Capitolo 27

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Stamattina devo andare a scuola per la prima volta da quando Cristina è a casa mia. Mi chiedo che cosa farà mentre io non ci sono, ma onestamente non sono affari miei.

Ha detto che resterà fino a sabato, quindi si può dire che la sua permanenza qui a Roma è appena cominciata, visto che siamo solo a lunedì.

Oggi è il 3 aprile, il che significa che la fine della scuola è sempre più vicina, mancano appena due mesi e la mia testa sta già pensando alle vacanze estive.

Quando vedo Leonardo, lo raggiungo subito. Sta sorridendo al telefono, sembra molto felice e qualcosa mi dice che ha che fare con Francesca.

Mi vede e mette subito via il cellulare, forse un po' in imbarazzo visto che ridacchia nervosamente.

Non gli dico niente per non metterlo ancora più a disagio, ma sono davvero molto curioso e non vedo l'ora di saperne di più.

«Come stai? Ti sei ripreso dalla sbornia dell'altra sera?», lo prendo in giro dandogli uno schiaffo giocoso dietro alla nuca.

«Lasciamo stare, davvero. Non ho mai visto mia madre così incazzata». Rabbrividisce al solo pensiero, facendomi ridere.

«Non ricordo molto dell'altra sera, ma so perfettamente che tu e Alice eravate in balcone da soli a parlare», sposta subito l'argomento.
Inarca un sopracciglio con un sorriso malizioso sul volto, inconsapevole del tasto dolente che ha appena toccato.

Deglutisco, percependo le gambe tremare per l'agitazione.
Mi limito a sorridere e ad annuire, tentando di mascherare tutte quelle emozioni che stanotte non mi hanno fatto dormire.

«Beh? Voglio i dettagli, sbrigati. Che vi siete detti? Vi siete baciati?», chiede con insistenza, lasciandomi quasi senza parlare.

È difficile credere che quello davanti a me sia lo stesso ragazzo di qualche settimana fa che si arrabbiava ogni volta che avevo a che fare con Alice. Chissà cosa lo ha spinto a cambiare radicalmente idea.

«Scusami? Tu mi hai dato qualche dettaglio dei messaggi che ti stavi scambiando con Francesca fino a pochi minuti fa?». Voglio solo cambiare argomento e non dover pensare a quello che è successo l'altra sera. Non voglio doverne parlare, non voglio nemmeno ricordare perché mi farebbe male.

«Ma che cosa dici? Non c'entra proprio niente! Dai dimmi che cosa è successo, ti prego».

Sospiro, chiudo gli occhi e trovo dentro di me quel briciolo di pazienza che mi è rimasto per spiegare come stanno le cose.

«Ho trascorso la notte più bella della mia vita, l'altra sera. Non ero mai stato così spensierato e felice. Alice è fantastica, abbiamo parlato per ore senza mai stancarci. Peccato che poi, una volta arrivato a casa, ho trovato Cristina sull'uscio della porta pronta ad accogliermi a braccia aperte. Meraviglioso, davvero», ironizzo perché credo che altrimenti potrei piangere dalla disperazione.

Lo stupore di Leo non mi sorprende affatto, è più che plausibile. Chi avrebbe mai immaginato che in così poche ore potessero succedere così tante cose?

«Non è possibile, è così assurdo! Che cos'è
successo dopo?».

Mi vergogno di quello che gli sto per dire, ma è la verità e non posso nasconderla.
Così, in imbarazzo, gli spiego tutto quello che è successo dal momento in cui è entrata in casa mia, di come l'ho accolta per una settimana, evitando tutto quello che è successo con Alice.

Gli confesso perfino della sua foto col messaggio del buongiorno a cui non mi sono degnato di rispondere.

So di essere un coglione, lo so benissimo, ma sono andato nel panico, data la situazione, non sono riuscito a risponderle perché mi sembrava di starle mancando di rispetto.
Alla fine, comunque, le ho mancato di rispetto lo stesso.

Primo dicembre Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora