La prima cosa che faccio quando mi sveglio è controllare il telefono. Ho 17 anni da una settimana e ancora non ho ricevuto i suoi auguri. Forse dovrei cominciare a rassegnarmi, lei non vuole più avere a che fare con me.
L'ultima volta che le ho scritto era distaccata, fredda. Ho percepito subito che ci fosse qualcosa che non andava, ma non ho voluto insistere per paura di darle fastidio.
Resto nel letto ancora un po', tanto non dovrò andare a scuola oggi, siccome l'8 dicembre è giorno festivo.
Guardo il soffitto mentre penso a quanto sarebbe bello fare un bagno caldo proprio ora: avrei proprio bisogno di riscaldarmi un po', ma purtroppo l'acqua calda non è così abbondante e non può essere sprecata.
Dopo essermi rigirato nel letto cento volte, decido che è meglio alzarmi una volta per tutte, tanto non riesco a prendere sonno. Infilo le pantofole ai piedi e scendo le scale sbadigliando.
«Ciao Vale, mi aiuti ad addobbare l'albero?». Mamma stamattina è di buonumore, ma come darle torto? Finalmente possiamo sistemare la casa per le feste, nulla mi renderebbe più felice in questo momento. Fare l'albero di Natale con mia madre è una tradizione che mi scalda il cuore e mi rende felice.
Ricordo che quando ero piccolo non avevamo abbastanza soldi per permetterci tutte le decorazioni che abbiamo adesso e che abbiamo accumulato negli anni, quindi ci accontentavamo di un grosso cartellone verde che ci impegnavamo a ritagliare nel migliore dei modi, in modo tale da conferirgli la forma di un abete.
«Certo. Vado a prendere le decorazioni». Il mio sorriso viene spento dalla frase che mia madre pronuncia subito dopo.
«Non ti preoccupare, ci ha già pensato Lorenzo».Lorenzo è il suo fidanzato: stanno insieme da quasi un anno. Si comporta bene con mamma, per questo non mi dispiace, ma non abbiamo mai parlato molto perché siamo entrambi molto riservati.
«Ah, va bene». Cerco di mascherare il mio tono annoiato: mi dà fastidio che lui sia qui e prenda parte alla nostra tradizione di famiglia. Sono felice se mia madre è felice, ma penso che sia presto per renderlo partecipe di un momento così intimo.
Evito di parlarne con mia madre perché non voglio sembrare una persona egoista. Forzo un sorriso che lei ricambia prontamente. Poi va verso i fornelli e finisce di pulirli.
Ora che ci faccio caso, il salone è pieno di scatoloni di tutte le dimensioni contenenti ogni tipo di decorazione. I colori prevalenti sono il rosso e l'oro, i nostri preferiti da sempre, i colori della mia Roma. Inizio ad aprirle delicatamente e ad accarezzarle con le dita: solo al tocco mi sembra di tornare indietro di dieci anni, mi sembra di sentire l'odore dei biscotti appena sfornati e la risata dolce di mia madre.
Sorrido mestamente, ma poi il momento viene rovinato dal rumore della porta che si apre. Alzo lo sguardo e la figura di Lorenzo si palesa davanti ai miei occhi. Ci guardiamo a vicenda per qualche secondo, senza dire niente.
«Ciao, tesoro», esclama mamma, appena uscita dalla cucina. Si asciuga le mani con una pezza che poi posa sul tavolo e si precipita a dare un bacio sulla guancia del suo compagno.
Guardo la scena, impassibile. Pur essendo molto felice che mia madre abbia trovato finalmente qualcuno che la rispetti e che la ami, non riesco a sopportare che Lorenzo si metta in mezzo ai nostri momenti, alle nostre tradizioni e alla nostra quotidianità.
«Iniziamo?». Mia madre è emozionata, non si rende conto che io non sono contento quanto lei. Mi metto in disparte per osservare la scena: Lorenzo è silenzioso, ma sorride vedendo mia madre che, sulla punta dei piedi, cerca di appendere una pallina sull'albero.
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Primo dicembre
ChickLitValerio è insicuro: a causa del suo passato doloroso, ha la costante paura di essere abbandonato e di restare solo. Ogni giorno è costretto a fare i conti con le innumerevoli delusioni che ha ricevuto per tutta la vita, quelle che lo hanno portato a...