Capitolo 23

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Simone e Martino avevano ragione: la casa di Alice è davvero immensa e lussuosissima.

È gremita di persone che ballano, parlano e ridono. Non ho nemmeno mai visto la maggior parte delle persone presenti in questa stanza, ma in realtà credo che nemmeno la proprietaria di casa le conosca.

La prima persona che riconosco, vicina al tavolo delle bevande, è Christian. Non riesco a reprimere uno sbuffo, eppure che cosa mi sarei dovuto aspettare? Era ovvio che lui ci sarebbe stato, è il ragazzo di Alice, purtroppo.

Sghignazza mentre si riempie il bicchiere di qualche strana bevanda trasparente che non riconosco.

Mi ritrovo a pensare che ha un insopportabile modo di versare le bevande nel bicchiere, simile al modo fastidioso che ha di spostarsi i capelli dalla faccia, o di sorridere ai suoi amici.

Non c'è una singola cosa di questo ragazzo che io riesca a tollerare e non sono affatto influenzato dalla mia enorme cotta per la sua ragazza, lo giuro.

Alice è a poca distanza da lui, stretta in un vestitino azzurro, che chiacchiera con una ragazza.

Appena la vedo, la musica scompare ed è come se le persone che ci circondano non ci siano mai state. Vedo solo lei, con quei suoi capelli stupendi sciolti lungo la schiena, i suoi occhi da cerbiatta leggermente truccati e le labbra invitanti come stamattina.

Mi giro verso Leonardo, ma lui si è già volatizzato: ha raggiunto Francesca in un paio di passi e la sta stringendo in un abbraccio.

Sorrido intenerito, ma poi mi concentro di nuovo su Alice. Lei non mi ha visto, continua a parlare indisturbata con la sua amica, fino a quando Christian le si avvicina e la stringe a sé con prepotenza.

Non riesco a tollerare la sua esistenza, possibile che debba essere sempre così maledettamente insopportabile? Perché Alice non gli dice niente? Perché non si ribella e non gli dice di lasciarla perdere, visto che si capisce che è quello che vorrebbe?

Come se lei avesse letto nella mia mente, scansa le mani invadenti del suo fidanzato, lo fulmina con lo sguardo e poi si allontana bruscamente, lasciandolo da solo come un cretino.

Non l'avevo mai vista comportarsi in questo modo, ma devo ammettere che è davvero una bella sensazione. Sorrido soddisfatto quando sul volto abbronzato di Christian compare un sorrisetto mesto che non gli avevo mai visto prima di adesso.

Quest'ambiente mi ricorda quello della festa di Capodanno, quando avevo ballato con Alice.

Lei non ha mai saputo che quella sera è stata l'unica persona con cui avevo davvero voglia di parlare e, soprattutto, l'unica con cui mi sentivo di poter essere debole. Mi rimbombano in testa le sue parole.

Guardati intorno, Valerio. Nessuno ci sta guardando, nessuno pensa a noi. Sono tutti indaffarati con le loro vite, non si curano del resto.

Quella è stata la prima volta in tutta la mia vita in cui non ho dato peso al giudizio degli altri, non mi sono chiesto se risultassi ridicolo e ho pensato solo a me e Alice.

E adesso, nel mezzo dell'immenso salotto di questa casa meravigliosa, mi sento di nuovo perfettamente a mio agio perché, come ha detto Alice, nessuno si cura di ciò che non li riguarda, ed è quello che dovrei fare anche io. Devo pensare a me e a quello che voglio.

«Vale, ciao». Ecco, è esattamente questo ciò di cui stavo parlando, è esattamente lei la persona a cui stavo facendo riferimento.

Alice mi rivolge il saluto più dolce che io abbia mai sentito e subito emergono di nuovo tutte quelle sensazioni che ormai sono abituato a provare quando lei è nei dintorni.

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