Capitolo 3

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Fisso il telefono senza battere ciglio: è passato così tanto tempo dall'ultima volta che mi ha scritto che quasi mi ero dimenticato cosa si prova ad avere sotto agli occhi un suo messaggio.

Cri vuole parlare con me, eppure io penso che lei non abbia nulla da dire. Non c'è niente che può giustificare un'assenza così prolungata, perché qualsiasi problema lei abbia avuto, avrebbe potuto parlarmene. Ma lei preferisce isolarsi, chiudersi in sé stessa.

Non so nemmeno cosa dovrei risponderle: sono disposto a parlare con lei? La risposta più logica ovviamente sarebbe 'no', ma in fondo sono consapevole che tornerò sempre da lei.
L'ho sempre fatto, sono sempre stato sottomesso a lei, non riesco ad evitarlo.

Spengo il telefono e provo a non pensarci, prendo il libro di storia e leggo il primo paragrafo da studiare per la prossima settimana, ma non riesco a seguire il discorso, mi sembra di avere di fronte a me solo lettere a caso. Nonostante i miei tentativi, non riesco ad essere concentrato.

Riprendo in mano il telefono e guardo il messaggio di Cri. Mi impongo di non rispondere, di lasciare stare. Forse è il caso di chiamare Leo, almeno lui saprà distrarmi parlandomi d'altro. Però non risponde alle mie chiamate e questo non fa altro che farmi perdere la pazienza: perché ha sempre il telefono in mano e quando ho bisogno di lui sparisce?

Soffoco un lamento nel cuscino, non so per quanto altro tempo riuscirò a resistere alla tentazione di rispondere al suo messaggio, ho la sensazione che a breve crollerò. Mi basta aprire la galleria e vedere tutte le nostro foto insieme a farmi cedere: alla velocità della luce apro la chat con Cri e digito una risposta affermativa.

Se da una parte sono felice, dall'altra mi sento in colpa, come se fossi consapevole di aver commesso un errore di cui bisogna vergognarsi.

Devo aspettare solo qualche altro minuto prima di ricevere una risposta da parte sua, ma non si tratta di un messaggio. Sul display lampeggia il suo nome, la sua foto e i tasti verde e rosso.

Mi sta chiamando e io sono nel panico. Dovrei aspettare prima di rispondere o dovrei farlo subito? Mi torturo le dita mentre continuo a guardare il suo bel viso proiettato sullo schermo.

Alla fine l'impazienza di ascoltare di nuovo la sua voce ha la meglio, rispondo alla telefonata con il cuore che batte all'impazzata.

«Vale, ciao», dice a voce bassa. Immagino che lei sia sdraiata sul letto della sua camera, mentre con le dita gioca con le ciocche dei suoi capelli ricci e scuri. Non riesco a fare a meno di pensare a quanto possa essere bella in questo momento, anche se mi rendo conto che dovrei concentrarmi su altro.

«Cri, tutto bene?». Segue qualche secondo di silenzio, spezzato solo dai suoi sospiri.
«Vale, tu lo sai che ti amo. Ti amo da morire e non vorrei mai farti del male».

Improvvisamente una strana sensazione inizia ad impossessarsi di me, come se mi stessi rendendo conto solo adesso di che persona è Cristina.

Mi tornano in mente tutti i dialoghi con Leonardo, quando disperatamente cercava di convincermi che la sua lontananza non era normale, che mi stava nascondendo qualcosa. Prima di oggi non gli avevo mai creduto, anzi, avevo sempre cercato di dimostrargli che si stava sbagliando. Ma in questo momento le sue parole mi sembrano sincere e le mie certezze iniziano a crollare.

«Cristina, che è successo?». Provo a mantenere un tono di voce moderato, nascondendo, come posso, l'agitazione, la rabbia, la paura. Imbottiglio le mie emozioni e i miei sentimenti, metto da parte tutto pur di non mostrare quanto in realtà mi sento fragile in questo momento.

«Non possiamo più stare insieme, non ci riesco. Io ti amo, ma tu mi stai sempre così addosso», sbotta come se stesse trattenendo tutto da tanto tempo.

Primo dicembre Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora