, una donna sulla cinquantina, piuttosto bassa e con gli occhiali leggermente storti.

"Bang", disse. La sua voce era sensuale e calda, del tutto in contrasto con l'immagine della mercenaria senza pietà che stava mostrando. Mike trattenne a stento una risata: lo stava prendendo in giro?

Tuttavia, un mugolio della signora Donovan lo spinse a voltarsi. Sulla fronte della donna era apparso un foro, come quello che poteva essere prodotto da un colpo di pistola, ma non c'era stato nessuno sparo, nessuna arma, nessun rumore, nemmeno di quelli attutiti dal silenziatore. Il sangue stava colando sul viso della poveretta, che si stava lentamente accasciando a terra, con gli occhi sbarrati.

Mike si alzò dalla sedia, impietrito. "Che diavolo...?"

"Voleva una dimostrazione. Ho eseguito l'ordine sottinteso."

L'uomo si sedette. L'ombra di un sorriso iniziava ad apparire sul suo volto. Se tutto quello che la donna gli aveva raccontato era vero, allora...

"Posso sapere con chi ho l'onore di collaborare?"

"Emily Woods: questo è il nome che mi è stato dato, signore."

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